Marzo è il mese dedicato alla prevenzione del secondo carcinoma più diffuso in Italia. I medici dell’Associazione Italia Gastroenterologi ed Endoscopisti Ospedalieri invitano allo screening e annunciano l’avvio di un importante studio per individuare e rimuovere le criticità che riducono la partecipazione della popolazione allo screening.

13 Marzo 2024 – I numeri del cancro al colon in Italia riportano nel 2022 una stima di circa 48.100 nuove diagnosi (uomini 26.000; donne 22.100) e una mortalità che si stima per il 2021 di 21.700 decessi.

Lo screening è uno strumento di salute tanto più efficace quanto più partecipato e ha come scopo principale di intercettare le lesioni precancerose rappresentate dai polipi del grosso intestino o dai tumori in una fase precoce di malattia.

Lo screening del cancro colo-rettale si rivolge ad una popolazione di età adulta, che viene invitata dal proprio medico di medicina generale a aderire alla iniziativa, ritirando generalmente in farmacia un kit per la ricerca del sangue occulto in un piccolo campione di feci. Solo in caso di positività si procede ad effettuare l’esame di secondo livello rappresentato dalla colonscopia.

In Toscana nel 2022 il 96.6% (estensione aggiustata) della popolazione residente tra i 50 e 70 anni è stata invitata ad eseguire l’esame di screening di primo livello, ma nello stesso anno solo il 41.4% ha aderito all’invito.
Si registra che tra il 2018 e 2020 nella regione, a causa del cancro al colon, siano decedute oltre 4200 persone. A fronte di questi dati è importante sapere che tra coloro che scelgono di aderire al programma di screening, si rileva una significativa percentuale di guarigione con sopravvivenza fino al 90%, nei casi frutto di una diagnosi precoce del problema.

“La scarsa adesione alle campagne di screening della popolazione residente è da ricercarsi sia in fattori socio-demografico-culturali, sia a elementi di tipo organizzativo e gestionale. – afferma il Dottor Marco Rossi Presidente Regionale Aigo – Come per lo screening mammografico e cervicale, è ora in corso in Toscana l’attivazione di una campagna di promozione agli screening oncologici, che si realizzerà di pari passo con sviluppi organizzativi in grado di facilitare i cittadini.
Tutto il sistema sanità deve essere coinvolto nella promozione dello screening attivandosi sia da un punto di vista culturale ma anche creando le migliori condizioni per favorire le adesioni non solo all’esecuzione del sangue occulto ma anche all’esame endoscopico che si potrebbe rilevare un salva vita.
In questo senso è in corso in Regione Toscana anche una riorganizzazione che permetta un aumento capillare della disponibilità di esami endoscopici dedicati allo screening tali da permettere di non superare le 3-4 settimane di attesa rispetto al momento del riscontro dell’eventuale positività del campione sulle feci”.

Consapevole del valore determinante della prevenzione e della diagnosi precoce Aigo ha promosso nei primi mesi dell’anno l’indagine “Fattori che influenzano gli esiti dello screening organizzato del cancro colon retto in Italia”, che ha coinvolto oltre 50 strutture ospedaliere di 16 regioni italiane.

“La survey nasce dalla considerazione che il grado di partecipazione allo screening del cancro colon retto in Italia è significativamente eterogeneo, – afferma Marco Soncini Presidente di Aigo e Direttore del Dipartimento Medico ASST Lecco – generalmente le regioni del centro nord dell’Italia raggiungono performance più elevate (40-50%) di quelle del sud e delle isole (10-15%). Più elementi concorrono a determinare l’adesione allo screening del cancro colon retto. Conoscere i fattori che favoriscono o al contrario riducono l’adesione allo screening permette di iniziare un percorso di rimozione delle criticità”.

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Paola Piovesana
giornalista OdG Lombardia

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