No ad un Comune dormiente, Sì ad un Comune vivo e con piene opportunità lavorative, un Comune che attrae investimenti pubblici e privati”, questo è quanto contenuto nella prima pagina del programma del candidato a sindaco Franchi.
In questi primi nove mesi di attività non si è visto o capito nulla di come possa essere immaginata la realizzazione di tutto questo.
A Pescia stiamo assistendo in queste settimane a qualcosa di incredibile. Dopo che dalla Corte dei Conti è pervenuta la comunicazione di essere usciti da una fase di predissesto finanziario e la raccomandazione di agire oculatamente riguardo alla gestione economica del Comune, da parte dell’Amministrazione si è iniziato a seminare indiscriminatamente preoccupazione e paura tra la popolazione, forse con il solo fine di giustificare la miriade di aumenti di tasse e balzelli che stavano per essere riversati su tutti i cittadini di Pescia.
Grazie a questa Amministrazione che agisce ormai come fosse di fatto commissariata, arriva il pagamento dei passi carrabili, viene aumentata l’IMU, viene tolta la gratuità del suolo pubblico per eventi anche a carattere sociale e promozionale, andando a colpire anche le associazioni di volontariato, si è arrivati a istituire una vera e propria tassa sui defunti, con il pagamento del cosiddetto “affidamento delle ceneri”, sono stati aumentati i servizi a domanda individuale (mensa, trasporto scolastico, nido) peraltro a stagione in corso e sta arrivando la tassa di soggiorno.
Questo penalizza fortemente le famiglie, in particolare quelli con figli, mantenendo viceversa privilegi per altre categorie di persone che in modo più o meno corretto si avvalgono di un Isee-zero e sulle quali, a campione, occorrerebbe viceversa un controllo rigoroso, pena uno squilibrio riguardo ad una equità sociale che andrebbe viceversa perseguita.
Questi interventi fanno presupporre una situazione apocalittica dei conti comunali, e viene da pensare che forse sarebbe stato meglio dichiarare davvero il dissesto con tutti i provvedimenti che ne sarebbero conseguiti, compreso il risparmio del costo di una Giunta che in otto mesi non è stata fino ad ora in grado di far intravvedere un futuro per la città, di indicare una prospettiva di sviluppo.
Quali azioni si vogliono mettere in campo per svegliare il Comune dormiente? Dubitiamo che sia sufficiente un bacio del principe azzurro! Come si pensa di attrarre investimenti pubblici e privati se ancora oggi, dopo nove mesi, non si vedono avviate o condotte a termine opere pur già finanziate ed in qualche caso già assegnate?
I cittadini pesciatini cominciano a spazientirsi ed arriveranno presto a chiedere conto delle promesse non mantenute. La città rischia di andare alla deriva, ed una gestione “lacrime e sangue” rischia di essere la pietra tombale che affosserà Pescia, che farà poi fatica a risollevarsi nei decenni a venire”.
Antonio Grassotti, Fiducia in Grassotti
Comunicato stampa