La Fondazione Mario Tobino, in collaborazione con Lucca Classica Music Festival e Associazione Musicale Lucchese, con la direzione artistica di Simone Soldati, organizza sabato 29 aprile alle ore 17 nella chiesa dell’ex manicomio di Maggiano il concerto di Lucrezia Bonasia dal titolo ”La musica e i luoghi” , liberamente ispirato ai due romanzi di Mario Tobino Per le antiche scale e Le libere donne di Magliano.
Programma interamente dedicato all’autore e medico del manicomio di Maggiano in cui brani del repertorio chitarristico, eseguiti da Lucrezia Bonasia, traducono in musica le parole di Tobino, interpretate dalla voce narrante di Nicola Fanucchi . Musica e parole accompagneranno il pubblico in un percorso nella vita dell’ex ospedale psichiatrico, trattandone gli aspetti più diversi: dal mistero, alla genuinità dei malati, dalla violenza alla speranza.
Lucrezia Bonasia, alla chitarra, esegue musiche di: H. Villa-Lobos Etude n.1, N. Coste Les Soirés D’Auteuil, L. Brouwer Hika, M.M. Ponce Sonata Mexicana, I. Presti Segovia.
Il brano di apertura, Etude n.1 di Heitor Villa-Lobos (1887-1959) crea un alone di mistero e apre le porte di una storia, incuriosendo l’ascoltatore, mentre le parole di Tobino descrivono e presentano il Manicomio di Maggiano. Il percorso tra le mura del Manicomio si conclude con un passo ottimista: il racconto della guarigione di una paziente cui è collegato il brano Segovia di Ida Presti (1924-1967), una fantasia estremamente emozionante e profonda, a tratti nostalgica ma significativa per il percorso che simboleggia: inizia in Mi minore e termina in Mi maggiore, un’analogia con le parole di Tobino che rivolgono lo sguardo alla speranza.
Ingresso gratuito. Obbligo di prenotazione fino ad esaurimento: Tel. 0583 327243.
Il progetto proposto nasce dalla lettura di due libri scritti da Mario Tobino: Per le antiche scale e Le libere donne di Maggiano. La lettura di questi due romanzi ha ispirato la creazione di un programma interamente dedicato all’autore. Dopo la selezione di alcuni passi particolarmente significativi, sono stati scelti brani del repertorio chitarristico che potessero tradurre in musica le parole di Tobino.
Il programma accompagna l’ascoltatore in un percorso nella vita del manicomio, trattandone gli aspetti più diversi: dal mistero alla genuinità dei malati, dalla violenza alla speranza. Il brano di apertura, Etude n.1 di Heitor Villa-Lobos ((1887-1959), accompagna un estratto di pagina XVI di Per le antiche scale. Il brano musicale crea un alone di mistero e apre le porte di una storia, incuriosendo l’ascoltatore, mentre le parole di Tobino descrivono e presentano il Manicomio.
A seguire, un passo di pagina 105 di Per le antiche scale rivolge l’attenzione verso una prima caratteristica della malattia mentale: l’indecifrabilità. Il senso di mistero ci avvolge e si fa strada il principio della contraddizione. Il brano eseguito, Les Soirées d’Auteuil di Napoleon Coste (1805- 1883), traduce in musica la contraddizione e la molteplicità di sensazioni. È un brano del periodo Romantico, in cui i sentimenti contrastanti sono protagonisti assoluti, e le sensazioni positive e luminose sono interrotte da nubi improvvise e oscure. Con il passo successivo, tratto da Per le antiche scale a pagina 61, Tobino ci mostra il lato più oscuro e violento della pazzia.
Nuovamente, il principio della contraddizione ci appare evidente ed è sottolineato dal brano musicale associato: il Capriccio Diabolico di Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968), un brano alternativamente violento e dolce, virtuosistico e melodioso. Come la malattia, anche il brano esplode all’improvviso, senza apparente ragione. Il Preludio della Suite BWV998 di J.S. Bach (1685-1750) che, nonostante il suo andamento tranquillo e quasi divino, nasconde un ribollire di emozioni e profondità, accompagna la pagina 93 di Le libere donne di Maggiano. In questo passo, Tobino rivolge l’attenzione alla semplicità dei malati, spesso persone pacifiche e tranquille, in cui si risveglia il mistero della pazzia.
Uno dei punti di forza dei libri di Tobino è la sua capacità di individuare del buono persino in un ospedale psichiatrico. In Per le antiche scale a pagina 139, l’autore scrive del rapporto di fratellanza tra il medico e i pazienti. La presenza di piacevoli ricordi nati tra queste mura rappresenta uno spiraglio di luce che irrompe nell’oscurità della malattia mentale. Da qui la scelta di eseguire la Sonata Mexicana di Manuel Maria Ponce (1882-1948), un brano scritto per omaggiare la semplicità e la positività della cultura messicana di cui l’autore era originario. La pagina 54 di Per le antiche scale racconta di un episodio affascinante: un paziente impegnato a suonare il sassofono.
Questo evento sottolinea il tema del mistero della musica come linguaggio universale e allo stesso tempo indecifrabile. Un linguaggio in cui, dice l’autore, potrebbe celarsi il segreto della pazzia del paziente. Per simboleggiare il mistero del significato della musica e della sua capacità di esprimere un’emozione è stato scelto il II Movimento della Sonata op.77 di Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968), uno dei brani più profondi e malinconici del repertorio chitarristico. Il percorso tra le mura del Manicomio si conclude con un passo ottimista: il racconto della guarigione di una paziente a pagina 148 di Per le antiche scale. Il brano qui collegato è Segovia di Ida Presti (1924-1967), una fantasia estremamente emozionante e profonda, a tratti nostalgica ma significativa per il percorso che simboleggia: inizia in Mi minore e termina in Mi maggiore, un’analogia con le parole di Tobino che rivolgono lo sguardo alla speranza.
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Demetrio Brandi
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