Il prof.Carlo Vivaldi-Forti, presidente dell’associazione Destra Domani ci invia questo interessante articolo che volentieri pubblichiamo :
”In un mirabile pezzo pubblicato su il Giornale del 14 luglio scorso, Marcello Veneziani intravvede un barlume di speranza in una situazione che pur dipinge a tinte fosche. Dopo aver preso atto della totale mancanza di volontà, di spirito d’iniziativa e perfino di dignità, da parte della generazione dei matusa di destra, ormai incapace di qualsiasi progetto, elenca una serie di movimenti , di piccole organizzazioni, di siti web, fondati e gestiti da giovani negli ultimi tempi. Di qualcuno rivela il nome. Non si tratta di attivisti nel senso classico del termine , e neppure le loro ispirazioni ideali sembrano convergere totalmente. Su un punto, però, appaiono tutti d’accordo: la necessità di cambiare alla radice il sistema sociale , economico e politico. Sul come, invece, ognuno avanza le proprie proposte. E’ ancora presto per trarre conclusioni e giudicare se si tratta di una edizione rivista e corretta della contestazione degli anni sessanta, o magari l’annuncio di un fenomeno analogo a quello dei nuovi filosofi francesi. Vedremo. Ciò che conta, è sapere che anche nel nostro disgraziato Paese esistono ragazzi e ragazze che, invece di aspirare all’ultimo modello di cellulare od occuparsi degli eterni problemi del fitness e delle diete dimagranti, si espongono di persona per cambiare il mondo in cui vivono e cresceranno i loro figli.
Questa mi sembra un’ottima notizia: è sempre bene augurante , nel turbine di una tempesta, scorgere in distanza un raggio di sole che fora le nubi. Anche perché , oggi, le cose non potrebbero andar peggio. Dopo la stravittoria di Renzi, dovuta principalmente alla insignificanza del centrodestra e di chi lo rappresenta, si va delineando in Italia una dittatura strisciante. Il partito di maggioranza, che è tale anche per colpa del Porcellum, non minaccia certo di sciogliere i partiti di opposizione, come Mussolini nel ’26 o Hitler nel ’34, per il semplice motivo che non ne ha alcun bisogno. Esso si limita ad occupare , uno dopo l’altro, tutti i centri di potere in misura ben più ampia del suo progenitore comunista, esercitando una egemonia pressoché assoluta nei settori della cultura, dell’informazione, ( vale la pena ricordare che le stesse reti Mediaset pullulano di marxisti-leninisti convinti), delle ricerca scientifica, della didattica, dell’arte, della letteratura.
Lo schifo dei premi letterari, effetto dell’accordo mafioso tra giornalisti prezzolati, editori asserviti al regime e pennivendoli che si spacciano per scrittori, testimonia il trionfo del pensiero unico, esattamente come avviene tramite una cinematografia che sopravvive con i soldi del contribuente. Sia nel settore della carta stampata che in quello della celluloide, registriamo la produzione di libri che nessuno legge e di film che nessuno guarda. La ragione è semplice : non vale la pena investire venti Euro nell’acquisto di un romanzo o di un biglietto per fruire di prodotti che inducono il sonno. Resta il fatto, però, che questo muro di gomma , fondato sullo scambio di favori malavitosi fra tutti i sostenitori del sistema , ciascuno secondo le proprie competenze, non lascia spazio ad alcuna forma di dissenso effettivo, se non quella rappresentata dalla Opposizione di Sua Maestà.
E’ così che il Paese si impoverisce e declina. Tutti i migliori ingegni, gli uomini più onesti, i ricercatori più creativi, i registi e gli scrittori di talento, oltre che un numero impressionante di giovani, fuggono appena possono da un ‘Italia che sprofonda nella melma, ( l’educazione impartitami, di cui vado fiero, m’impedisce di usarne un’altra che inizia anch’essa per m), e vendono il loro ingegno a Stati non certo perfetti, ma che a paragone dell’inferno italiano rappresentano pur sempre il paradiso. Uno degli elementi più anomali, in questo squallore generale, è la convergenza di quasi tutte le forze politiche a sostegno della mafia di regime. La sinistra storica , per esempio, non cercava l’accordo con i monopoli finanziari , né strizzava l’occhio alle banche. I suoi errori erano peraltro tragicamente noti, ma fra questi le rimaneva estraneo lo sputtanamento con i beneficiari delle rendite parassitarie. Oggi, sbandierando il motto l’Europa lo vuole, qualsiasi compromesso , immorale o ingiusto che sia, la vede in prima linea, terrorizzata d’incorrere nella scomunica dei padrini del vapore. Del centro meglio non parlare: per carità cristiana evitiamo di infierire su quel manipolo di fessi che credevano di resuscitare la Balena Bianca , e invece si trovano oggi a mendicare, per non sparire del tutto, qualche posticino nelle liste dei loro antichi avversari.
