Il momento è arrivato. Il prossimo 28 gennaio è previsto l’inizio della discussione al Senato
del testo sulle cosiddette “unioni civili”, un disegno di legge che demolisce l’istituto del
matrimonio. Con questo testo il matrimonio diventa la legittimazione di una
mera unione sentimentale, fondata sull’emotività e il figlio diventa un diritto,
un oggetto da possedere legittimamente. Questo testo dunque smantella la
famiglia, cellula base della nostra società, quindi smantella le nostre radici e il
nostro futuro.
Di fronte a questo, in questo momento storico, ciascuno di noi è interpellato
personalmente e chiamato ad una presa di posizione pubblica. Stare a guardare significa
legittimare la dittatura del sentimentalismo spinto che ogni giorno ci viene già propinato
dai media, piegati alla cultura dominante. Oggi siamo di fronte al passo successivo, alla
legittimazione, alla nobilitazione, di un’unione unicamente sentimentale, la legge italiana
certificherà che questo è buono, e lo farà per altro sulle basi di una menzogna.
Non c’è legge infatti che renda uguali due realtà differenti. Illudere che questo possa
avvenire in nome di un “sentimento” è una presa in giro innanzitutto di chi crede, in
questo modo, di trovare la felicità, ma soprattutto di chi comincerà a pensare che il
matrimonio sia un istituto basato sulle emozioni o le preferenze sessuali, perdendo il senso
dell’impegno permanente, della fedeltà e della responsabilità, vero scopo del matrimonio a
garanzia della continuità delle generazioni.
Non possiamo accettare che questo avvenga senza aver preso una posizione pubblica,
innanzitutto nella nostra vita, poi nelle piazze della nostra città questo fine settimana con
le veglie delle Sentinelle in Piedi, poi il 30 gennaio a Roma con il Family Day.
Non c’è infatti altro modo di cambiare la storia se non quello di scriverla
personalmente, di metterci la faccia lì dove viviamo come da oltre due anni
facciamo vegliando nelle piazze e svegliando le coscienze, non c’è altro modo
se non testimoniare davanti ad altri che non siamo disposti a rinunciare al
Bene Comune, che inizia innanzitutto con il bene vero di ciascuno di noi.
A nulla servirà il tentativo dei media di silenziarci, di ignorarci, il popolo resiste e si prende
lo spazio pubblico, nelle nostre città innanzitutto e poi a Roma il prossimo 30 gennaio.
Non è più possibile fingere che non ci sia una resistenza vigile, un’amicizia feconda, che
non è disposta a bersi le menzogne del potere.
La famiglia non è una delle tante opzioni possibili per costruire la società, il
matrimonio non è “una modalità di vivere l’amore”, il figlio non è mai un
oggetto, l’amore non è una pulsione sessuale e la tendenza sessuale non
definisce le persone. Ripetiamo, il matrimonio è una reciproca donazione,
esclusiva, di un uomo e una donna che si compiono nell’apertura alla
generazione ed educazione di nuove vite.
Da Nord a Sud il popolo è pronto per ritrovarsi in piazza a Roma il prossimo
30 gennaio per la manifestazione organizzata dal Comitato Difendiamo i
Nostri figli poiché, pur non avendo mezzi di comunicazione a disposizione,
abbiamo il nostro corpo, la nostra faccia, e siamo pronti a giocarci per amore
per l’uomo e per il Bene Comune.
In preparazione del grande Family Day a Roma del prossimo 30 gennaio dunque,
scaldiamo i motori
Ascoli Piceno, domenica 24 piazza Simonetti h 17.00
Bari, domenica 24 piazza del Ferrarese h 17.30
Bergamo, sabato 23 Sentierone h 16.00
Biella, domenica 24 via Italia (ang. Battistero) h 16.00
Bisceglie (BT), domenica 24 piazza Margherita h 11.30
Bolzano, sabato 23 piazza Mazzini h 10.30
Brescia, sabato 23 piazza Vittoria h 16.30
Cagliari, sabato 23 piazza della Costituzione h 18.00
Campobasso, sabato 23 corso Vittorio Emanuele (distretto militare) h17.00
Cantù (CO), domenica 24 piazza Garibaldi h 11.00
Casalmaggiore (CR) domenica 24 piazza Garibaldi h 17.00
Catania, sabato 23 piazza Università h 18.00
Cesena, sabato 23 piazza del Popolo h 16.30
Cosenza, domenica 24 piazza dei Bruzi h 17.30
Cremona, domenica 24 piazza Duomo h16.30
Salò (BS), domenica 24 piazza Serenissima h 15.30
Fabriano (AN), domenica 24 piazza del Comune h 17.00
Fano (PU), sabato 23 piazza Amiani (ex Luigi Rossi) h 17.00
Foggia, domenica 24 corso Vittorio Emanuele h 11.15
Fossano (CN), domenica 24 piazza Manfredi h 16.30
Genova, sabato 23 largo Eros Lanfranchi h 17.30
Imperia, domenica 24 viale Matteotti (davanti al municipio) h 16.30
Ivrea, sabato 23 piazza di Città h 16.15
La Spezia, sabato 23 piazzetta del Bastione h 17.00
Latina, domenica 24 piazza della Libertà h 17.00
Macerata, domenica 24 piazza della Libertà h 15.00
Mantova, domenica 24 piazza Sordello h 16.00
Matera, sabato 23 piazza Vittorio Veneto (davanti al Banco di Napoli) h 20.15
Milano, sabato 23 piazza XXV aprile h 16.30
Modena, domenica 24 piazza Mazzini h 16.30
Padova, sabato 23 piazza Cavour h 10.30
Parma, sabato 23 in piazza della Steccata h 10.00
Perugia, domenica 24 piazza IV novembre h 11.00
Piacenza, sabato 23 piazza Cavalli h 16.00
Pordenone, sabato 23 piazza XX settembre h 16.00
Salerno, sabato 23 corso Vittorio Emanuele (angolo via Velia) h 19.30
Santeramo in Colle (BA), sabato 23 piazza dott. Simone Giuseppe h 17.00
Sassari, sabato 23 piazza d’Italia h 15.30
Savona, domenica 24 piazza Mameli h 17.00
Senigallia (AN), sabato 23 piazza Roma h 16.30
Siena, sabato 23 piazza del Campo h 16.30
Taranto, domenica 24 piazza della Vittoria h 17.30
Termoli (CB), domenica 24 piazza Monumento h 19.00
Torino, sabato 23 piazza Lagrange h 17.00
Trento, sabato 23 piazza Cesare Battisti h 15.00
Trieste, sabato 23 piazza della Repubblica h 17.00
Udine, domenica 24 piazza San giacomo h 11.00
Mestre(VE), sabato 23 piazza Ferretto h 11.00
Verbania, sabato 23 piazza Ranzoni h 16.00
Verona, domenica 24 piazza Bra h 17.00
Villa San Giovanni (RC), sabato 23 piazza Rosario h 17.00
Viterbo, sabato 23 piazza del Plebiscito (Piazza del Comune) h 18.30
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Non c’è civiltà che non nasca dall’unione uomo-donna.
Non c’è felicità dove c’è una legge ingiusta.
Il matrimonio non è un diritto, é il fondamento della nostra società e noi
siamo pronti a difenderla insieme, in piedi, in piazza.
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Comunicato stampa