“Da mesi, ormai, sto’ denunciando la situazione sempre più critica per la Sanità e l’ Assistenza pubblica a Pescia e in tutta la Valdinievole.
Accanto a una evidente riduzione delle risorse, per la crisi in atto,c’è però anche una altrettanto evidente responsabilità di chi amministra localmente i territori, con scelte non fatte o mal fatte che aggravano la situazione e rischiano di far perdere quello che ancora rimane.
A cominciare dal San Domenico, residenza storica per i bisognosi, controllata dal Comune e con un Bilancio in sofferenza da anni. La situazione si è fatta ancor più pesante nel 2014, tanto da rendere necessaria la nomina di un Commissario che ha dato indicazioni precise, delineando un modello di gestione auto-sufficiente, con la stabilizzazione economica della struttura. Dunque, il San Domenico può essere messo in sicurezza seguendo queste indicazioni, ma ad oggi, purtroppo, non lo si fa’ e si cercano altre strade, invero piuttosto bizzarre. Intanto si decidono “adeguamenti” con aumento delle tariffe per le famiglie, mentre si riducono i servizi ( far pagare di più e dare di meno), e non si sfiora neppure il problema centrale del costo del lavoro. Eppure non è difficile capire che la necessità di una Revisione della Spesa non riguarda solo il Governo a Roma, ma anche gli Enti locali con le Aziende controllate, come appunto il San Domenico e, allora, non è più possibile oggi mantenere, per lo stesso lavoro di Assistente, tre tipologie di contratti diversi con conseguenze molto pesanti sul Bilancio e sui rapporti fra le stesse operatrici. Ed è chiaro che continuando su queste strade, le prospettive sono tutt’altro che rassicuranti.
Lo stesso vale per il nostro Ospedale, sempre più penalizzato dal Patto Territoriale di riorganizzazione, per mancanza di investimenti su Personale e tecnologie semplici che rendono sempre più difficile l’accesso ai Servizi. Le premesse e i contenuti programmatici da cui partiva questo Patto erano stati condivisi nel Luglio 2013, ma sono stati e continuano ad essere stravolti nella sua attuazione pratica, tanto da rendere inaccettabile il Patto stesso. Chi amministra, dunque, può e soprattutto deve intervenire e chiederne la revisione, per le conseguenze che esso produce. Per farlo, però, occorre un minimo di competenza in materia, sapere almeno di cosa si parla, insieme alla volontà di opporsi anche ai dettati della Regione, se necessario. Ma oggi non si vedono davvero tracce né dell’una né dell’altra, e questo è solo il primo preoccupante risultato della politica attuale, fatta di continui annunci , solo per “apparire” (con tanto di fotografo sempre al seguito), assolutamente incapace di sostenere i bisogni primari e quotidiani della gente”.

Dott.F.Conforti

Comunicato stampa