Ciò che più scandalizza è tuttavia la resa senza condizioni della maggior parte della destra. A questa non sono di sicuro estranei i problemi giudiziari e aziendali del Cavaliere, che da tempo tenta di barattare un minimo di sicurezza personale con i dissennati e altrimenti incomprensibili appoggi ai governi Monti, Letta e alle pseudo-riforme di Renzi, malgrado la loro estrema pericolosità per lo strapotere che assegnano alla partitocrazia invece di limitarlo. A tale politica altalenante e opportunistica, priva di spina dorsale, si devono i 10 milioni di voti persi negli ultimi sei anni. Voti che non saranno mai recuperati , a meno che l’impostazione ideologica non cambi del tutto e non sorga una nuova classe dirigente.
Qui arriviamo al nocciolo della questione: dove trovarla ? L’articolo di Veneziani, questo forse era il suo scopo, ci fornisce una prima , preziosa indicazione: tra quei giovani, poco più che ventenni, a cui egli faceva riferimento. Qualcuno obietterà che sono troppo pochi, non collegati tra loro e spesso neppure della medesima opinione. Tutto vero, ma ripeto per l’ennesima volta che con lo scetticismo e il disfattismo non si va da nessuna parte. Il fatto , poi, che mi veda costretto ad una campagna antidisfattista in ambienti come i nostri, che in passato erano all’avanguardia in questa battaglia, è un ulteriore segno dei tempi!
Alla ripresa autunnale , dopo le sempre più brevi e misere vacanze estive, ( in attesa che la soppressione delle poche festività religiose e laiche rimaste, purtroppo ricorrentemente invocata anche da taluni nostri simpatizzanti in dispregio di qualsiasi principio etico e patriottico, non le riduca a zero) , occorrerà subito concepire una strategia per riorganizzare una seria opposizione al regime. Tra i passi che ritengo prioritari vi sono di sicuro convegni e congressi, ma non organizzati estemporaneamente. Essi richiedono una specifica e accurata preparazione, cioè la formazione di una rete di solidarietà fra tutti coloro che si sentono impegnati nella ricerca di uno sbocco ai drammatici problemi del Paese. Se vogliamo però che essa funzioni, e che il nostro appello sia preso sul serio, dobbiamo coinvolgere direttamente i nostri interlocutori andandoli a scovare dove sono e invitandoli ad unirsi a noi nella fase preparatoria dei vari eventi. Non è tuttavia necessario postulare un accordo a priori nel merito dei singoli aspetti programmatici e ideologici. Ben vengano le differenze di idee, purché si condivida un intento comune: liberare l’Italia da questo criminale inciucio fra i maggiori centri di potere politico e finanziario e la malavita economica globale che tutto domina.
Lo scopo ultimo dovrà essere bensì la riscrittura delle regole, ma non nel senso voluto da Renzi. Il nostro obiettivo è agli antipodi del suo: egli mira al rafforzamento dei partiti e dei loro apparati, accentrando sempre più poteri in uno Stato che si identifica con la partitocrazia ad ogni livello centrale e periferico; noi, al contrario, vogliamo una società partecipativa in cui alle competenze, rappresentate dalle categorie sociali senza intermediari, siano riconosciuti spazi , nell’attività di governo, almeno equivalenti a quelli garantiti alle forze politiche . Questi alti ideali dovranno essere diffusi ampiamente e ripetuti costantemente , con tutti i mezzi a nostra disposizione , in primis la rete. Che diamine, tutti parlano degli effetti miracolosi di questo strumento, soprattutto nel mondo giovanile, e noi dobbiamo essere gli unici a non servircene? Che la si usi dunque appieno, si tengano corsi on line senza obbligare docenti e discenti a lunghi e costosi trasferimenti , ciò che ci permetterebbe oltretutto di mantenere i contatti anche con coloro che hanno dovuto abbandonare il Paese , si organizzino dibattiti in videoconferenza e si pubblichi in ebook il maggior numero possibile di testi.
Se a partire dal prossimo autunno saremo capaci di organizzare tale attività, gettando le basi di una nuova cultura e di un nuovo pensiero dissidente, il successo non potrà non arriderci.”
Prof.Carlo Vivaldi Forti