Si avvicina il secondo appuntamento con le visite guidate di TIPO, il progetto di turismo industriale di Prato e del suo territorio, programmate per il 2024. Dopo l’iniziativa di gennaio a Montemurlo, a cui cittadini e turisti hanno risposto con grande partecipazione, sabato 24 febbraio ci si sposterà a Prato dove rigenerazione urbana, creatività e design saranno al centro della giornata: si potranno visitare l’ex lanificio Canovai, la Camera di Commercio e la sede di Tribeca Design.
Sabato 24 febbraio il ritrovo è previsto alle 15 nel parcheggio Camera di Commercio, lato via Pelagatti. Gli spostamenti di questo tour sono a piedi.
Dal racconto dell’ex lanificio Orindo Canovai e del suo nuovo progetto di recupero, si passa a visitare uno dei più straordinari esempi di rigenerazione urbana di edifici tessili, l’attuale Camera di Commercio di Prato e i suoi spazi pubblici (biblioteca, auditorium, corte interna), frutto di un importante concorso di idee. Si prosegue nella zona del Soccorso fino dove sorgeva il lanificio La Romita (location del film neorealista Giovanna di Gillo Pontecorvo) per visitare la realtà di oggi: Tribeca Design, fucina creativa di oggettistica e studio di interior design.
Nel dettaglio, l’itinerario vuole portare alla scoperta dell’area urbana, un tempo denominata “Fuori porta Fiorentina” (la porta Fiorentina, con tanto di dogana daziaria, era collocata tra piazza San Marco e l’attuale via Ferrucci). Si tratta di un tessuto urbano molto particolare, cresciuto, prevalentemente, nel corso della seconda metà del XX secolo, collocato a sud delle mura trecentesche e spesso definito “paesaggio della mixité”, nel quale, senza soluzione di continuità, si incontrano piccoli e grandi capannoni industriali accanto a edifici residenziali. È in questo contesto che si collocano alcune testimonianze industriali interessanti, emblema della narrazione antica e nuova di cui la città di Prato è oggetto: il lanificio Orindo Canovai e la nuova sede della Camera di Commercio.
Costo dell’itinerario: 15 euro intero, 12 ridotto (under 14 e over 65; soci/iscritti di: Unicoop Firenze, associazioni Arci, Acli, Mcl, ex allievi Istituto Buzzi, patronati CGIL, CISL, UIL, Ordine Architetti Prato), gratuito per i bambini sotto i 10 anni. Qui per acquistare il biglietto online.
Il prossimo appuntamento con le visite guidate di TIPO – Turismo Industriale Prato avrà luogo sabato 23 marzo. Chiuderà la stagione la seconda edizione di TIPO Festival in programma dal 12 al 14 aprile. Per approfondimenti sul programma e sulle prenotazioni: www.tipo.prato.it.
I LUOGHI DELLA VISITA DEL 24 FEBBRAIO
Ex lanificio Canovai
Le prime citazioni del lanificio Canovai risalgono agli anni Trenta del Novecento, quando si registrano dei permessi a costruire a nome di Giuseppa Paoletti, vedova Canovai. L’area è quella di via del Romito, a quel tempo, come suggerisce evocativamente il nome, zona non ancora edificata, caratterizzata da campi e viottole sterrate a sud delle mura cittadine. Nel decennio successivo, per volere dell’industriale Orindo Canovai, la fabbrica si ingrandisce, comprendendo tutti i reparti produttivi e innalzando l’imponente ciminiera a servizio della tintoria. Tipico dell’imprenditore tessile pratese era costruirsi l’elegante villetta nei pressi della fabbrica, per ottimizzare i tempi e mantenere il costante controllo sulle produzioni: lo stesso Canovai fa edificare una palazzina per abitazione e uffici adiacente al portone d’ingresso del lanificio, su cui appone una pionieristica insegna tridimensionale, ancora visibile. Oggi l’intero complesso industriale è in fase di recupero, oggetto di un progetto di rigenerazione, intenzionato a dare un nuovo volto all’intero lotto urbano, mantenendo la sua anima tessile legata alla memoria del lavoro.
