Non è ancora nata, ma ha già suscitato diverse polemiche. Stiamo parlando della consulta sanità, ovvero il tavolo attorno al quale siederanno soggetti appartenenti al mondo sanitario, dell’associazionismo, sindacale e così via, oltre al sindaco e a due consiglieri (uno di maggioranza e uno di opposizione) per discutere in modo permanente di tutti i temi legati all’argomento: ospedale, applicazione dei patti territoriali, riorganizzazione (o smantellamento, secondo i punti di vista).
Per la maggioranza, che ne ha proposto la creazione, la consulta dovrebbe rappresentare uno strumento di «massima partecipazione democratica», con una rappresentanza politica ridotta all’osso per dare spazio piuttosto alla cosiddetta società civile, vale a dire ai cittadini. Nelle intenzioni la consulta dovrebbe dare loro modo di esprimersi attraverso dei rappresentanti designati, uno per ogni categoria: medici, infermieri, sindacati, associazioni e così via. Fornirà pareri, dibatterà sul merito e formulerà proposte che potranno essere discusse in consiglio comunale. Insomma, un organo del comune, dotato di un regolamento interno e deputato a raccogliere le istanze della popolazione.
Di ben altro avviso l’opposizione, per la quale la consulta sanità altro non sarebbe se non «uno stratagemma da vecchia politica per respingere la proposta di Forza Italia», sulla costituzione di una specifica commissione consiliare sul tema ospedale.
«Evidentemente dell’ospedale non si parla e non si deve parlare – fanno sapere da Forza Italia – in quanto quella è materia esclusiva del Pd a livello regionale, provinciale ed anche comunale, come si vede dai danni procurati al Cosma e Damiano. E allora all’iniziativa di Forza Italia, che chiedeva una commissione consiliare, si risponde gattopardescamente con una consulta che, nella sostanza, si sa già che mai avrà nessuna influenza».
«La proposta di Fi è stata bocciata – è la replica del capogruppo Pd Niccolai – unicamente perché esiste già una commissione welfare, che include la sanità, e un’ulteriore commissione sarebbe risultata inutile». Ma per l’opposizione dietro l’elaborazione della consulta ci sarebbero ben altre motivazioni, vedi la volontà di non volere affrontare realmente i problemi legati alla riorganizzazione sanitaria, che a Pescia ha significato, tra le altre cose, la chiusura del reparto di pediatria: «Prova ne sia la decisione di far saltare il consiglio comunale aperto dedicato all’ospedale, che si sarebbe dovuto svolgere martedì 5 – sottolinea Luca Biscioni – e che invece è stato rinviato non si sa a quando».
Fonte : Maria Salerno-Il Tirreno