Alle elezioni del 30 novembre affidare il territorio ai contadini-custodi

ALLUVIONI: PER 55% TOSCANI E’ COLPA DELLA SCARSA MANUTENZIONE RETE IDRICA

Michela Nieri, l’imprenditrice agricola, vicepresidente di Coldiretti Pistoia: affidare la gestione a chi conosce dal vivo il territorio. Da Pescia a Pisa votare la lista Insieme per amministrare l’acqua e la terra

Pistoia, 18 novembre 2013. “L’appuntamento del 30 novembre dà a tutti i proprietari di terreni e case la possibilità di affidare ai contadini-custodi la gestione del territorio”. Michela Nieri è una imprenditrice agricola del Padule di Fucecchio, coltiva mais e altri cereali. Sul suo trattore ara i campi e pulisce i fossi. Michela Nieri è anche vicepresidente di Coldiretti Pistoia, che sostiene la lista numero 1, Insieme per amministrare l’acqua e la terra, alle elezioni dell’assemblea del consorzio Basso Valdarno, nato dalla fusione del Padule del Fucecchio, Fiumi e Fossi, Val d’Era. “I proprietari terrieri e di case del territorio che va da Pescia, ad Altopascio, Vinci, a Fucecchio, fino a Pisa -dichiara Nieri- hanno tutto l’interesse ad affidare la tutela di un bacino idrografico importante a chi conosce dal vivo il territorio. Chi da sempre fa prevenzione vera, non sulle carte”. Chiamati a votare per il consorzio del Basso Valdarno sono 219.811. I seggi sparsi per tutto il territorio sono 69, (info su https://www.facebook.com/pages/Insieme-per-amministrare-lacqua-e-la-terra/436908019744683).

Una scelta essenziale, non contro, ma a favore del territorio sottoposto a tante piccoli e grandi alluvioni ed altri eventi deleteri per campagne e centri urbani. Per più della metà dei toscani, il 55%, la colpa degli eventi alluvionali che si sono abbattuti con formidabile frequenza negli ultimi anni nella nostra regione è da attribuire alla scarsa manutenzione della rete idrica. Solo il 4% punta il dito contro le mutazioni climatiche, una percentuale decisamente bassa, mentre per il 28% la motivazione principale è l’abbandono progressivo del territorio. Solo una piccola parte, il 4%, condanna l’abusivismo e la cementificazione selvaggia; l’1% la pratica della cultura intensiva. A dirlo è un sondaggio di Coldiretti Toscana (info su www.toscana.coldiretti.it), effettuato in prospettiva dell’appuntamento in programma il 30 novembre con le votazioni degli organi consortili dei nuovi consorzi di bonifica regionali che ridisegnano non solo la geografia complessiva di gestione del territorio, ma le stesse modalità di gestione con gli agricoltori chiamati ad esprimersi e a nominare un proprio rappresentante.

Sostenuta e voluta da Coldiretti, la riduzione del numero dei comprensori (da 13 a 6) metabolizza lo spirito pratico della spending review -tagli da una parte e migliore gestione delle risorse dall’altra- si incontra con la necessità prioritaria di garantire una manutenzione della rete idraulica in tutta la Toscana adeguata, puntuale ed efficace attraverso una suddivisione idrografica e non più amministrativa del territorio. Stop quindi alla confusione di competenze e al rimpallo di responsabilità, che aveva caratterizzato il precedente sistema di gestione che più volte aveva palesato grandissimi limiti ritardando o limitando molti degli interventi necessari.

E’ quindi per certi versi ‘scontato’ il risultato che il sondaggio promosso da Coldiretti ha palesato: la cattiva manutenzione e la pessima gestione della rete idrica, fossi, canali e canaletti che passano vicino alle nostre case e alimentano fiumi ed affluenti maggiori, è –secondo i toscani– la principale delle cause degli eventi alluvionali che hanno caratterizzato l’ultimo decennio; un decennio, in particolare quello dal 2001 al 2010, dove si è speso, per la sola emergenza da dissesto idrogeologico, quasi 1miliardo di euro di interventi.

Ecco perché l’appuntamento con la riforma dei consorzi di bonifica è, per Coldiretti, di fondamentale importanza per migliorare veramente e seriamente tutti gli aspetti della manutenzione magari affidando, così come previsto, una parte degli interventi alle stesse aziende agricole che conoscono perfettamente il territorio e possono mettere la loro esperienza al servizio della comunità. Un ingaggio, quello delle aziende agricole e degli agricoltori, fino ad oggi purtroppo non scontato nonostante una legge di orientamento favorevole che la dove è stata attivata, attraverso accordi e convenzioni, ha dato buoni frutti. La logica –spiega Coldiretti– non dovrà più essere quella dei cerotti ma della prevenzione e della programmazione degli interventi.

In una regione dove 280 comuni sono in zone a rischio idrogeologico, e dove 10 dei 7 capoluoghi presenti – Firenze, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Prato e Pistoia – presentano addirittura il 100% dei comuni a rischio, la riforma dei consorzi è un momento storico ed essenziale per contribuire a rendere la Toscana meno fragile. Complessivamente sono 1.441.770 gli aventi diritto al voto (proprietari di terreni ed immobili) che voteranno nei 349 seggi regionali aperti dalla 8 alle 20. Coldiretti informa che tutte le sedi in zona sono a disposizione per fornire le informazioni, le indicazioni relative alle modalità di voto e i nominati dei contadini-custodi che partecipano alla competizione elettorale.

Comunicato stampa