“La cronica criticità del pronto soccorso dell’ospedale non fa più certamente notizia, ma sabato pomeriggio la presenza di oltre 40 pazienti in attesa da ore non è certo passata inosservata agli sfortunati utenti ed ai loro parenti prigionieri per ore ed ore degli angusti locali del Cosma e Damiano. Da notare che, incastrati negli ingranaggi di una sanità ormai troppo distante dai bisogni dei cittadini, a Pescia l’altro pomeriggio vi erano anche un buon numero di “codici gialli”.
Parimenti ormai usuale e relegato nell’indifferenza generale il problema degi “appoggi” dei malati della medicina. Dopo decenni di tagli le medicine toscane in generale e quella di Pescia in particolare, sono ormai delle boutique-degenze come i piccoli alberghi con poche camere nei centri storici delle città d’arte. Dato però che la popolazione invecchia e che, al di là dei proclami, l’assistenza fuori degli ospedali è pressocchè inesistente, i ricoveri aumentano e, non trovando posto in Medicina, questi pazienti vengono eufemisticamente “appoggiati” nei reparti chirurgici. Non vogliamo tornare sul tipo di assistenza che viene loro offerto. Sono infatti ubicati lontanissimi da dove operano abitualmente i medici che li debbono seguire e affidati a personale specializzato a occuparsi di tutt’altre problematiche e questo passi, ma almeno si trattasse di un paio di giorni. Invece è una situazione ormai stabile, a cavallo del fine settimana, i pazienti in “appoggio” pare fossero ben 25 e domenica sembra che un paziente ormai da tempo in gravi condizioni, abbia concluso il proprio ciclo di sofferenze terrene ufficialmente ricoverato in quella Medicina di cui, nel suo ultimo ricovero, non ha mai visto i locali. Sicuramente sarà stato accudito nel migliore dei modi e seguito con il massimi della professionalità ma ormai si è superato il limite del grottesco.
Va ricordato che per lo striminzito organico medico della Medicina avere da 10 a 25 pazeinti “fuori” significa doversi fare carico praticamente di un altro intero reparto dalla parte opposta dell’ospedale, senza contare che la cronica occupazione di un buon numero di letti delle specialità chirurgiche e dell’ortopedia, vuol dire far slittare interventi di vario tipo e gravità già in attesa da tempi non sempre ragionevoli. Tutto questo alla faccia del rispetto per la salute dei cittadini, per la loro dignità umana, per le tasse che pagano e che a breve aumenteranno con il nuovo prelievo regionale”.
Fonte: La Destra