“In relazione al dibattito che si è aperto sul Piano Operativo del  comune di Pescia, in qualità di estensore del  piano stesso e d’accordo con l’amministrazione comunale ,  ritengo opportuno fare alcune considerazioni  di carattere tecnico sui contenuti del nuovo strumento urbanistico comunale.

Esso è stato redatto  ai sensi della nuova L.R. 65/2014, che pone come obbiettivi prioritario ,il recupero del patrimonio edilizio  esistente e la riqualificazione  urbana degli insediamenti esistenti evitando nuovo consumo di suolo agricolo al di fuori dal territorio urbano.

Nel  redigere il nuovo strumento ci si è  attenuti a quanto previsto dal piano strutturale  vigente,  agli obbiettivi e indirizzi contenuti nel documento di avvio del Piano Operativo approvato dal consiglio comunale in data 24/11/2016 con delibera n. 106, alle proposte scaturite negli incontri pubblici effettuati nelle fasi di formazione del  Piano Operativo oltre alle direttive e agli indirizzi contenuti negli  strumenti di pianificazione sovraordinati  regionali e provinciali , PIT con valenza di Piano Paesaggistico e Piano Territoriale di  Coordinamento Provinciale.

Il  Piano Operativo ha trattato tutto il territorio, quello rurale e quello urbano: nel territorio rurale lo ha fatto con la normativa di piano , sono stati regolamentati  tutti gli interventi  legati alle attività agricole ,da attuare  con o senza piano aziendale, e  quelle agricole a carattere familiare , gli annessi  , le  addizioni funzionali  alle abitazioni esistenti non agricole, i manufatti per la tenuta degli animali da cortile e d’affezione,  ha fornito indirizzi ed  obbiettivi di tutela paesaggistica;  nel territorio urbano  ha dato regole per il centro storico di Pescia  e di Collodi  e per tutti i centri storici  della Svizzera Pesciatina, oltre a regolamentare gli interventi  sul patrimonio edilizio di valore storico, architettonico, tipologico ,presenti nel territorio rurale e nel territorio urbano, con una attenzione particolare  alla tutela attiva dello stesso cercando di  conciliare il  recupero  con il riutilizzo del patrimonio edilizio, introducendo anche deroghe ai parametri edilizi di carattere igienico-sanitario  per facilitare il riuso del patrimonio. Si sono prefigurate nuove viabilità in modo da risolvere criticità presenti nel traffico cittadino, alcune di queste da riproporre nel nuovo Piano Strutturale .

Per quanto riguarda gli insediamenti recenti di Alberghi,  Veneri ,  Ponte all’Abate, Macchie di San Piero, che sono all’ordine del giorno del dibattito pubblico, il Piano Operativo ha perseguito    gli obbiettivi contenuti  nel  Documento di  Avvio del Piano Operativo approvato dal consiglio comunale:  in esso  si pone  l’obbiettivo di  riqualificare , attraverso la pianificazione urbanistica , queste parti periferiche della città per farle divenire a tutti gli effetti parte integrante della città stessa , anche in considerazione  del fatto che al proprio interno insistono già ora opere pubbliche e impianti di interesse cittadino.

In questa operazione  , non semplice , vista la disorganicità urbanistica presente  ad Alberghi, a Veneri ,  a Ponte all’Abate, a Macchie di San Piero,  caratterizzata dalla  presenza di edifici di tipo residenziale urbano  e produttivo frammisti a residui di serre, in molti casi in stato di semiabbandono , e  carenza di strade adeguate, parcheggi  e  verde pubblico , si è cercato di pianificare i vuoti urbani interni ridefinendo limiti  certi degli insediamenti all’esterno, con una forte riduzione rispetto ai limiti del territorio urbano definito dal Piano Strutturale, anticipando pertanto quello che sarà un compito del nuovo  Piano Strutturale.

