Pubblichiamo,augurandovi una buona lettura, il seguente articolo inviatoci dal Sig. Lorenzo Puccinelli-Sannini, segretario dell’associazione Italia Domani :

“In ogni paese democratico che si rispetti, la durata di un governo viene stabilita per legge; una eventuale fine prematura trae origine da un voto di sfiducia del parlamento.
Il governo italiano ha la sua fine fisiologica nel 2018, dopo di che si andrà a nuove elezioni. Se gli italiani avranno apprezzato quanto fatto nei cinque anni precedenti, voteranno quei partiti che saranno in grado di riproporre un modello esecutivo simile al precedente; in caso contrario cambieranno le maggioranze parlamentari che esprimeranno un governo diverso. Questo avverrebbe se l’Italia fosse un paese civile e democratico.
Ma l’Italia non è un paese civile e democratico ! In Italia la sopravvivenza del Governo dipende dall’esito di un referendum. Ma, badate bene, non si tratta di un referendum che invita il popolo ad esprimere apprezzamento o meno per il governo in carica, cosa peraltro di per se incostituzionale, ma di un referendum piuttosto complesso che in primis propone una riforma del Senato.
L’autore di questo stravolgimento dello strumento referendario è, come tutti sanno, il nostro Presidente del Consiglio. Matteo Renzi, infatti ha trasformato il referendum in un plebiscito relativo alla sua persona dicendo testualmente: “Se vincono i NO io me ne torno a casa”, cosa fra l’altro tutta da verificare. A questa affermazione ne è seguita un’altra: “State attenti; après moi le déluge !”, volendo dire che non esiste alternativa ad una sua permanenza sine die alla guida dell’Italia.
Fortunatamente la storia ci insegna che nei periodi di crisi come quello che stiamo vivendo, emerge sempre un salvatore della patria in grado di rimettere le cose a posto. In Francia de Gaulle, in Inghilterra Churchill che salvò l’Europa dal nazismo. Non si illuda dunque il buon Matteo: qualora una bella vittoria dei “NO” sancisse il suo funerale politico, emergerebbe subito qualcuno pronto a prendere il suo posto.
Il problema semmai per gli italiani risiede in questo “qualcuno” che potrebbe nascere, com’è auspicabile, da elezioni anticipate, ma anche da una scelta personale del Presidente della Repubblica. Credo tuttavia che prima o poi il pallino dovrà tornare nelle mani del popolo che finalmente potrà eleggere un parlamento stavolta legittimo.
Certo è, comunque, che per tutti noi l’imperativo categorico consiste nel far vincere i “NO” al referendum di ottobre, in modo da scongiurare il mortale pericolo che Renzi riesca ad instaurare un regime totalitario di durata ventennale. I pròdromi ci sono tutti: asservimento totale dei mass media (stampa, televisione ecc.), leggi partorite dal Governo e non dal Parlamento, abuso del voto di fiducia, riforma del Senato concepita in maniera tale da rafforzare ancora di più il potere dell’Esecutivo, totale disprezzo dei dettami costituzionali considerati alla stregua di carta straccia, e questo per limitarsi agli effetti più eclatanti.
In più a sostenere Renzi si sono schierati il neo-presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e proprio ieri il presidente di Bankitalia Ignazio Visco. Quest’ultimo poi ha lodato il provvedimento degli 80 euro che a suo dire ha sostenuto i consumi interni ed il Jobs act che ha favorito l’occupazione. Strano che proprio in questi giorni gli ultimi dati ISTAT ci dicono che il tasso di disoccupazione globale è salito al 11,7% e quello giovanile al 36,9%, mentre per quanto riguarda la situazione del mercato interno, basta dare un’occhiata intorno per divertirsi a contare quanti esercizi commerciali calino ogni giorno i battenti.
La conclusione di queste brevi riflessioni non può essere che la seguente. Voi piccoli e medi imprenditori volete chiudere in tempi brevi le vostre aziende soffocati dalla burocrazia e dal fisco ? Voi liberi (sic) professionisti siete contenti di continuare a regalare all’erario il 66% dei vostri guadagni ? Voi pensionati gioite nel continuare all’infinito ad avere bloccate le vostre pensioni ? Voi proprietari di immobili svendete con piacere i vostri legittimi beni oppressi da una fiscalità insostenibile ? Voi giovani ardete dal desiderio di emigrare alla ricerca di un lavoro che vi permetta di vivere ? Voi italiani, magari cattolici, esultate nel garantire vitto, alloggio e paghetta e fra breve anche parte della vostra abitazione, ad un esercito di immigrati di fede musulmana che, se non contenti, sono pronti a distruggere quanto loro concesso e magari stuprare anche le vostre figlie, il tutto con la benedizione della Boldrini che, qualora vincessero i “SI” al referendum, diverrebbe la seconda carica dello Stato ?
Bene, siete tutti contenti di quanto sopra ? Allora ad ottobre votate “SI” e continuerete per decenni a godere dei privilegi appena descritti, vivendo in un Paese, dominato dalle mafie nostrane ed internazionali, in cui l’unico diritto sarà quello della corruzione e l’unico dovere quello di farsi corrompere.
Tuttavia, per coloro che vorrebbero un’Italia diversa, un Paese avviato davvero, sia pure lentamente, verso una ripresa culturale, morale, sociale ed economica, l’alternativa esiste. E’ un’alternativa semplice, rapida e gratuita: consiste nel recarsi in un giorno d’ottobre alle urne ed esprimere un “NO” deciso e convinto. In tal modo, il baldo giovane di Rignano sull’Arno inizierebbe finalmente ad esercitare il mestiere in cui è maestro: il venditore porta a porta. Gli italiani recupererebbero un po’ di sovranità, di dignità e di libertà ed il Paese eviterebbe l’instaurarsi di una dittatura.
Ricordatevi però che il referendum di ottobre è l’ultima spiaggia, l’estrema possibilità che abbiamo di cambiare l’Italia in maniera legittima. Se non saremo capaci di approfittarne, la famosa frase di Ferdinando Martini: “L’Italia non fu mai un paese bellicoso….se non quando si trattò di combattere guerre civili”, rischierà di diventare realtà”.

Lorenzo Puccinelli-Sannini

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