” Al di là delle smentite di rito, fa riflettere quanto riportato da “Il Tirreno” riguardo all’ospedale di Pescia.

Guarda caso, proprio mentre sta partendo la corsa al massacro della Sanità voluta dal Granduca Enrico Rossi, le “alte sfere” si sarebbero ritrovate prendendo in considerazione l’assetto anti-sismico del Cosma e Damiano per di più scoprendo che, da qualche secolo, il nosocomio si trova proprio sull’argine del fiume con i relativi interrogativi riguardo anche al suo assetto idro-geologico.

Come ricordava il giornalista, il problema statico deriva da una più o meno recente revisione delle caratteristiche sismiche del territorio pesciatino. Alla luce della quale la stragrande maggioranza degli edifici pubblici e privati si vengono improvvisamente a trovare privi di un certo numero di requisiti tecnici. In un tale potenziale marasma però il primo edificio a venire in mente è stato proprio l’ospedale e proprio nel momento in cui la provincia di Pistoia, tra tagli di risorse, di personale e di servizi, sta per essere definitivamente fagocitata dalla nascente “mega-ASL-fiorentina”.

Quanto all’ampliamento del S.Jacopo sarebbe un’idea tutt’altro che peregrina, semmai ci si poteva pensare prima. Infatti, ai tempi del progetto dei nuovi ospedali, la maggior parte degli operatori del’ospedale di Pescia (esclusi ovviamente i Primari) tentò inutilmente di suggerire, presagendo per tempo l’agonia del proprio nosocomio, di fare un po’ più grandi quello di Lucca (che allora si parlava di collocare nell’omonima piana) e quello di Pistoia. Il Cosma e Damiano avrebbe potuto essere trasformato potenziando la riabilitazione, trovando spazio per la geriatria, per le cure intermedie, per le cure palliative e per tutto ciò che oggi, evocato a gran voce, non trova alcuna realizzazione. In tal modo avrebbe garantito ed incrementato, oltre a questo tipo di assistenza, i posti di lavoro e la tenuta sociale del territorio potendo far conto su un’altissima richiesta data l’estrema carenza di questo tipo di struttura sia a livello regionale che inter-regionale.

Si è preferito invece iniettare fiumi di denaro pubblico per realizzazioni strutturali in una realtà, quella dell’ospedale della città dei fiori, il cui inesorabile declino, ha progressivamente impoverito di risorse umane non riuscendo più, da tempo, ad attrarre quelle di qualità, indisponibili a spendersi professionalmente in quella che ormai è la “foresteria” dell’ospedale di PT ora, a sua volta, destinato a diventare l’avamposto più periferico dell’ASL di FI.

Davanti ad un tale progressivo ed inesorabile sfacelo come risponde il Comune di Pescia? Partorendo, con notevole ritardo, niente meno che la “Consulta per la Salvaguardia e la Valorizzazione dell’Ospedale”. In pratica un gruppo di persone, la maggior parte delle quali, “use ad ubbidir tacendo” nei confronti del Granduca e dei suoi vassalli. Una “arma di distrazione di massa” che alla fine si ridurrà al solito “..ce ne hanno date tante ma sapeste quante gliene abbiamo dette..!!” secondo il collaudato copione che regola i rapporti di forza tra Regione Toscana e Comuni come ben dimostrato, in queste ultime settimane, a Montecatini riguardo alle Terme. La dimostrazione più lampante poi la si ha leggendo i nomi, tra i più allineati e coperti, dei rappresentanti degli operatori sanitari ospedalieri medici e non. A tale obiezione il Cav. Giurlani pare abbia candidamente confessato di essersi attenuto a quanto indicatogli dall’ASL..in pratica come chiedere a Dracula di indicargli i responsabili del Centro Trasfusionale!!

Comunque la delocalizzazione a PT avrebbe però alcuni lati positivi. Per prima cosa obbligherebbe a smaltire le ”colline”, in ormai avanzato stato di vegetazione, frutto dello scavo per il S.Jacopo e poi potrebbe forse anche scongiurare la spesa di svariate centinaia di migliaia di euro dei toscani per la realizzazione del “campo rom provvisorio” a PT. Infatti essi potrebbero trovare accoglienza negli ampi e confortevoli spazi dell’ex Cosma e Damiano, anzi, vista la vastità degli stessi, si potrebbe anche prospettare l’idea di associarvi un bel mega-centro di accoglienza per stranieri dando un forte impulso a quella che pare essere ormai l’ultima risorsa economica del territorio. Certo non sarebbe in possesso di tutti i requisiti anti-sismici alla stregua però della maggior parte degli edifici pesciatini a cominciare dalle scuole dei nostri figli.”

Beppe Fiore

Comunicato stampa