La Confederazione italiana agricoltori di Pistoia rilancia le ricette presentate ieri dalla Cia regionale. Il presidente Orlandini suggerisce, per reperire i fondi necessari a risarcire gli agricoltori danneggiati da cinghiali e cervidi, di aumentare le quote d’iscrizione dei cacciatori nelle aree vocate.
Cia Pistoia condivide e rilancia le cinque mosse proposte ieri da Cia Toscana per affrontare l’emergenza ungulati in agricoltura, che sta provocando ingenti danni anche nel territorio pistoiese e persino nei vivai della piana. Non solo. Per bocca del suo presidente Sandro Orlandini, suggerisce un modo per dare più concretezza alla mossa numero cinque, cioè «garantire agli agricoltori il giusto risarcimento dei danni»: aumentare le quote di iscrizione dei cacciatori in relazione alle aree vocate. Ma non è tutto: secondo Orlandini i cacciatori, nelle aree non vocate, dovrebbero prelevare più femmine di ungulati, altrimenti la sovrappopolazione non si riduce.
Nel comunicato stampa di ieri di Cia Toscana (vedi sotto), dopo l’insoddisfazione per il grado di attuazione dell’apprezzata legge regionale n. 10 del 2016 sulla gestione degli ungulati in Toscana, venivano proposte le seguenti mosse per uscire dalla fase di «stallo» della cosiddetta legge obiettivo:
1) dare piena legittimità agli amministratori degli ambiti territoriali di caccia (atc) accelerando nel frattempo la ridefinizione degli atc secondo l’impianto della legge obiettivo, ma coniugato con il riconoscimento, per alcune aree, del criterio di omogeneità territoriale;
2) potenziare le attività di controllo previste dall’art. 37 della legge regionale 3/94 (la legge quadro sul prelievo venatorio), superando le lungaggini procedurali che ne rendono difficile l’attuazione;
3) concludere il percorso di definizione delle aree non vocate, che debbono comprendere, come prevede la legge obiettivo, tutti i territori agricoli potenzialmente a rischio di danni;
4) proseguire l’azione di allargamento della caccia di selezione, indispensabile strumento da affiancare alla caccia programmata ed agli interventi di controllo;
5) intervenire con decisione per garantire agli agricoltori il giusto risarcimento dei danni.
«E’ prioritario salvaguardare la legge obiettivo fortemente voluta dall’assessore regionale Remaschi – commenta Sandro Orlandini -. Ieri sera all’incontro alla festa dell’Unità regionale anche il ministro delle politiche agricole Martina ha sostenuto che tale legge rappresenta un elemento di novità interessante e forse l’unica strada concretamente percorribile per uscire dall’emergenza ungulati».
«Condivido le ricette di Cia Toscana – aggiunge Orlandini – e mi permetto di suggerire, per dare gambe alla mossa n. 5, di prendere in considerazione l’ipotesi, che del resto avevamo già discusso nell’ambito dell’Atc di Pistoia, di aumentare le quote di iscrizione dei cacciatori almeno relativamente alle aree vocate. Infatti gli atc al momento non hanno risorse sufficienti a risarcire i danni da ungulati effettivamente subiti dagli agricoltori e le quote annuali dei cacciatori non sono alte». «Esorto inoltre i cacciatori – conclude Orlandini – a non limitarsi, quando cacciano nelle aree non vocate, al prelievo degli ambiti maschi, magari nel caso dei cervidi per i bei palchi, perché se non vengono prelevate anche le femmine il problema della sovrappopolazione non si risolve».
Comunicato stampa Cia Pistoia
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Ungulati: tiro incrociato contro l’azione della Regione Toscana
PROPOSTA IN CINQUE MOSSE PER USCIRE DALL’EMERGENZA UNGULATI
Luca Brunelli: «Troppe manovre per bloccare la Legge obiettivo della Regione Toscana. È ora di dire basta, la Regione vada avanti con coerenza e determinazione, nell’interesse dell’agricoltura e dell’ambiente»
Una proposta in cinque mosse per uscire dallo stallo in cui e’ ferma la Legge obiettivo della Regione Toscana per uscire sull’emergenza degli ungulati. E’ quanto ha proposto la CIA Toscana, nella riunione della propria Giunta dell’ 1 agosto, in cui e’ stato fatto il punto sullo stato di attuazione della “Legge obiettivo” per la riduzione della fauna selvatica in Toscana. «Dopo quasi sei mesi dalla sua approvazione, la situazione è molto preoccupante – dichiara il Presidente Cia Toscana Luca Brunelli – Nonostante gli indubbi sforzi della Regione Toscana a dell’Assessore Marco Remaschi, soprattutto sull’avvio della caccia di selezione, l’attuazione della Legge obiettivo è una vera corsa ad ostacoli, che in parte sono oggettivi, in parte derivano da alcune incertezze decisionali, ma troppo spesso portano il nome e cognome di chi non aspetta altro che il fallimento della Legge». Per uscire dallo stallo la Cia Toscana propone alla Regione di “prendere il cinghiale per le zanne” intervenendo subito con nettezza e determinazione. La proposta della Cia Toscana si articola in cinque azioni immediate: Superare lo stallo degli ATC, dando subito piena legittimità di governo degli ambiti agli amministratori. Accelerare nel frattempo la ridefinizione degli ATC, mantenendo l’impianto della Legge di riordino, coniugato con il riconoscimento, per alcune aree, del criterio di omogeneità territoriale; potenziare le attività di controllo previste dall’Art. 37 della Legge Regionale 3/94, superando le lungaggini procedurali che ne rendono difficile l’attuazione; concludere il percorso di definizione delle aree non vocate, che debbono comprendere, come prevede la Legge, tutti i territori agricoli potenzialmente a rischio di danni; proseguire l’azione di allargamento della caccia di selezione, indispensabile strumento da affiancare alla caccia programmata ed agli interventi di controllo; intervenire con decisione per garantire agli agricoltori il giusto risarcimento dei danni. «Come Cia Toscana è dal novembre 2014 che lo diciamo: non si tratta di calamità naturale, ma di emergenza istituzionale! – conclude Brunelli – La Regione Toscana deve trovare la forza e la determinazione necessarie per riprendere il controllo del territorio. Noi agricoltori saremo al fianco delle Istituzioni, se sapranno operare per la salvaguardia dell’ambiente e dell’agricoltura».
Comunicato stampa