Pubblichiamo il comunicato del dott. Giuseppe Fiore (La Destra)  che interviene sul recente fatto avvenuto in un supermercato a Pescia :

“Sabato un nigeriano pluri-pregiudicato e un suo connazionale, dopo aver creato un notevole trambusto alle casse del supermercato Lidl di Pescia, sono riusciti a mandare all’ospedale, variamente contusi, i cinque carabinieri intervenuti per riportare la calma riuscendo a condurlo in caserma.

 

Nonostante ciò pare che al gentiluomo, residente a Massa Lombarda (RA), siano stati concessi i domiciliari. Speriamo almeno che tale misura, così “forzatamente coercitiva” decisa dal magistrato di turno, debba espletarsi a Montecatini, presso il domicilio del connazionale del nostro eroe e non in provincia di Ravenna. In quest’ultimo caso infatti le possibilità di vederlo presente al processo per direttissima a Pistoia, già di per se esigue, diventerebbero sicuramente nulle per non pensare poi, in un periodo di “svuota carceri”, a quale “esemplare” pena potrà mai essergli comminata.
Non vogliamo pensare invece alle conseguenze per i militari dell’Arma se, nella violenta colluttazione, a qualcuno di loro fosse scivolata l’arma dalla fondina e, nel conseguente parapiglia, fosse partito un colpo.

Quasi contemporaneamente, infatti, in uno dei quartieri più infiltrati dalla malavita organizzata di Napoli, un proiettile, partito dalla pistola di un carabiniere, stroncava tragicamente la vita di un ragazzo di non ancora 17 anni. Essendo padre di due adolescenti comprendo lo strazio della famiglia e, come persona dotata di un barlume di ragione, posso anche concordare con Gramellini che su La Stampa argomentava che prima di concludere che quel ragazzo avesse cattive frequentazioni bisognava domandarsi se il contesto ambientale, sociale e familiare gli avesse mai fornito l’occasione di poterne scegliere di migliori ma a tutto c’è un limite.

Non si può non ricordare come i tre militari di quella “gazzella” l’altra notte, sulle tracce di un delinquente evaso dai domiciliari, fossero il presidio dello Stato e della legge in un quartiere auto-collocatosi “fuori” se non “contro” lo Stato e la legge. Un quartiere in cui prevaricazioni e controversie vengono usualmente regolate a raffiche di mitraglietta. Nè si può dimenticare come se tra quelle case, a uccidere sia la camorra, non veda mai nulla nessuno nè, tanto meno, si riesca mai a scovare un testimone.

 

L’altra notte invece c’era un sacco di gente e “tutti hanno visto tutto”, subito pronti a dilungarsi in descrizioni, spesso fantasiose, con dovizia di particolari. Addirittura c’è chi, così nobile d’animo, si auto-accusa di essere stato il terzo passeggero del motorino datosi poi alla fuga.

 

Si vuole colpire l’Arma per colpire lo Stato. Qualcuno cinicamente soffia sul fuoco del comprensibile dolore per una giovane vita spezzata perchè non vuole la presenza dello Stato in quelle aree che devono rimanere ben salde in mano ai fuorilegge ed all’anti-stato.

Fortuna che dal coro del conformismo buonista si leva una voce di dissenso, tanto più autorevole in quanto proveniente da un magistrato con trascorsi anti-mafia, secondo la quale la vera vittima è il carabiniere e non chi, in piena notte, in un quartiere a prevalenza malavitosa, forza un posto di blocco di militari in divisa, in compagnia di pregiudicati, in tre su uno scooter senza documenti”.

Comunicato stampa