All’arte culinaria della Valdinievole è stata dedicata una giornata di studio con la presentazione, il 20 dicembre scorso, di un volumetto edito recentemente Le ricette di Collodi (Pacini Fazzi editore, 2016), in una fortunata collana dedicata alla cucina toscana. In questa occasione – voluta e organizzata dall’associazione Storia e Storie al Femminile, sezione dell’Istituto Storico Lucchese, in stretta collaborazione con il Centro Donna di Lucca e con Toponomastica Femminile, con il patrocinio di Collodi Insieme e il sostegno finanziario della Banca di Pescia e Cascina –, si è parlato non solo di un ricettario popolare tipico di un piccolo paese, ma grande per la fama che ha conquistato grazie al celebre burattino, un paese di confine tra il Pesciatino e la Lucchesia, ma anche degli antichi menù adottati nei monasteri femminile del Montecatinese.
Durante i lavori della giornata di studio, coordinati da Claudia Massi direttrice di Storia e Storie al Femminile, hanno preso la parola Meri Baldaccini, associazione Centro Donna di Lucca, Laura Candiani, associazione Toponomastica al femminile, Roberto Rossi, associazione Collodi Insieme, Antonio Giusti, direttore Banca di Pescia e di Cascina.
Quanto al grazioso volumetto sulle ricette collodesi di Daniela Bartolini, ne ha parlato l’autrice, la quale ha spiegato le ragioni, soprattutto affettive, del suo lavoro. Sono ricette, queste, che utilizzavano nella sua famiglia in un’epoca che non si immaginava ancora l’avvento della società dei consumi. Tra le ricette collodesi, veramente tipiche appaiono quelle dei dolci: la pinocchiata e la torta coi becchi, soprattutto, di cui è stato possibile fare un assaggio grazie allo chef del Ristorante Villa Garzoni a Collodi, offerto dalla Banca di Pescia e Cascina.
Grande curiosità ha destato la relazione successiva di Roberto Pinochi, intitolata Con molto scialo di rinfreschi e paste – Cibo quotidiano e della festa nei monasteri valdinievolini. Pinochi, sulla base di documenti e diari scritti dalle monache, ha ripercorso certi momenti lieti della vita di donne legate alla condizione claustrale, momenti in cui si poteva largheggiare e dimenticare una società sostanzialmente povera. Alcune delle numerose persone intervenute all’iniziativa hanno portato un loro contributo di ricordi e di esperienze.

 

Comunicato stampa