Secondo gli ultimi dati disponibili la Toscana è al sesto posto nella classifica nazionale per numero di reati ambientali accertati. Viene dopo Campania, Sicilia, Puglia, Calabria e Lazio. Si tratta un dato significativo, che non può essere spiegato con una maggiore meticolosità nel verificare il rispetto della normativa ambientale. E’ ben vero, in teoria, che in Toscana vi possano essere controlli più frequenti e più efficaci che in Calabria o Campania, ma non più che in Emilia Romagna, Umbria, Liguria, Veneto e in altre regioni ad essa assimilabili. Dunque, se risultano accertati più reati che nelle altre regioni omologhe, per caratteristiche socio-economiche e funzionalità degli organi di controllo, significa che in Toscana si inquina di più. Nel panorama nazionale dei reati ambientali la regione Toscana, con il Lazio, viene immediatamente dopo le quattro regioni di origine delle mafie storiche. In generale, si può affermare che, in Toscana i settori in cui negli ultimi anni si sono registrati gli illeciti più gravi sono quelli del riciclo degli stracci, dello smaltimento dei liquami, dei fanghi e dei rifiuti solidi. Le illecite attività elusive della normativa antinquinamento sono oggi realizzate con meccanismi che si sono sempre più affinati con il passare del tempo. Non solo, infiltrazioni di rifiuti pericolosi nei terreni e nelle cave, giro bolla, declassificazioni fittizie e altri artifici tipici della criminalità ambientale, ma autorizzazioni caratterizzate da espressioni generiche ed equivoche, che finiscono per consentire quello che è vietato e, cioè: 1) iscrizioni all’albo del gestori ambientali con ditte create ad hoc per trattare i rifiuti, che viceversa non trattano; 2) organizzazione di mezzi e standardizzazione di procedure per mascherare i rifiuti e smaltirli con false classificazioni. E’ uno dei grandi “affari” di questi tempi: quello, cioè, dello smaltimento dei rifiuti, alimentato da frequenti corruttele e da controlli troppo spesso inadeguati, in qualche modo, favoriti da una legislazione farraginosa e sempre più bisognosa di una semplificazione chiarificatrice. Alcuni degli ultimi casi di traffico di rifiuti contestati in Toscana coinvolgono imprese regolarmente iscritte e autorizzate a trattare i rifiuti stessi. ……In tale contesto si inseriscono le attività illecite nel trattamento dei rifiuti urbani, contestate alla società ALIA Servizi Ambientali spa, che opera a Sesto Fiorentino, località Case Passerini, Invero, da notizie di stampa, si apprende che, nel mese di dicembre 2017, l’impianto di compostaggio per il trattamento meccanico biologico (TMB) di ALIA Servizi Ambientali spa, è stato sequestrato, su disposizione del GIP di Firenze. Secondo le stesse notizie di stampa, cinque sono gli indagati per traffico di rifiuti, frode in commercio ed emissione di maleodoranze, tra cui il direttore generale di ALIA Servizi Ambientali spa e il responsabile dell’impianto di Sesto Fiorentino, località Case Passerini. L’impianto resterà aperto sotto il controllo diretto di ARPA Toscana e di ispettori ministeriali. Invero, le indagini, condotte dai carabinieri della polizia giudiziaria, dai carabinieri forestali di Borgo San Lorenzo e dall’ARPA Toscana, hanno verificato che complessivamente 1.241.740 kg di compost “fuori specifica” sono stati rivenduti a nove aziende agricole, che risultano parti offese. In particolare, la società ALIA Servizi Ambientali spa, anziché conferire in discariche autorizzate, avrebbe consegnato detti rifiuti alle aziende agricole, attestando che il materiale conferito fosse ammendante compostato misto (compost), anziché rifiuto speciale non pericoloso, come viceversa sarebbe stato accertato dalle indagini……….Il vero problema, che rende particolarmente grave la situazione, è costituito dal fatto che la società ALIA Servizi Ambientali spa non è solo una società al cento per cento pubblica, ma è soprattutto la società in cui sono confluite tutte le società che facevano parte del Raggruppamento Temporaneo di Imprese, che si è aggiudicato l’appalto ventennale per la gestione integrata dei rifiuti urbani di ATO Toscana Centro e con cui il suddetto ambito territoriale ottimale ha sottoscritto, in data 31 agosto 2017, il relativo contratto di concessione avente ad oggetto l’affidamento in esclusiva della gestione integrata dei rifiuti urbani del territorio.Tutto questo preoccupa FDI in considerazione che l’affidamento ha la durata di 20 anni…chiediamo quindi che su queste brutte notizie che circolano sia fatta totale chiarezza per conoscere ad oggi lo stato delle cose. Chiediamo inoltre quale siano le azioni di controllo che la Regione Toscana ha attuato prima e dopo l’aggiudicazione della concessione di un così importante servizio per il futuro dell’ambiente in toscana.. FRATELLI D’ITALIA
Roberto Franchini
Comunicato stampa