Dai soggetti del Terzo settore proposte e suggerimenti alla Regione Toscana. Dalla Fondazione Turati la richiesta di alzare il livello della qualità per chi lavora in convenzione.

Una nutrita delegazione della Fondazione Turati, Luciano Pallini, direttore del Centro Studi, Giovanni Spiti, direttore amministrativo, Maurizio De Scalzi, segretario generale e Giancarlo Magni, membro del Comitato Direttivo, hanno partecipato a Firenze alla I^ Conferenza regionale del Terzo settore.

Il mondo del volontariato toscano è una realtà molto importante. Sono 6.500 i soggetti iscritti ai registri regionali ai quali vanno aggiunti le circa 20mila associazioni appartenenti al non profit e non iscritte. Un totale di 430mila volontari con oltre 60mila addetti.

Secondo l’Istat in Toscana ci sono 71 istituzioni non profit e 1250 volontari ogni 10mila abitanti. Una realtà composita che vede associazioni di volontariato, cooperative sociali, Onlus e associazioni di promozione sociale e sulla quale sta calando la Riforma predisposta a livello nazionale.

Scopo del Forum è stato quello di raccogliere le istanze di tutte le componenti toscana del non profit, anche quelle più piccole e decentrate. Gli oltre 700 partecipanti si sono divisi in 30 gruppi di lavoro, tre per ognuno dei temi che erano stati individuati e che spaziavano, solo per citarne alcuni, dal ruolo del volontariato nel Terzo settore ai rapporti fra Terzo settore ed Enti pubblici, dai problemi legati all’accesso al credito alla formazione, dal bilancio sociale all’impresa sociale. Per ogni gruppo di lavoro, dopo la discussione, è stata redatta una sintesi delle questioni emerse presentata poi in assemblea generale.

Ai lavori hanno partecipato anche l’Assessore alla salute e al welfare, Stefania Saccardi, e il Presidente della Giunta regionale, Rossi, che ha manifestato l’intenzione di varare, prima della fine della legislatura, una legge “che rimetta insieme tutti i pezzi della legislazione regionale.  Una legge in cui tutto il volontariato possa riconoscersi, che metta in connessione le diverse realtà, uno strumento che dia forza e riconoscibilità a questo settore”.

Dal canto loro i rappresentanti della Turati sono intervenuti ai diversi tavoli di lavoro avanzando varie proposte e suggerimenti. Su tutte, la raccomandazione alla Regione di vigilare con la massima cura sulla qualità delle prestazioni, per quanto attiene ai servizi socio-sanitari erogati in convenzione. Troppo spesso infatti, anche purtroppo per le realtà toscane, si leggono casi di malversazioni e maltrattamenti a danno dei soggetti, spesso anziani, assistiti. Una strada per ottenere questo risultato potrebbe ad esempio essere quella di richiedere, per le strutture che lavorano in convenzione ed in modo particolare per quelle che co-progettano con la Regione, il requisito dell’adozione della 231, che, introducendo in azienda una più approfondita cultura dei rischi, aumenta i controlli e la trasparenza della gestione.

 

 

Ufficio stampa della Fondazione Turati