Lunedì 9 luglio alle ore ore 17,30, presso  la galleria della libreria “Il tempietto” in via Sismondi si terrà l’incontro con Dianora Tassinari e Cesare Bocci per la fine dell’ostracismo verso un libro di storia locale dal titolo “Atti impuri”, ed una riconciliazione della comunità pesciatina con la storica statunitense Judith Brown, autrice del testo.

Il libro tratta di Benedetta Carlini (Vellano, 1591Pescia, 1661), mistica e suora cattolica italiana, vissuta all’epoca della Controriforma.

Benedetta Carlini, la  nacque a Vellano, piccolo borgo della montagna pesciatina, capoluogo di comunità fino al 1928, da una famiglia della classe media italiana, che fu in grado di acquistare per lei un posto in un convento esclusivo e tranquillo, il Convento della Madre di Dio, a Pescia. All’età di trent’anni, Benedetta fu fatta badessa del convento, ma poi avrebbe avuto una serie di inquietanti visioni in cui alcuni uomini cercavano di ucciderla. Temendo che suor Benedetta venisse molestata da entità demoniache, le altre sorelle consigliarono a suor Bartolomea di vivere nella sua cella. In seguito, le visioni più inquietanti di suor Benedetta sarebbero terminate ma la donna raccontò di ricevere ancora presenze soprannaturali.

Le autorità ecclesiastiche, che vivevano allora nel clima della Controrifoma, quando vennero a sapere tutto ciò erano decise a censurare le sue visioni mistiche, che erano potenzialmente problematiche in quanto potevano essere considerate come segni di spiritualità indipendente o eretica. Gendarmi pontifici le fecero visita anche 3-4 volte al giorno, ma la Carlini non fu mai interrogata fino a quando non venne a galla che Benedetta e Bartolemea erano amanti.

Fu Bartolomea a confessare: secondo quest’ultima, suor Benedetta avrebbe fatto l’amore con lei e durante l’amplesso entrambe avrebbero provato le esperienze mistiche che Benedetta Carlini aveva descritto.

Secondo la Brown diedero più scandalo l’autonomia intellettuale e il misticismo eterodosso di Benedetta che non il suo orientamento sessuale; in ogni caso questa dichiarazione era sufficiente a condannarla: la religiosa fu infatti privata del suo incarico di badessa e successivamente tenuta sotto sorveglianza per i restanti 35 anni della sua vita.

Morì nel 1661 mentre la sua ex amante, Suor Bartolomea, era deceduta l’anno precedente.

Ingresso libero