Come ogni anno la comunità francescana pesciatina, assieme a tutta la Città, si prepara a rivivere l’appuntamento col ‘Perdono di Assisi’.
Fu San Francesco d’Assisi a ricevere nel 1216 da Papa Onorio III, questa speciale e particolare indulgenza plenaria, che ancor oggi viene praticata seguendo le disposizioni della Chiesa.
A Pescia questo evento viene celebrato unendolo alla memoria dell’arrivo di San Francesco, che visitò la terra pesciatina, portando la sua parola e il suo esempio di pacificatore. Infatti nel 1211, il Santo fece visita a Pescia per alcuni giorni ospite della famiglia Orlandi, che gli donò una cappella e un pezzo di terra proprio dove sorge oggi l’attuale chiesa monumentale.
Qui di seguito il programma delle celebrazioni.
Memoria storica dell’arrivo e del soggiorno di San Francesco nella Città di Pescia
Dagli “Annales Minorum” di Lukas Wadding
“Folgorato dalla Grazia divina, dopo aver cambiato la cintura e gli speroni dell’elegante cavaliere con la corda e i sandali dell’eremita, attraversata la fiorente Valdinievole, ai primi di ottobre del 1211, giunse a Pescia Francesco d’Assisi, umile servo e seguace di Cristo, per attuare qui, come altrove, la pacifica silenziosa rivoluzione, nell’audace intento di riportare il costume cristiano alla purità delle origini”.
Secondo questa testimonianza, san Francesco prima di proseguire alla volta di Pisa, ove ebbe come discepoli il Beato Agnello degli Agnelli e il Beato Alberto, si fermò per tre giorni a Pescia, gradito ospite del ricco e pio mercante Venanzio degli Orlandi, il quale gli fece dono di un piccolo oratorio e di una casupola, perchè vi stabilisse un convento per i suoi frati. Il Santo, preceduto dalla fama di pacificatore, giunse a Pescia, travagliata, come altre città, da discordie tra comuni, dalla violenza e da contrasti interni ed esterni e, accogliendo il dono del conte Venanzio degli Orlandi, fece venire due frati da Firenze affinchè si prendessero cura dell’oratorio al quale, probabilmente, era annesso un ospizio. La chiesetta “disgiunta dalla terra ferma quanta è la lunghezza di un ponte sul fiume Pescia, che da essa la divide” era situata nella parte settentrionale della città, in luogo detto “Giocatoio”. La realizzazione del “ponte san Francesco” come venne chiamato e demolito dopo la seconda guerra mondiale, si rese necessaria perchè sull’altra sponda il piccolo insediamento francescano diventava sempre più polo di attrazione spirituale e caritativo. L’oratorio di cui parliamo, oggi, fa parte dell’attuale chiesa ed era situato tra la cappella della Concezione e quella della “Corda Pia” o Cappella Cardini. Il piccolo oratorio venne quasi subito ampliato dallo stesso Venanzio Orlandi quando Gregorio IX innalza san Francesco al la gloria degli altari. Molte famiglie pesciatine come gli Albizi, i Mainardi, i Della Torre concorsero ad abbellire quello che anche oggi è il più celebre monumento artistico della città.
Fonte : Comune di Pescia
1 commento
paolo says:
lug 27, 2015
O Signore, fa’ di me uno strumento della tua Pace:Dove è odio, fa’ ch’io porti l’Amore.Dove è offesa, ch’io porti il Perdono.Dove è discordia, ch’io porti l’Unione.Dove è dubbio, ch’io porti la Fede.Dove è errore, ch’io porti la Verità.Dove è disperazione, ch’io porti la Speranza.Dove è tristezza, ch’io porti la Gioia.Dove sono le tenebre, ch’io porti la Luce.O Maestro, fa’ ch’io non cerchi tanto:Essere consolato, quanto consolare.Essere compreso, quanto comprendere.Essere amato, quanto amare.Poiché èDando, che si riceve;Perdonando, che si è
perdonati; Morendo, che si resuscita a Vita Eterna.
Ave, Signora, santa regina
santa genitrice di Dio, Maria
che sei vergine fatta Chiesa
ed eletta dal santissimo Padre celeste,
che ti ha consacrata
insieme col santissimo suo Figlio diletto
e con lo Spirito Santo Paraclito;
tu in cui fu ed è
ogni pienezza di grazia e ogni bene.
Ave, suo palazzo,
ave, suo tabernacolo,
ave, sua casa.
Ave, suo vestimento,
ave, sua ancella,
ave, sua Madre.
E saluto voi tutte, sante virtù,
che per grazia e illuminazione dello Spirito Santo
venite infuse nei cuori dei fedeli,
perché da infedeli
fedeli a Dio li rendiate.
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