Il sig. Lorenzo Puccinelli Sannini, segretario dell’associazione Destra Domani, ci invia questo interessante articolo che volentieri pubblichiamo :
“Il vocabolario Treccani ci offre diverse definizioni di cultura; al primo punto la definisce in questo modo: “L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo.”
Questa definizione è da intendersi in senso soggettivo per cui, per assurdo, chi dovesse naufragare su di un’isola deserta, costituirebbe, pur totalmente isolato dal resto del mondo, un elemento culturale.
Il significato invece che noi comunemente diamo al termine cultura, si avvicina di più al pensiero espresso dall’antropologo britannico Edward Tylor che scrisse nel 1871: “La cultura, o civiltà, intesa nel suo senso etnografico più ampio, è quell’insieme complesso che include le conoscenze, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro della società.”
Ovviamente è questa seconda definizione che vorrei prendere in considerazione in queste poche righe, perché essa considera l’uomo nel contesto della sua comunità.
Soprattutto in questi momenti, vicini ad un decisivo appuntamento elettorale, siamo portati a pensare che i valori più importanti da considerare per un futuro di benessere siano i dati economici, il peso fiscale, il debito pubblico ed altri parametri di questo tipo.
Certamente questi sono elementi da non trascurare, ma, nel contempo, non dobbiamo dimenticare che il patrimonio culturale di una popolazione è il mattone su cui si costruisce quell’identità di valori condivisi che costituisce il collante del vivere civile.
La cultura quindi rappresenta per ogni comunità il valore più importante, in mancanza del quale tutti gli altri parametri perdono di significato. Gli elementi tipici di ogni società quali quello economico, quello politico, quello legale, rischiano di entrare in conflitto l’uno contro l’altro se manca il substrato culturale comune.
Per cultura, di quella che in greco si definirebbe una πόλις, non è sufficiente conoscere e magari anche promuovere le caratteristiche storiche, artistiche, naturalistiche del proprio luogo di nascita e di residenza, ma è necessario ricercare, comprendere, conservare e tramandare la storia, le tradizioni, la lingua, le abitudini che rendono questo luogo unico al mondo.
Ma perché la cultura diventi un valore sociale è necessario che essa venga condivisa da tutti i cittadini. Scriveva il teologo Vito Mancuso: “Per trovare il senso della vita, bisogna essere un filo di un indumento più grande……perché un filo ha senso solo se si unisce ad altri fili, come una nota ha senso solo se si unisce ad altre note.”
A questo proposito mi torna in mente la frase che ho spesso letto su Facebook: “sei un vero pesciatino se…..” Risponderei: se condivido la cultura di Pescia con i miei concittadini.
E condividerla, questa cultura, non significa diventare professori universitari, significa amare la propria città, sentirsi un tutt’uno con essa in armonia con tutti gli altri, operare, ognuno nella sua specificità, per il bene comune, al di là di ogni ideologia, politica, religiosa o sportiva che sia.
Per questo ritengo che, quando ci recheremo all’ormai prossimo appuntamento elettorale, dovremmo tenere presente anche e forse soprattutto il nostro patrimonio culturale, per poterlo affidare a coloro che più ci potranno garantire la sua sopravvivenza.
Qualcuno, non mi ricordo chi, ha detto che la funzione della cultura consiste nel dare significato al mondo. Facciamo in modo che essa dia significato anche alla nostra amata città”.
Lorenzo Puccinelli Sannini