Le prime parole dell’inno di Garibaldi che recita : ’’Si scopron le tombe, si levano i morti…..’’ sembrano perfettamente attuali con i tempi che stiamo attraversando.
Gli italiani fiaccati da due anni di terribile pandemia sono impauriti, delusi e depressi e mentre l‘inflazione rialza fortemente la testa, le bollette energetiche sono schizzate alle stelle mettendo in seria difficoltà le imprese e le famiglie italiane, la disoccupazione specialmente giovanile è a limiti intollerabili, la criminalità la fa da padrona in interi quartieri, di che si occupano i nostri, si fa per dire, governanti ? Se andassero in mezzo alla gente forse capirebbero quali sono i reali problemi che attanagliano il popolo e avrebbero il sentore della forte voglia di cambiamento e di protesta che sale nella nostra vituperata Italia. Niente di tutto ciò: contenti di non perdere il vitalizio per una probabile crisi di governo, i plaudenti rappresentanti del popolo (a parole) con un voto al limite della nostra Costituzione, che prevede il secondo mandato presidenziale solo in casi di eccezionale gravità, hanno rieletto il vecchio Presidente, una persona certamente rispettabile, proveniente dal partito egemone della Prima Repubblica, il quale aveva espresso più volte la volontà di passare il testimone e che ha accettato il secondo incarico in quanto persona delle Istituzioni, cosciente del grave momento, mentre il primo ministro Draghi, che ambiva la carica presidenziale fa buon viso a cattiva sorte e freddo e attento aspetta il suo momento di subentrare al Presidente appena rieletto. E intanto il nuovo non avanza : la recente nomina di Amato a presidente della Corte Costituzionale,che segue le 109 nomine governative nei primi sei mesi di insediamento delle quali
38 nominati in incarichi di vertice o dirigenziali effettuate dal consiglio dei ministri del governo Draghi sembrano confermare il ripetersi di vecchie liturgie come quella avvenuta nel 2020 di nomina dell’organizzazione mondiale della sanità di Monti presidente della neoistituita Commissione paneuropea per la salute e lo sviluppo sostenibile. Ci viene in mente il ‘’tutto cambi affinché tutto resti uguale a prima’’ di gattopardesca memoria. E in tutto questo cosa accade ? Nei partiti si disfanno consolidate alleanze, il centro destra che aveva visto Berlusconi, Salvini e Meloni per anni, coeso unito e vincente, ora non sembra esistere più. Salvini, in costante calo di voti, poco seguito, propone un nuovo Partito Repubblicano, sullo stampo di quello degli U.S.A., il Cavaliere riceve Casini che bruciato per l’elezione del Presidente della Repubblica cerca assieme a Renzi di rifare un grande Centro, mentre il furbo Letta si gode questo triste spettacolo muovendo le sue pedine. E chi è contro questa simile riedizione della Prima Repubblica viene emarginato come la presidente di Fratelli d’Italia Meloni, che da un giorno all’altro, a dire dei suoi ex alleati per molti anni, guida’’un partito estremista, con idee sconfitte dalla storia’’, o si ridicolizza il senatore Paragone con il suo movimento politico Italexit descrivendo i suoi simpatizzanti come gente poco raccomandabile. Ultima trovata del risorto Cavaliere e quella di escludere dai programmi Mediaset gli esponenti di Fratelli d’Italia, facendo chiaramente vedere, se ce ne fosse ancora bisogno, il suo profondo senso di democrazia. Non è tacitando gli ex ‘’amici’’, diventati di colpo avversari, che si governa, né ripristinando i nefasti della Prima Repubblica, ma dialogando con tutte le componenti politiche per predisporre un concretizzabile progetto economico, sociale e culturale che abbia come fondamento la competenza, l’efficienza e l’amor di Patria. Non è più tempo di ‘’Conventio ad excludendum’’ come il defunto ‘’arco costituzionale’’, ma i ridare finalmente la parola al popolo con libere elezioni dopo 11 anni di governi ‘’tecnici’’ (Monti, Letta, Renzi Gentiloni, Conte Draghi) e di designare un Presidente attraverso un’elezione diretta con una Repubblica Presidenziale. L’ora dei politici che sembrano sempre più come le comparse dell’Aida che ‘’girano e girano, ma sono sempre le stesse’’ sta per finire e non vorremmo che la rabbia del popolo italiano si tramutasse in atti come quelli avvenuti nella cruenta Rivoluzione Francese, dove una stretta cerchia di provilegiati viveva nel lusso sperperando e gozzovigliando tra balli e feste, mentre il popolo soffriva per le altissime tasse e la fame.
Ilp