Camera di Commercio
Sempre su via del Romito si affaccia la nuova sede della Camera di Commercio, oggetto di un importante concorso di idee per il recupero di un ex opificio industriale poi inaugurato nel 2013. Nel dopoguerra l’area “Fuori porta Fiorentina” si configurava come una tavolozza vergine su cui poter edificare massicciamente per rispondere alle necessità produttive del boom economico, con edifici improntati esclusivamente all’economicità costruttiva, alla razionalità degli spazi, la semplicità strutturale, la rapidità di costruzione. Da questa tipologia edilizia, negli anni Sessanta, si distingue la fabbrica tessile voluta dall’imprenditore Adolfo Maggi e progettata dall’ingegner Mario Primi, non tanto per particolari soluzioni architettoniche di pregio o innovative, quanto per la solidità e le imponenti dimensioni della tipologia costruttiva: uno straordinario monolite fuori-scala nel paesaggio urbano, un quadrilatero di circa 40 x 34 metri con tre lati rettilinei e uno più articolato, con un’ampia corte interna, chiuso su se stesso, nella sua monumentalità. Telai e filande già alla fine degli anni Ottanta iniziano a lasciare il passo alla città che avanza: tutt’intorno al monolite industriale iniziano a sorgere capannoni artigiani, abitazioni, botteghe e negozi nell’area compresa tra quelle che stanno ormai diventando arterie viarie cittadine: via del Romito e via Valentini. Negli anni Novanta l’opificio tessile cessa la sua attività, ma l’edificio ospita ancora per qualche anno attività impensabili: la grande fabbrica è diventata un grande deposito di materiali e attrezzature, quelle del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Agli albori del nuovo millennio viene bandito un concorso di idee per riconvertire l’edificio di archeologia industriale nella nuova sede della Camera di Commercio. Il progetto vincitore è quello dello studio di architetti MDU che si propone di accettare e reinterpretare la stereometria e la regolarità dell’edificio esistente, ma anche, e soprattutto, di donare contemporaneità e di aprire il volume alla città. La nuova immagine che la Camera di Commercio di Prato offre alla città è una sfocatura dell’edificio industriale del quale si continuano a vedere gli elementi principali: la serialità delle aperture, le cornici marcapiano, le grandi finestre. La contemporaneità e il legame con il tessile viene reso rivestendo l’intero edificio (non velata l’ispirazione all’artista Christo) con una “pelle” di alluminio anodizzato traforato color bronzo. L’idea di apertura viene realizzata tramite tagli nelle facciate della struttura, che permettono l’accesso della collettività nel giardino-corte interna, e con ampie finestrature in corrispondenza della sala del consiglio, che mettono in collegamento visivo l’ente con la ciminiera della Campolmi e con la storia produttiva della città. Una scala elicoidale in cemento armato è tra gli elementi di pregio che permettono di raggiungere alcuni degli spazi accessibili a tutti come la biblioteca e l’enorme auditorium.
Tribeca Design
Proseguendo l’itinerario a piedi verso la zona del Soccorso, l’esplorazione urbana permette di vivere l’esperienza di mixité, tra grandi palazzi, architettura industriale, villette monofamiliari di inizio Novecento e stanzoni artigianali, fino a raggiungere Tribeca Design, realtà creativa che si inserisce in una rigenerazione di edificio ex industriale del dopoguerra. Quest’area, infatti, è di antica vocazione tessile, in quanto fin dal 1874 vede la nascita di opifici industriali che si trasformano da preesistenti mulini, che sfruttavano l’energia idraulica dalla gora della Romita. Nel 1910 i Fratelli Belli vi impiantano un’attività tessile che comprendeva sia tessitura che filatura (a quel tempo erano solo una decina a Prato) e alcune fasi di rifinizione, impiegando circa 200 maestranze. Sia per la sua dimensione che per la posizione in aperta campagna, il lanificio La Romita si configura da subito come una cittadella, circondata da mura e autosufficiente. Ancora nel 1955, quando la fabbrica viene scelta come location del film Giovanna del regista neorealista Gillo Pontecorvo, la città era lontana. Oggi dell’antico lanificio non rimane nessuna traccia, inglobato e dissolto nel tessuto urbano di mixité tipico del quartiere del Soccorso, tra edifici artigianali e edilizia residenziale. La memoria tessile è però mantenuta da altri soggetti, come Tribeca Design, studio di design dall’anima sostenibile. La nuova sede, inaugurata a ottobre 2023, è situata al primo piano di un contesto ex industriale e si raggiunge attraversando un cortile interno. Accoglie oltre agli uffici, uno show-room, un laboratorio e una piccola galleria espositiva.
TIPO – lo ricordiamo – è un’esperienza unica e originale da vivere in tutte le stagioni, non solo, quindi, in occasione dei tour guidati. Grazie all’app ufficiale è possibile scegliere il proprio itinerario e visitare il patrimonio industriale di Prato e del suo territorio tutto l’anno.
TIPO – Turismo Industriale Prato è promosso da Comune di Prato, Fondazione Museo del Tessuto, Fondazione CDSE Centro di Documentazione Storico Etnografica; in collaborazione con i Comuni di Cantagallo, Carmignano, Poggio a Caiano, Montemurlo, Vaiano, Vernio, e con ACTE (Associazione Comunità Tessili Europee), ERIH, Visit Tuscany, Prato Turismo. TIPO è promosso in collaborazione con Unicoopfirenze.
TIPO – TURISMO INDUSTRIALE PRATO
Programma su www.tipo.prato.it
Gli itinerari di TIPO: in italiano e inglese, sempre accessibili con guida e piantina (disponibili all’ufficio del turismo di Prato), e con l’app ufficiale TIPO.
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