COLDIRETTI-IMPRESA VERDE: un progetto che tiene insieme paesaggio, tutela
del territorio e della biodiversità con lo sviluppo delle attività economiche
Il sentiero dei faggi, il selciato, il laghetto e le recinzioni e poi il confronto con gli imprenditori agricoli partecipanti, e la riprogrammazione degli interventi. Dopo il rallentamento dovuto al Covid19, riprendono le attività del Progetto Integrato Territoriale (PIT) A.L.T.A. Montagna Pistoiese nato in seno alla rete Coldiretti-Impresa Verde Pistoia. Nei giorni scorsi i tecnici che coordinano il progetto hanno ripreso le visite nelle aziende degli imprenditori agricoli coinvolti nel Pit: “nonostante il Covid19 e il brutto tempo di questo periodo –spiega Michele Bellandi, responsabile tecnico di Coldiretti Pistoia- diversi interventi di messa a punto e di realizzazione di attività sono andati avanti. I presupposti del progetto ne sono avvalorati: si tengono insieme bellezza paesaggistica, tutela del territorio e della biodiversità, buon uso delle risorse per sviluppare le attività economiche, agricoltura e turismo in primis”
“Il PIT A.L.T.A. Montagna Pistoiese lo possiamo definire un proficuo esempio di resilienza –commenta Coldiretti-Impresa Verde Pistoia-, che è la capacità di una comunità (o un sistema ecologico) di ritornare al suo stato iniziale. O, in altra accezione, di reagire a traumi e difficoltà, recuperando l’equilibrio. Un tema di attualità che diventa urgenza in questa fase dove l’emergenza coronavirus ancora continua. Il PIT, a partire dalla presenza dell’agricoltura in montagna, mette in campo azioni per tutelare il paesaggio, l’ambiente e la biodiversità, favorendo lo sviluppo socio-economico sostenibile della popolazione ivi insediata”.
Oggetto delle visite sul territorio è stato il tracciato che porterà i visitatori a percorrere il sentiero dei faggi storici, che dai mille metri dell’azienda bioagrituristica I Taufi, porta oltre i 1400 metri, toccando la Fonte del Capitano, al Melo. Il tracciato, caratterizzato da faggi imponenti e dalle forme ‘artistiche’, è immerso nel bosco, ma a tratti percorre delle radure: ed è un’esplosione di prati e panorami mozzafiato sulle cime dell’Appennino Tosco-Emiliano, tra cui il famoso gruppo montuoso del ‘Libro aperto’.
Non solo cose belle. Gli effetti dell’erosione del terreno sono evidenti con molti alberi, anche grandi, che hanno le radici fuori terra, e questo prima o dopo potrebbe provocare smottamenti. Tra gli interventi previsti dal progetto diversi sono finalizzati alla mitigazione del dissesto idrogeologico: quindi muretti a secco e strade pavimentate con selci, secondo le tecniche costruttive tradizionali locali che da un lato mettono in sicurezza i terreni, dall’altro aumentano l’attrattività turistica della montagna. Questi ‘lavori in corso’ sono visibili nell’azienda agricola Le Roncacce, dove sono già pronte le cataste di pali in legno con cui si realizzeranno le recinzioni che permetteranno lo sviluppo sostenibile delle esigenze produttive degli agricoltori e le ugualmente legittime necessità di spazi per la fauna selvatica.
Interventi che hanno fini multipli, come la creazione ed il recupero di zone umide finalizzate alla conservazione della biodiversità, previste dall’azienda agricola Il Ceccherini.
È ripresa naturalmente anche l’attività scientifica del DAGRI, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari Ambientali e Forestali dell’Università degli Studi di Firenze.
Il Progetto Integrato Territoriale (PIT) A.L.T.A. Montagna Pistoiese coinvolge 19 soggetti, a cui si aggiungono altri 21 partecipanti indiretti. In totale 40 organizzazioni tra enti di ricerca, aziende agricole, associazioni, enti locali coordinati da Impresa Verde-Coldiretti Pistoia. Cofinanziato con i fondi del Piano di sviluppo rurale della Regione Toscana, coinvolge il territorio dei comuni di Abetone Cutigliano e di San Marcello Piteglio, un’area di 21 mila ettari, tra i 322 e i 1.937 metri sul livello del mare.
Domenico Murrone
Comunicazione e Segreteria- Coldiretti Pistoia
Comunicato stampa