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Venerdi 5 agosto alle 18.30 al Bagno Venezia di Lido di Camaiore va in scena il quarto appuntamento di UN MARE DI LIBRI, rassegna letteraria ideata e condotta da Demetrio Brandi. Gli incontri sono organizzati sulla spiaggia in collaborazione con LuccAutori ed il premio Racconti nella Rete.

Insieme ad Elena Marchini, già conduttrice di LuccAutori, saranno presenti gli scrittori Mario Bernardi Guardi con “Fascista da morire” (Pagliai Editore), Marco Natalizi con “Il burattinaio dell’ultimo zar” (Salerno Editore), lo scrittore e musicista Luigi Nicolini con “Tre salti nel passato” (Giovane Holden Edizioni). Temi centrali dell’incontro sono la resistenza fascista a Firenze durante il conflitto bellico, la storia russa vista attraverso le gesta del carismatico Rasputin e le storie di personaggi a dir poco singolari inserite nel contesto versiliese di qualche anno fa.

Mario Bernardi Guardi “Fascista da morire” (Mauro Pagliai editore). “Fascista da morire è un libro straordinario e disperato” (Giampaolo Pansa). Agosto 1944: a Firenze entrano gli Alleati, i partigiani sfilano per le vie della città, la gente applaude i liberatori.

La Resistenza antifascista ha vinto. Ma c’è una Resistenza fascista che non si dà per vinta. E spara dai tetti. C’è chi li chiama cecchini, chi franchi tiratori: tirano addosso al nemico per un misto di fede, rabbia e disperazione. Vogliono dargli filo da torcere; sanno che durerà poco, ma chi la dura, in qualche modo la vince. O no?
Comunque Mario, allevato alla scuola di Berto Ricci, poeta, matematico e fondatore dell’“Universale”, vuole anche lui essere della partita. Vuole sparare, in nome di quel che resta del Fascismo. Ad animarlo, il ricordo di Berto e della sua lezione di vita; la complicità morale con gli amici che si sono fatti ammazzare; l’amore per una ragazza più sognata che conosciuta; lo strano vincolo amicale che lo lega a Romano Bilenchi, già fascista e amico di Berto, ed ora comunista e comandante partigiano, che cerca di dissuaderlo dai bellicosi propositi e gli dà tanti buoni consigli per farlo rinsavire. Anche se, in realtà, Mario gli va bene così com’è: una passione che ha bisogno di bruciare.

Marco Natalizi “Il burattinaio dell’ultimo zar” (Salerno Editore). Nel momento più tragico di un Impero, un pellegrino, lussurioso e astuto, emerge dalla piú profonda provincia siberiana e muove alla conquista di un pezzo di paradiso: il suo nome è Grigorij Efimvič Rasputin. Si presenta come carismatico mistico nei più esclusivi salotti di San Pietroburgo al cospetto di una generazione di russi disorientati. Lui si considera un santo. E molti lo vedono così. C’è però anche chi lo ritiene un ambiguo contadino ignorante. Quale potere ha esercitato alla corte dello Zar e nell’Impero il “monaco errante”? Di quali protezioni gode? Di quali alleanze si serve? Quale è stato il suo ruolo nella catastrofe che, pochi mesi dopo la sua morte, travolge i Romanov? Accostarsi a Rasputin, a cento anni dalla sua tragica fine, significa avvicinare una leggenda. Un’epica potente, il cuore occulto della storia della Russia messo a nudo.

Luigi Nicolini presenta “Tre salti nel passato” (Giovane Holden Edizioni). Con i suoi racconti ambientati in Versilia nel secondo dopoguerra, fa rivivere atmosfere, vicende e personaggi tipici del periodo. I vari protagonisti, con le loro piccole abitudini e manie, sono figure che erano presenti nei paesi e nei rioni cittadini, figure né buone né cattive, che non hanno lasciato traccia nella memoria ufficiale, ma che tornano a esistere proprio grazie al racconto: una forma di nostalgica rievocazione godibile da tutti.

L’autore non narra di pettegolezzi, nei quali c’è distanza e giudizio, ma di vicende che testimoniano e stimolano un legame empatico nei confronti dei personaggi narrati.

Sono storie realmente accadute? Non ha importanza. Il suo scopo è unire la capacità affabulatoria tipica del racconto orale e l’acutezza di penetrazione psicologica con un linguaggio brillante, scorrevole e accattivante di mozartiana leggerezza fruibile da tutti, atto a piegarsi a ogni registro espressivo: da quello nostalgicamente rievocativo a quello patetico, da quello brillante a quello ironico.

Comunicato Stampa

Nella foto : Mario Bernardi Guardi