Pubblichiamo il comunicato integrale inviatovi dalla sezione di Pistoia del Partito dei Carc:
”Giovedì 13 febbraio, come sezione Pistoia del Partito dei CARC, abbiamo partecipato al presidio davanti al Tribunale di Firenze in solidarietà a Simone Casella, un nostro compagno di Pisa licenziato dalla Worsp, azienda di vigilanza privata con diversi appalti anche nella provincia di Pistoia. Motivo del licenziamento è stato il suo impegno politico e sindacale che ha portato i lavoratori della Worsp a strappare importanti conquiste salariali.
Di ritorno da Firenze abbiamo deciso di fermarci all’Hitachi Rail per diffondere il volantino che spiega la vicenda del nostro compagno (vedi: https://www.carc.it/2025/02/14/toscana-13-febbraio-udienza-dappello-per-il-reintegro-di-simone-casella-la-lotta-va-avanti/). Già in passato abbiamo portato ai lavoratori Hitachi Rail dei volantini contro la repressione aziendale riscontrando un certo interesse sia da parte dei dipendenti della multinazionale giapponese e sia di quelli che lavorano in appalto. Non a caso la storia della principale azienda capitalista della nostra provincia è caratterizzata da numerosi licenziamenti per questioni politiche e sindacali, da mobbing verso quei lavoratori che non hanno accettato di sottomettersi al sistema clientelare e all’omertà promossa dai vertici aziendali, dall’uso dei “reparti confino” per isolare i lavoratori più combattivi.
Arrivati in via Ciliegiole, stando ben attenti a non dare noia alla viabilità stradale e tanto meno ai pedoni, abbiamo appeso a una transenna le nostre bandiere, un paio di Tazebao e uno striscione in solidarietà a Simone Casella.
Passati 10 minuti dall’inizio del volantinaggio (abbiamo coperto il cambio turno dalle ore 13:00 alle 14:15) sono arrivati due agenti di polizia, presumibilmente della DIGOS visto che erano vestiti in borghese. Uno di questi già lo conoscevamo perché fino al 2023 era stato il segretario provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia e più volte avevamo letto i suoi comunicati (https://www.reportpistoia.com/raffella-puca-nuovo-segretario-provinciale-sap/). Pur riconoscendo la legittimità della nostra azione l’agente ci ha intimato di interrompere il volantinaggio altrimenti avrebbe dovuto denunciarci per non aver mandato anticipatamente alla Questura una e-mail dove la avvisavamo della nostra presenza di fronte all’azienda.
La nostra risposta è stata che per fare un volantinaggio in due persone non serve fare la comunicazione alla Questura, come invece è nostra abitudine fare ogni volta che allestiamo un gazebo informativo o facciamo un banchetto per la raccolta delle firme.
Visto la persistenza dell’agente, che almeno un paio di volte ha sentito l’esigenza di confrontarsi telefonicamente con i suoi superiori stante la legittimità di quello che stavamo facendo, ci siamo offerti di togliere lo striscione e continuare il volantinaggio tenendo in mano le bandiere. Non trovando un accordo che andava bene ad entrambi abbiamo deciso di continuare il volantinaggio nonostante l’avvertimento di essere sottoposti a denuncia.
Ripensando alle vicende che hanno caratterizzato la nostra provincia anni indietro, ci è venuto spontaneo chiederci quale fosse il legame tra le attenzioni ricevute di fronte all’Hitachi Rail, i manifesti e gli striscioni affissi dai “fascisti del terzo millennio” contro gli immigrati poveri (quelli ricchi gli vanno bene anche se contribuiscono a devastare il paese e smantellare l’apparato produttivo nazionale) e la crescente mobilitazione operaia per fare fronte agli effetti disastrosi della crisi generale che attanaglia il paese. Il dossier scritto dai compagni livornesi dopo i fatti del 2009 (vedi https://dossierpistoia.wordpress.com/wp-content/uploads/2011/02/dossier-definitivo.pdf) ci sembra ancora molto attuale e pensiamo possa essere molto utile per capire quello che sta avvenendo oggi a Pistoia. Oltre a questo ci sembra doveroso prendere in esame anche il ruolo del sindaco Alessandro Tomasi, storicamente “amico” dei fascisti del terzo millennio e legato a vari livelli alla Questura di Pistoia, che in più di una occasione gli ha tolto le “castagne dal fuoco” aprendogli la strada alla carriera politica in Fratelli d’Italia e alla probabile candidatura per il centro destra alle prossime elezioni Regionali (vedi: https://www.lanazione.it/pistoia/cronaca/2009/11/10/258966-casa_pound_domiciliari_anche_giovani_pistoiesi.shtml).
La crisi generale del sistema sociale capitalista è arrivata a un punto tale per cui le uniche soluzioni che i padroni possono mettere in campo per farvi fronte sono la chiusura delle aziende, i licenziamenti e la riduzione dei salari, il non rispetto del CCNL, l’assunzione di giovani con contratti sempre più precari e privi di tutele, la riduzione dei finanziamenti per la salute e la sicurezza nei posti di lavoro. Da inizio gennaio ad oggi sono già due i lavoratori uccisi per il profitto dei padroni nella provincia di Pistoia e decine sono gli infortuni causati dai ritmi frenetici, della mancata manutenzione dai macchinari, dal sistema degli appalti, dallo smantellamento del servizio pubblico che sta generando nuovi tipi di patologie come il burnout, lo stress da lavoro correlato e lo stress da discriminazioni. Parimenti a quanto sta avvenendo in materia di sicurezza e di garanzie lavorative è aumentata la mobilitazione dei lavoratori come quelli della Iron & Logistic di Agliana, della VOT International di Quarrata, della Tecnocall e della Softlab di Pistoia.
Non è certo nostra intenzione fare allusioni che guardano al passato, ma è la storia del nostro paese a dirci che nei momenti di crisi generale come quella attuale la classe dominante è pronta a tutto pur di mantenere in vita il suo sistema sciale. Lo vediamo con l’inasprimento delle misure repressive del governo Meloni che attraverso il Ddl 1660 prova a soffocare il dissenso e la mobilitazione popolare.
Come abbiamo detto attraverso il video pubblicato sui social subito dopo l’arrivo all’Hitachi degli agenti di Polizia, la solidarietà di classe deve andare avanti e non saranno certo le pressioni e le intimidazioni poliziesche a fermare la lotta.
Giovedì 27 febbraio, presso il circolo Garibaldi in Corso Gramsci alle ore 20:00, faremo un dibattito dal titolo “Uniti contro la repressione aziendale: giù le mani da chi lotta!”. Sarà presente anche il compagno Simone Casella.
Invitiamo i solidali, i lavoratori e tutti coloro che vogliono saperne di più a partecipare al dibattito e contribuire alle spese legali facendo un versamento su questa PostePay: 4023 6010 1657 3453 intestata a Mariangela Nasillo”.
Sezione Pistoia del Partito dei CARC
Comunicato stampa