Meno tagli cesarei e più parti fisiologici. E’ questo, in estrema sintesi, l’obiettivo che già da diversi anni si sta perseguendo nei presidi ospedalieri di Pistoia e Pescia. “Assecondare l’umanizzazione del parto non significa altro che seguire le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della sanità –spiega Rino Agostiniani, responsabile dell’area materno infantile aziendale- e, ormai da tempo, da noi, tutti i professionisti, medici, ostetriche e infermieri, sono impegnati per dare alla donna la possibilità di vivere l’esperienza della nascita del suo bambino naturalmente, garantendo al contempo un’assistenza qualificata e in ambienti sicuri”.
Tutto questo si è tradotto anche in una riduzione, progressiva negli anni, del ricorso al taglio cesareo.
Nella unità operativa di ostetricia e ginecologia di Pescia, diretta dalla dottoressa Laura Niccoli, nel 2011 su 1146 parti i tagli cesarei sono stati 192 (16,7%); nel 2010 erano stati 207 (18,0%) e nel 2009 193 (17,1%). Mentre per il punto nascita di Pescia si è trattato del mantenimento di un trend positivo, a Pistoia si è avuta una inversione di tendenza molto significativa grazie allo straordinario impegno del personale della unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale diretta dal dottor GianFederico Trebbi che ha portato a conseguire i seguenti dati: nel 2011 su 1241 parti i cesarei sono stati 212 (17,8%); nel 2010 su 1222 parti i tagli erano stati 341 (27,6%) e nel 2009 su 1233 i cesarei sono stai 298 (24,17%).
Dati in netta controtendenza con le percentuali nazionali (38%) e le medie della regione Toscana (20,72%).
“E’ bene ricordare –evidenziano i due direttori Niccoli e Trebbi- che il taglio cesareo è sempre un intervento chirurgico e come tale non è privo di rischi e deve essere eseguito solo se si verificano alcune condizioni mediche che lo rendano necessario come, ad esempio, in caso di pericolo immediato di vita per la mamma e il nascituro, oppure per ridurre la trasmissione di infezioni da madre a feto.
Un ulteriore contributo alla riduzione dei cesarei nei punti nascita della AUSL3 è rappresentato dall’introduzione della RME –rivolgimento per manovra esterna del feto. “E’ una metodica praticata da pochissimi punti nascita e sotto guida ecografica il neonato che si presenta in posizione podalica viene ruotato con lenti movimenti al fine di ottenere una presentazione cefalica ed evitare quindi il ricorso al cesareo.
Eccezionalmente a Pistoia con questa metodica sono addirittura nati due gemellini.
Per praticare a RME sono necessarie equipe esperte e integrate, ed fondamentale il contributo delle ostetriche che nelle sale parto di Pistoia e Pescia sono rispettivamente coordinate dalle due brave professioniste Alessandra Toni e Maria Luisa Niccolai.