Dopo molte ore di attesa in pronto soccorso, non dovute alla lentezza degli operatori, che come molti pensano non lavorino a sufficienza, ma dovute ai tipi di accertamenti cui i medici hanno ritenuto opportuno sottopormi, ed al congestionamento del pronto soccorso, che ormai è diventato un reparto di medicina generale e tutto il personale fatica a tenere i giusti ritmi, poiche sottorganico, hanno ritenuto sicuro per la mia salute ricoverarmi.

La tristezza è stata sapere che il ricovero sarebbe stato disposto per l’ospedale San Jacopo di Pistoia, dove mi trovo attualmente, perche il reparto di Ginecologia avrebbe chiuso i battenti alla mezzanotte del 31/05, per non esser più operativo dal 1 giugno, come disposto dalla Regione Toscana. Ho visto occhi carichi di lacrime e di tristezza, visi affranti e dispiaciuti, ed erano quelli delle ostetriche e delle infermiere, coloro che hanno lavorato molti anni in questo reparto.

Mi pongo delle domande:

Il Garante delle Pari Opportunità della Regione Toscana ha tentato di scongiurare tutto ciò?

Ha tentato di garantire i diritti delle donne che giungono all’ospedale di Pescia da ogni comune della Valdinievole e della Lucchesia?

Ha pensato alle donne operatrici sanitarie e non sanitarie che a causa della chiusura dei reparti di Ginecologia ed ostetricia sono state trasferite presso altri ospedali, e che sono donne a loro volta con famiglia, figli e tutte le dinamiche quotidiane che le donne affrontano, e la lontananza da casa non le agevola assolutamente?

Il Garante delle Pari Opportunità, in quanto essa stessa una donna, senza dubbio è a conoscenza della riorganizzazione dei Punti Nascita ospedalieri scaturita dall’Accordo sancito il 16 dicembre 2010 in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni-Enti Locali sul Documento concernente: “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo.” Allo stesso modo, è certamente a conoscenza dell’esistenza del Decreto ministeriale 11 novembre 2015, in base al quale al CPNn è stato attribuito l’ulteriore compito di esprimere un parere “consultivo” su richieste di deroga relativamente a punti nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti/anno avanzate dalle Regioni.

Per quanto detto, mi chiedo perche il Garante delle Pari Opportunità non si sia mossa nella direzione giusta per salvaguardare tutte le donne. Il vero fatto drammatico è che Operatori Sanitari e medici sono le vittime di ǫuesta politica che, non curandosi dei malati, rende loro non eroi ma vittime.

 

Manuela Angeli

FdI Pescia

Comunicato stampa