Ridateci la PEDIATRIA.All’ Ospedale “SS Cosma e Damiano” di Pescia,perchè si evince che
In base alle classificazioni degli ospedali nel Piano Socio-Sanitario Integrato Regionale approvato
dal Consiglio regionale il 5 novembre scorso, l’ospedale “SS Cosma e Damiano” di Pescia è
classificato come “ospedale di base” poiché ha un bacino di utenza (la Valdinievole + storicamente i
comuni limitrofi della provincia di Lucca) fra i 70.000 e i 100.000 abitanti ed ha oltre 100 posti letto
(254 p.l.).
Nello standard minimo delle funzioni operative da garantire negli ospedali di base secondo il
PSSIR, c’è la Cardiologia h24 che a Pescia non c’è più e, se presente il punto nascita, la
Neonatologia/Pediatria.
La delibera n. 2/2013, senza avere come riferimento la cornice aggiornata del Piano Socio
Sanitario all’epoca ancora da approvare, ha purtroppo deciso la chiusura del reparto di Pediatria
a Pescia (30 settembre 2013), concentrando le degenze presso l’ospedale San Jacopo di Pistoia.
A partire dalla fine di dicembre 2013, con tre mesi di ritardo, all’ospedale SS Cosma e Damiano di
Pescia sono stati istituiti due posti letto di Osservazione Breve Pediatrica in collegamento con il
servizio di assistenza pediatrica h24 del Punto Nascita che è stato declassato a livello I.
In Valdinievole, quindi, all’ospedale di riferimento di Pescia, le famiglie possono usufruire soltanto
della consulenza pediatrica, dell’osservazione temporanea e di attività ambulatoriali. Per oltre
15.500 minori sono disponibili solo due posti letto di osservazione breve pediatrica. Il principio
su cui si è fondata questa riorganizzazione, vale a dire “maggiore casistica, più esperienza, meno
rischi” in questo caso è venuta meno.
Che cosa è garantito per un’emergenza pediatrica senza l’appoggio di un reparto con personale
dedicato? Nel caso in cui si presentasse al pronto soccorso di Pescia un bambino con codice rosso e
contemporaneamente ci fosse un’emergenza al punto nascita, l’ospedale sarebbe pronto a
rispondere in modo adeguato? Con la chiusura del reparto di Pediatria si è indebolita la catena
dell’emergenza pediatrica, non tenendo in debita considerazione che il Comune di Pescia ha un’area
collinare e montana che dista venti minuti dall’ospedale di Pescia e oltre un’ora da Pistoia.
3) Posti letto e Assistenza Pediatrica
Dall’ultima relazione della ASL 3 si evince che la Provincia di Pistoia dispone di 2,33 posti letto
ogni mille abitanti, dato al di sotto di quanto previsto dalla Regione Toscana (3,15 posti letto) e dal
Ministero con il Decreto Balduzzi (3,7 posti letto). Dei 26 posti letto previsti al PIOT di San
Marcello non è dato sapere quanti ne siano effettivamente disponibili.
Si assiste ormai ad una reiterata mancanza di posti letto che nei mesi invernali, particolarmente
critici, ha portato a sospendere gli interventi di chirurgia programmata negli ospedali di Pistoia e
Pescia per dedicare i suddetti posti letto alla medicina generale.
I bambini in Provincia di Pistoia sono oltre 37.700 dei quali circa 11.000 sotto i 5 anni. Per tutti i
bambini della provincia di Pistoia i posti letto all’Ospedale San Jacopo sono appena 16.
In montagna pistoiese i bambini di età inferiore ai 14 anni sono oltre 1.500 e per loro, al di là del
pediatra di base con ambulatori mattutini o pomeridiani, non è previsto alcun tipo di percorso
assistenziale pediatrico continuativo, tanto che le famiglie sono costrette a rivolgersi a professionisti
privati o ad arrivare fino a Pistoia per il Pronto Soccorso.
I posti letto pediatrici in provincia di Pistoia sono circa 10 volte inferiori allo standard dei 3,7 p.l.
per 1.000 abitanti previsto dal Decreto Balduzzi.
Per quanto descritto si ritiene che l’Azienda con l’attuale organizzazione della rete ospedaliera crei
gravi rischi ai pazienti, ai medici e agli infermieri e se fino ad oggi non è accaduto l’irreparabile è
solo grazie alla professionalità e abnegazione del personale.
È evidente che in Provincia di Pistoia si sia assistito ad una vera e propria rivoluzione del sistema
ospedaliero. Gli alti costi di gestione del San Jacopo hanno portato a “fagocitare” risorse a
svantaggio dei presidi di San Marcello e Pescia che sono stati svuotati di servizi essenziali in modo
tale che richiederebbero attente analisi. I cittadini delle zone periferiche e montane sono penalizzati
in modo pesante da questa riorganizzazione che significa maggiori sacrifici per assistere malati
lontani da casa e soprattutto sottrazione di sicurezza. Roberto Franchini RESPONSABILE PROVINCIALE ENTI LOCALI FRATELLI D’ITALIA .A.N.