Venerdì scorso  ho assistito a un convegno organizzato dal CIA dal titolo “Scenari del florovivaismo – dalla produzione alla commercializzazione” alla presenza dell’assessore regionale al ramo Salvadori.
Se la finalità era avere risposte dalla regione in merito alla crisi del settore e al futuro del Comicent-mercato dei fiori, al di là del merito dell’iniziativa e della buona volontà degli organizzatori, debbo dire che il convegno è servito a poco. Nessuna risposta dall’assessore, che si è limitato a propinare  la solita storia che gli imprenditori devono essere artefici del proprio  destino,  che è finita l’epoca dei finanziamenti a pioggia alle imprese, che il mercato è dentro le mura ma esiste come luogo “metafisico” commerciale  soprattutto fuori, che il distretto floricolo interprovinciale svolge un ruolo fondamentale ed è l’interlocutore della regione e così via. Ovvero niente di nuovo rispetto agli ultimi anni. Ci si dimentica naturalmente di dire, oltre a non fare mai una sana autocritica,  che la Regione è titolare della programmazione del settore e che il  mercato è di proprietà della Regione stessa  che evidentemente ha la solo preoccupazione di affibbiarlo al Comune per poi liberarsi da ogni responsabilità.
Lo dico con chiarezza. Questo atteggiamento da parte dell’amministrazione regionale è inaccettabile; almeno fino a qualche anno fa’ le amministrazione precedenti riconoscevano la crisi e si preoccupavano di attivare tavoli di concertazione regionali; oggi niente. Probabilmente l’assessore avrà detto cose più interessanti alla cena privata a cui a partecipato  dopo  insieme ad alcune rappresentanze  delle categorie economiche  con l’altro candidato alle primarie, che notoriamente è più collegato di me alla giunta regionale presieduta da Rossi. D’altra parte si sa, i candidati renziani non sono così  apprezzati sul territorio, perchè probabilmente parlano un linguaggio schietto di verità che il vecchio sistema di potere regionale e locale non vuol ascoltare 
Detto questo, ribadisco la mia posizione.
Le Regione Toscana insieme al Comune di Pescia deve attivare un tavolo di concertazione con gli operatori (che sono ancora tanti in zona) e le categorie, per andare oltre il distretto floricolo interprovinciale che in questi anni ha prodotto poco o niente,   e redigere un progetto che parta dalla necessità di fare sistema in questa realtà e concorrere, con progetti di sistema per l’appunto,  all’ottenimento degli ingenti finanziamenti Europei dei piani di sviluppo rurale (oltre 960 milioni di euro nei prossimi 5 anni)  a disposizione della Toscana.
Progetto di sistema significa prevedere una vasta  riqualificazione del processo produttivo con investimenti in innovazione, significa dotarsi di un marchio dei fiori e delle piante legato al territorio, significa rilanciare una manifestazione promozionale internazionale con il marchio “Biennale”, significa investire sul Mercato come centro di servizi alla produzione e commercializzazione, significa attrezzarsi sul piano del marketing  per trovare nuovi canali di  vendita che valorizzino le produzioni locali di eccellenza e qualità, se del caso attivandosi anche a livello di legislazione nazionale per tutelarle da una concorrenza subdola e sleale.
Naturalmente fino a quando non viene iniziato  questo percorso  complessivo di rilancio, la proprietà della struttura se la tiene la Regione e ci deve investire per adeguarla in termini di legge sulla sicurezza
Ci sono sempre tante aziende in queste realtà che ci credono e tanti giovani che vi  operano, questa rimane tuttoggi la prima economia della città. Dobbiamo ritornare ad essere ambiziosi e pensare in grande. La politica ha questo compito e non può lasciare soli gli imprenditori.  

Comunicato stampa
Andrea Giuntoli