L’Avv.Gloria di Donato, amministratrice del blog www.anticrisi.jimdo.com, ci invia questo bell’articolo nel quale descrive con suggestive pennellate di vera poesia il sereno clima familiare degli anni ’50, dove la famiglia aveva un ruolo preciso nella società e tutti i componenti in modo sereno ed equilibrato si adoperavano per un domani migliore. Ringraziando di cuore l’amica Gloria di questo Suo contributo Vi auguriamo una buona lettura.
“Mio padre mi chiamava Pasionaria come Carlotta, la figlia di Giovannino Guareschi .
Piena di passione dunque. All’epoca, facevo le elementari, non capivo il significato della parola che oggi mi definisce a pennello, sapevo soltanto che passione si scrive con due esse e che quindi qualcosa non andava in questo nome.
A quel tempo in famiglia si ascoltava la radio o ci leggevano le storie del Corriere delle famiglie raccolte dal “Mondo piccolo” di Guareschi .
Il Mondo piccolo , la bassa parmense che ispirò i racconti di Don Camillo e l’onorevole Peppone, è un paese dell’anima dove una serie inesauribile di ricordi sono ancora presenti in ognuno. La piccola famiglia di Guareschi eravamo anche noi: il babbo e la mamma, il nonno, le mie sorelle e Bibi, il cane bianco e nero che potevo abbracciare liberamente lontano da tutti perché solo lui mi comprendeva e conosceva tutti i miei segreti.
A Bologna negli anni 50.
Quando il babbo leggeva per noi bambine era una strepitosa televisione della fantasia.
Una specie di soap opera vivente dove ognuno poteva facilmente identificarsi.
E aspettavamo la domenica perché la cucina della mamma profumava di arrosto e patate, il babbo tornava con le paste di Zanarini, dieci paste due per uno, il nonno portava il Corriere dei piccoli con il signor Bonaventura ricco ormai da far paura e Bibì e Bibò gli scapestrati nipoti della Tordella.
Mi rimaneva comunque da capire perché io potessi essere la Pasionaria una esse sola.
Credo che questa protagonista bambina adorata da suo padre abbia attraversato tutta la mia vita nel rapporto d’amore che mi lega per sempre al mio amatissimo babbo.
Ho appena letto il libro di Alberto e Carlotta Guareschi “Giovannino nostro babbo”Editore Rizzoli che consiglio fortemente ai lettori del mio tempo e a quelli di oggi. A tutti perché i valori semplici diventino indimenticabili nel caos frenetico che ci sovrasta.
Scriveva Giovannino Guareschi: “Posseggo un grosso capitale che nessuno potrà mai portarmi via: il ricordo vivo di una giovinezza intensamente vissuta e mai tradita. E il ricordo di quei cinque, o dieci o quindici giorni che rappresentano nella vita di ogni uomo, anche dell’uomo che campa cent’anni, qualcosa di diverso, d’importante, d’indimenticabile”. La vita è breve e proprio per questo, anche se si campa un secolo, si vivono pochissimi giorni”.
Gloria Di Donato
3 commenti
grazia says:
set 29, 2013
un bel tuffo in una indimenticabile e irripetibile intimita’ familiare!brave Glo
Settantenne says:
set 29, 2013
Condivido pienamente l’intervento della Sig.ra Anna,spicchio di un mondo perduto che non si recupererà mai più non tanto per l’anzianità della persona ma per l’esatta filosofia che la vita è breve ed anche se si campa un secolo si vivono solamente pochissimi giorni!
Settantenne says:
set 29, 2013
Mi scuso intendevo Sig.ra Grazia