Il criterio cardine che ha guidato la pianificazione è stato quello di ricreare anche in questi quartieri una forma urbana  decente con al centro  piazze , spazi pubblici , servizi ,strade con dimensioni adeguate per i mezzi carrabili, ma anche marciapiedi di larghezza adeguata per i pedoni ed edifici destinati alle varie funzioni tipiche della città, residenza, negozi, uffici , servizi, nel rispetto dei tessuti edificati esistenti , anzi facendo in modo di inserire questi  ultimi  in un nuovo contesto urbano più qualificato. Mi rendo conto che non è facile attuare tutto questo, anche per il fatto che gli interventi devono essere attuati con il criterio della perequazione urbanistica attraverso convenzionamento pubblico/privato. Non è facile, ma oggi è l’unico modo per fare pianificazione urbanistica nel segno della riqualificazione urbana .  In questo senso le previsioni urbanistiche , non essendo di espansione edificatoria extramoenia, ma di riqualificazione  urbana interna alla città, non possono essere fatte a pezzi , pena il venir meno di un disegno urbano organico e coordinato, potranno invece  essere realizzate in più stralci funzionali o in più Piani Operativi, partendo dalle parti più vicine all’edificato esistente: il vantaggio di ciò è che tutti i cittadini, e non solo i proprietari delle aree, possono comprendere e  immaginarsi lo sviluppo futuro del quartiere e della città e controllarne l’attuazione , nell’ottica di una riqualificazione urbanistica proiettata nel tempo , pur attuata per quinquenni successivi.   Non solo, ma il PO ha affrontato in maniera non formale anche il tema della rigenerazione urbana  sia ” in loco”, cioè recuperando sul posto  manufatti   ex produtivi  esistenti  di valore storico-tipologico,  che con demolizione e trasferimento di volumi in aree di atterraggio predisposte dal Piano Operativo  al fine di superare  il degrado presente in alcuni  tessuti urbani e lungo il corso dei fiumi .

Il dimensionamento del    Piano Operativo  rispetta le previsioni del  Piano Strutturale   vigente suddiviso per funzioni e lo stesso deve essere valutato contestualmente alle dotazioni territoriali pubbliche  ad esse strettamente correlate e da attuare attraverso la  perequazione urbanistica: limitarsi a vedere solo le superfici  edificabili per le varie funzioni senza vedere la quota di opere pubbliche ad esse  correlate che risulta maggiore di quanto previsto dal PS non consente di valutare nella sua completezza la pianificazione urbanistica adottata.

Chiudo questa mia riflessione con qualche dato significativo che riguarda tutto il Piano Operativo  : per la funzione residenziale  compreso i servizi complementari  ( commercio di vicinato, artigianato di servizio, servizi di base..) e soprattutto correlata alla attuazione delle molte opere pubbliche previste ,è dimensionata  per mq.  60.859  di nuova edificazione ,  che rappresentano meno del 50% delle previsioni del PS e  mq 21.151 di  recupero  , pari al 24% delle previsioni  del P.S;  per la funzione  produttiva  : mq  13.500 di  nuova edificazione, previsioni del PS  dopo la variante  che ha eliminato il Business park; per la funzione commerciale  : mq. 4.500,00  di recupero pari al 29% delle previsioni del  P.S;  per la funzione turistico-ricettiva :   mq 4.496 di recupero pari al 22% delle previsioni del  P.S.; standard pubblici,   mq 368.740: + 71% rispetto alle previsioni del PS  , cioè più strade, parcheggi, verde pubblico, e aree per servizi.

 

Questi sono i dati  da dove si evince che la pianificazione urbanistica rientra appieno  nelle previsioni  del  Piano Strutturale  vigente ed ha  cercato di invertire una tendenza alla edificazione  priva opere pubbliche  che non ha tutelato il territorio ed ha aggravato le criticità. Assieme all’aumento degli standard e delle aree pubbliche in massima parte a carico degli operatori privati  vi sono misure molto forti alla realizzazione di opere di mitigazione ambientale  nel rispetto del PIT/PPR e delle recenti  leggi regionali”.

 

Arch. Graziano Massetani

 

 

 

 

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Comunicato stampa