Si rincorrono da tempo le voci circa una probabile chiusura del San Domenico, la storica casa di riposo pesciatina, oggi azienda pubblica di servizi alla persona.
Sette anni di bilanci chiusi in passivo sono una realtà difficile da ignorare, soprattutto per un ente come il San Domenico, che gode sì di autonomia contabile e gestionale, sotto controllo del Comune.
E proprio nella sala consiliare del Comune, ieri mattina, si è tenuto un incontro che aveva ad oggetto la situazione del San Domenico.
Obiettivo dell’incontro: trovare delle vie di finanziamento per riportare il bilancio in pareggio e scongiurare così la chiusura della struttura. Perchè, ripetiamo, ad un certo punto si parlato anche di cessare l’attività della ex casa di riposo. Con conseguenze drammatiche per i degenti, ma anche per il personale che vi lavora e si prodiga per i pazienti. Proprio sulla questione del personale si farà leva per risparmiare sui costi di gestione della struttura.
«Abbiamo individuato nella riorganizzazione dei turni di lavoro del personale e nell’affitto di un immobile di proprietà dell’Ente situato a Firenze delle possibili soluzioni – fa sapere l’assessore alla Sanità del Comune di Pescia Francesco Conforti – ma ciò che sarebbe realmente risolutivo per le finanze del San Domenico sarebbe il riconoscimento da parte della Asl alla casa di riposo delle cure intermedie previste dalla Regione Toscana».
Le cure intermedie sono un servizio di assistenza somministrato a coloro, le cui condizioni di salute non sono tanto gravi da necessitare un ricovero in ospedale, ma sono tali da non poter essere affrontate nel proprio domicilio.
Le residenze sanitarie assistite come il San Domenico possono svolgere le cure intermedie dietro il rimborso dell’Asl, per la quale tale servizio, rispetto ad un ricovero ospedaliero, risulta molto meno oneroso.
«Prima della fine dell’anno al San Domenico dovrebbero essere riconosciute due cure intermedie – rassicura Conforti – nell’attesa che ciò avvenga, da ora e fino alle vacanze di Natale faremo fronte all’emergenza con una razionalizzazione dei turni di lavoro in via del tutto sperimentale».
Alcuni degenti, inoltre, passeranno da parzialmente autosufficienti a non autosufficienti e questo comporterà per gli stessi un incremento nella retta da versare alla casa di cura. «Ma tali modifiche, che interesseranno solo alcuni casi, quelli che materialmente richiedono una maggiore assitenza – precisa Conforti – saranno debitamente concordati con le famiglie».
Da parte loro, sia la Società della Salute, che la Asl 3 Pistoia hanno dato rassicurazioni circa il loro impegno nel favorire inserimenti nella struttura di pazienti non autosufficienti.
Il presidente del San Domenico, Piero Danesi, al termine della riunione in Comune, invece, non ha voluto rilasciare commenti.
Fonte : Il Tirreno