Guidare i trattori è un lavoro e anche una passione che attrae sempre più giovani che, come indicano i dati, vedono nell’agricoltura una prospettiva per il loro futuro. Come per auto, motorini e altri mezzi, dopo una fase di transizione, è ora pienamente operativa la nuova legge (Accordo Stato Regioni n. 53 del 22/02/2012) che impone di ‘prendere la patente’ del trattore, prima di cimentarsi nell’arte dell’aratura e delle altre operazioni che in campagna si effettuano coi mezzi meccanici.
Vista la propensione dei giovani a lavorare nel settore primario, in Italia sono 53.475 le imprese agricole italiane condotte da under 35, con un aumento del 9% nel terzo trimestre 2017, saranno in tanti a dover frequentare un corso con prove pratiche. La nuova legge obbliga chi ha esperienza comprovata a frequentare corsi teorici di 4 ore per aggiornamenti.
Organizzato dal Caict, Centro Assistenza Imprese Coldiretti Toscana, si è già tenuto il primo corso organizzato da Coldiretti Pistoia che, sotto la direzione attenta del docente Caict, ha visto i partecipanti cimentarsi in prove pratiche, tenutesi su una ‘pista’ allestita per riproporre le condizioni di lavoro in campagna, a partecipazione prevalentemente di giovani (vedi foto).
“Presto partiranno nuovi corsi -spiega Coldiretti Pistoia- e siamo contenti di vedere la passione per la terra e i mezzi agricoli di tanti giovani che hanno scelto di lavorare nel mondo agricolo. Come Coldiretti organizziamo corsi per conseguire il patentino dei trattori direttamente nell’Istituto agrario di Pistoia: un pezzo di formazione essenziale che dimostra la lungimiranza delle istituzioni formative e che fanno ben sperare per il futuro”.
A livello nazionale le aziende agricole dei giovani – spiega Coldiretti – possiedono una superficie superiore di oltre il 54 per cento alla media, un fatturato più elevato del 75 per cento della media e il 50 per cento di occupati per azienda in più. Si tratta di realtà – sottolinea la Coldiretti – che stanno puntando su quelle caratteristiche di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l’arte, il cibo e la cucina e che hanno permesso all’export agroalimentare italiano di toccare la storica soglia di 41 miliardi di euro nell’ultimo anno. La presenza degli under 35 – sottolinea la Coldiretti – ha di fatto rivoluzionato il lavoro in campagna dove il 70% delle imprese giovani opera in attività che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.
Comunicato stampa