Apprendiamo da Il Tirreno che il provincia di Pistoia sono stati individuati altri 215 posti per l’accoglienza di altri immigrati.
“Duecentoquindici. Sono i nuovi posti per l’accoglienza ai profughi individuati nella nostra provincia attraverso la seconda manifestazione di interesse bandita a maggio dal prefetto Angelo Ciuni. Posti che si aggiungono ai 285 messi finora a disposizione – 273 dal consorzio di cooperative sociali Co&so, spalmati su vari Comuni e oggi saturi, e 12 dall’Arci – e ai 45 profughi alloggiati in hotel a Marliana e Pescia.
Quattro soggetti, ritenuti idonei ad accogliere migranti, si sono aggiudicati l’accesso alla nuova graduatoria a punteggio stilata dalla Prefettura. Vincitore è di nuovo Co&So con 114 nuovi posti distribuiti fra i 40 nella casa vacanze a Lizzano pistoiese (San Marcello), resa disponibile dalla Curia, e 74 ripartiti fra Montecatini, Monsummano e Pescia.
Seconda classificata, l’Arci con 40 nuovi posti. Terzo il consorzio opere di Misericordia della Toscana che ha individuato 30 posti nel Comune di Abetone. Col punteggio più basso, ma sufficiente, vi è l’hotel Europa di Marliana che ospita tuttora 15 dei circa 50 profughi che vi furono collocati in massa oltre un anno fa. Quando ci saranno nuovi arrivi, la Prefettura contatterà i soggetti in ordine di graduatoria per stipulare le convenzioni.”
I Love Pescia desidera fare alcune considerazioni : ben
venga l’accoglienza dei veri profughi, sancita dalla nostra
Costituzione e dal Diritto internazionale, ma quanti di questi lo sono
davvero ? (Una stima attedibile parla del 3%). Mentre gli stati
europei
scaricano tutto sull’Italia il problema dell’accoglienza, senza che i
nostri governanti sappiano imporsi per suddividere in modo equilibrato
tra i vari Stati questi arrivi, sempre crescenti, si spendono miliardi
di euro divisi tra cooperative, enti caritatevoli non sempre
trasparenti,ed altro per questi immigrati che dovrebbero almeno
svolgere lavori socialmente utili senza bighellonare con lo smartphone
in mano dalla mattina alla sera. In Italia siamo arrivati a 15 milioni
di poveri, molte famiglie e gli anziani stanno soffrendo per arrivare
malamente a fine mese, le tasse aumentano, come la disoccupazione,
specialmente quella giovanile,le case popolari e gli interventi
comunali del sociale vengono pressochè monopolizzati dagli immigrati
ci
domandiamo: CHI PENSA AGLI ITALIANI ? specialmente i milioni in seria
difficoltà e a quelli che invece di ospitalità gratuita in albergo,
pasti caldi, abiti, ricariche celluLari e 75 euro mensili, come gli
immigrati, sopravvivono con sacrifici enormi, alcuni dei quali
costretti sulle panchine, in macchina o in tenda a causa di essere
italiani in stato di indigenza ? Basta con il buonismo, accogliamo i
veri profughi, MA RICORDIAMOCI DEGLI ITALIANI ! e sosteniamo i
disperati dei barconi nei paesi di provenienza con progetti europei di
sostegno al lavoro senza che l’accoglienza di clandestini diventi il
solito affare per furbi e disonesti !
In merito a quanto avvenuto desideriamo evidenziare L’ATTUALITA’ DI PLATONE – La Repubblica Cap. VIII, Atene 370 A.C.
Quando la città retta a democrazia si ubriaca di libertà confondendola con la licenza, con l’aiuto di cattivi coppieri costretti a comprarsi l’immunità con dosi sempre massicce d’indulgenza verso ogni sorta di illegalità e di soperchieria; quando questa città si copre di fango accettando di farsi serva di uomini di fango per potere continuare a vivere e ad ingrassare nel fango; quando il padre si abbassa al livello del figlio e si mette, bamboleggiando, a copiarlo perché ha paura del figlio; quando il figlio si mette alla pari del padre e, lungi da rispettarlo, impara a disprezzarlo per la sua pavidità; quando il cittadino accetta che, di dovunque venga, chiunque gli capiti in casa, possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e ci è nato; quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine; c’è da meravigliarsi che l’arbitrio si estenda a tutto e che dappertutto nasca l’anarchia e penetri nelle dimore private e perfino nelle stalle?
In un ambiente siffatto, in cui il maestro teme ed adula gli scolari e gli scolari non tengono in alcun conto i maestri; in cui tutto si mescola e si confonde; in cui chi comanda finge, per comandare sempre di più, di mettersi al servizio di chi è comandato e ne lusinga, per sfruttarli, tutti i vizi; in cui i rapporti tra gli uni e gli altri sono regolati soltanto dalle reciproche convenienze nelle reciproche tolleranze; in cui la demagogia dell’uguaglianza rende impraticabile qualsiasi selezione, ed anzi costringe tutti a misurare il passo delle gambe su chi le ha più corte; in cui l’unico rimedio contro il favoritismo consiste nella molteplicità e moltiplicazione dei favori; in cui tutto è concesso a tutti in modo che tutti ne diventino complici; in un ambiente siffatto, quando raggiunge il culmine dell’anarchia e nessuno è più sicuro di nulla e nessuno è più padrone di qualcosa perché tutti lo sono, anche del suo letto e della sua madia a parità di diritti con lui e i rifiuti si ammonticchiano per le strade perché nessuno può comandare a nessuno di sgombrarli; in un ambiente siffatto, dico, pensi tu che il cittadino accorrerebbe a difendere la libertà, quella libertà, dal pericolo dell’autoritarismo?
Ecco, secondo me, come nascono le dittature. Esse hanno due madri.
Una è l’oligarchia quando degenera, per le sue lotte interne, in satrapia. L’altra è la democrazia quando, per sete di libertà e per l’inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi.
Allora la gente si separa da coloro cui fa la colpa di averla condotta a tale disastro e si prepara a rinnegarla prima coi sarcasmi, poi con la violenza che della dittatura è pronuba e levatrice.
Così la democrazia muore: per abuso di se stessa.
E prima che nel sangue, nel ridicolo .
G.G.
1 commento
Lorenzo Puccinelli Sannini says:
giu 27, 2015
Parole sante quelle di Platone. Bisognerebbe però che chi comanda in Italia le avesse lette e meditate. Purtroppo ho l’impressione che se andassi a Montecitorio e chiedessi al primo che passa: Hai letto Platone?
mi sentirei rispondere: Platone? Chi era costui?