Stranamente dopo solo un giorno dall’articolo dell’Associazione Acqua Bene Comune Pistoia e Valdinievole in merito al depuratore di Veneri, appare un articolo di “distrazione di massa”, in relazione ad una faraonica opera incompiuta a costi stellari (pagata con denari pubblici), di cui si parla da alcuni decenni, in gergo denominata “Il Tubone” (addirittura nell’articolo definita “punta di diamante”).
Nonostante abbiamo letto più volte con il microscopio elettronico l’articolo non c’è stato modo di trovare una data di fine lavori.
In compenso si trovano frasi mirabili tipo “per la tutela delle risorse idriche del Valdarno e del Padule di Fucecchio …….” (non risulta che qualche associazione ambientalista lo abbia richiesto o caldeggiato), ma si chiama “Accordo del Cuoio” (infatti sono le imprese conciarie le promotrici, perché hanno sempre più bisogno di acqua per la loro attività e che non pagheranno l’opera).
Nell’articolo troviamo poi scritte altre frasi evocative: “prevedono la costruzione …..”, “sono in fase di elaborazione le progettazioni definitive ….”, “le gare sono in corso …..”, “è terminato il progetto esecutivo …..”.
E le date di termine lavori certe? Non pervenute.
Se poi mettiamo al massimo la focalizzazione del microscopio elettronico troviamo che sui 24 km. previsti ne sono stati realizzati 5 ……, meno male che il titolo dell’articolo inizia con la frase “Entra nel vivo” (dopo decenni ….).
Se dividiamo i 143 milioni previsti per i 24 chilometri di tubazioni da realizzare viene un costo di quasi 6.000 euro al metro lineare ….; non poco, non ovviamente per chi paga (i contribuenti), non male invece per chi realizza, infatti si è pensato che ci fosse un errore nell’articolo quando si parla di tubazioni realizzate in ghisa, forse sono in oro massiccio …..
Senza considerare i costi di esercizio e di manutenzione di un’unica mega opera ed i rischi conseguenti all’essere vincolati ad una sola struttura di depurazione.
E chi paga l’opera, la società per azioni privata Acque S.p.A.? (che applica i costi in bolletta tra più alti d’Italia), con i propri utili che ammontano a quasi 100 milioni negli ultimi quattro anni?
NO. I 143 milioni li pagano i cittadini (che già pagano anche le bollette tra le più care d’Italia), con finanziamenti pubblici (quindi pagano due volte).
Sarebbe poi utile calcolare il costo a nuovo di ogni singolo depuratore di quelli da sostituire, in rapporto agli abitanti equivalenti asserviti e vedere a quanto ammonterebbero sostituendoli o ammodernandoli, ove possibile, i costi finali per gli oltre 120.000 abitanti della Valdinievole.
Sarebbe bene che qualcuno si occupasse di ridurre le perdite idriche (il 40%) di acqua che non arriva al rubinetto, che nel 2020, dopo 20 anni di gestione privata è aumentata.
Ma il gestore non ha interesse a ciò perché ha ricavi garantiti e rischio di impresa pari a zero.
Evidenziamo per concludere che nell’articolo si parla di dismissione del depuratore di Pescia, che non è quello di Veneri, ma quello sito in località Macchie di San Piero; un impianto degli anni 1960, della capacità in origine di circa 7.000 abitanti equivalenti nel quale confluiscono i reflui di 14.000 pesciatini ….. e che comunque non asserve la parte sud del Comune di Pescia, a valle dell’impianto, la quale è priva di fognature anche dopo 20 anni di gestione idrica privata e vi rimarrà anche dopo la realizzazione del “tubone”.
Dopo 20 anni di inefficienze dei privati la Regione Toscana è anche sotto procedura d’infrazione UE per il mancato adeguamento della rete di depurazione, con sanzioni che pagheranno i cittadini.
E meno male che i privati fanno gli investimenti …….
Associazione Acqua Bene Comune Pistoia e Valdinievole
Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua
Comunicato stampa