Il MEFIT (Mercato dei fiori della Toscana, società “speciale” istituita dal Comune che da 10 mesi gestisce il complesso ex Comicent), è riuscita a raggiungere un insperato pareggio di bilancio (pari a 800mila euro, soldi già incassati per un buon 80%). Affidata al lavoro dei tecnici, tra cui il commissario Elena Lorenzi e il direttore Fabrizio Salvadorini, la fase di verifica sui conti pone le basi per lo sviluppo futuro del mercato dei fiori, al cui vertice si insedia da oggi l’ex vicesindaco Franco Baldaccini. Il tandem Lorenzi-Salvadorini, nei 10 mesi di incarico, ha firmato iscrizioni con contratti di sub concessione e noleggio servizi per 500 aziende: ora sono 716 (275 produttori, 360 commercianti, 50 trasportatori, 31 soggetti dell’extra filiera florovivaistica) le ditte che utilizzano il mercato dei fiori per la loro attività, tra banchi di vendita, magazzini e celle frigo. Il volume di affari stimato in un anno è di circa 70 milioni di euro. Aspettando sempre i 10 milioni promessi dalla Regione, proprietaria della struttura, i quali permetterebbero di trasformare il complesso in un polo multifunzionale. E si parla di ospitarvi anche un mercato di frutta e verdura e di organizzarvi eventi.
Fonte: Il Tirreno
1 commento
Lorenzo Puccinelli Sannini says:
nov 10, 2013
Più che esprimere un parere, mi permetto di avanzare un suggerimento. Grazie alla sua enorme superficie coperta, il MEFIT si presta particolarmente bene all’organizzazione di eventi di notevoli dimensioni tipo fiere, esposizioni e mostre. Penso ad esempio ad una mostra dei ciclomotori d’epoca (ricordiamoci che Innocenti è nato a Pescia), ad una fiera nazionale del libro per ragazzi (Collodi è patrimonio di Pescia), a manifestazioni anche di carattere musicale sopra tutto per i giovani.
Sarebbero tutte iniziative che per uno o più giorni attirerebbero nella nostra città un notevole numero di visitatori che contribuirebbero in maniera sostanziale all’economia locale frequentando i negozi, i ristoranti, gli alberghi, gli agriturismi ecc..
Del resto per Pescia, che purtroppo oggi non vive più di industrie, di agricoltura e di commerci, incrementare il turismo appare come un imperativo categorico.