Rinvio dei pagamenti e revisione dei criteri di calcolo, il governo ha deciso di modificare le regole per l’Imu sui terreni agricoli. “L’esecutivo ha immediatamente colto la necessità del rinvio del pagamento dell’Imu agricola e della definizione di un adeguato criterio per la delimitazione dei terreni agricoli interessati. Una buona notizia anche per Pistoia -commenta Mario Carlesi, presidente di Coldiretti Pistoia-. Le modifiche annunciate riguardano gli aspetti critici della norma che Coldiretti aveva evidenziato”. Il governo, infatti, sta provvedendo, come annunciato dal sottosegretario all’economia Paolo Baretta, ad una modifica delle modalità relative all’applicazione del decreto legge 66/2014 relative all’Imu agricola, con l’obiettivo di rinviarne il pagamento stabilito per il 16 dicembre 2014, anche al fine di rivedere i criteri applicativi.
Oltre al rinvio del pagamento, la revisione dei criteri è quanto auspicato da Coldiretti.
I criteri di calcolo dell’imposta ipotizzati si basano sull’altitudine della sede del municipio. Più è alto il centro storico del comune e più aumentano le esenzioni, con tre fasce: fino a 280 metri d’altitudine, tra 281 e 600 metri, oltre 600 metri. Per quanto riguarda Pistoia, i terreni agricoli di comuni come Pescia e Montale prima esenti, avrebbero pagato l’Imu ‘ordinaria’. I terreni agricoli dei comuni di Marliana e Sambuca Pistoiese, prima esenti, sarebbero tra quelli tenuti al pagamento, con esenzioni solo per gli agricoltori. In quasi tutti i comuni della provincia, finora esentanti in zone più o meno ampie del territorio, la nuova normativa se non modificata imporrebbe pagamenti prima non dovuti.
“È sicuramente importante confermare la fondamentale scelta di differenziare l’imposta a favore dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoltori professionali -commenta Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia-, ma è utile ribadire quel che abbiamo denunciato: la scadenza ravvicinata al 16 dicembre violava il principio della collaborazione sancito dallo Statuto del Contribuente. Inoltre, l’incoerenza del criterio di calcolo aveva generato tensioni sul territorio e rischiava di attenuare l’importanza della positiva scelta di differenziare l’imposta a favore degli agricoltori professionali, coltivatori diretti e imprenditori agricoli iscritti nella relativa gestione previdenziale, che continuano a godere, in zone montane o di collina, della esenzione Imu”.
COMUNICATO STAMPA