Lo ha detto a Pistoia il presidente di Confagricoltura all’incontro “ConfAgri_Coltura innovativa”
Giansanti: «l’agricoltura 4.0 sarà il nostro mantra, ma dobbiamo essere accompagnati»
I presidenti del Distretto vivaistico pistoiese e dall’Associazione Vivaisti Mati e Magazzini hanno ricordato che i vivaisti innovano da anni e stanno avviando un Piano integrato di distretto da 10 milioni di euro (Vivaismo per un futuro sostenibile), ma c’è bisogno di più supporto alla ricerca. A cominciare dai Pid stessi, su cui l’assessore Remaschi (dopo aver ricordato che il vivaismo pistoiese vale 750 milioni di euro all’anno e 5 mila occupati) ha annunciato una proroga a metà novembre. L’assessore Fratoni ha detto che l’intesa per la riduzione dell’uso del glifosato sarà accompagnata da un manifesto sulla sostenibilità del Distretto ma anche sul suo ruolo d’interlocutore privilegiato delle Pa che puntano sul verde. Giansanti, che ha visitato i vivai di Innocenti & Mangoni, Vannucci e Mati, e le Cantine Bonacchi, ha dichiarato: «sì alla sostenibilità ambientale, ma non può prescindere da quella economica». Il georgofilo Vieri, che ha parlato di un progetto a Pistoia per macchine che riducano i dosaggi di diserbanti, ha detto che l’agricoltura 4.0 richiede tecnici specializzati altrimenti sarà solo uno «tsunami di dati» per gli agricoltori. Il ricercatore del Crea of di Pescia Prisa ha presentato, fra le varie linee di innovazione, una serra high tech in esposizione da cui scegliere i moduli utili a ciascuna azienda agricola, da ordinare ai produttori di serre partner del progetto.
«Io credo che l’agricoltura 4.0, la terza rivoluzione agricola dopo la meccanizzazione e la chimica, debba essere il mantra per noi agricoltori degli anni a venire. Dobbiamo chiedere tutti noi insieme alle istituzioni di essere accompagnati in questa transizione tecnologica. Confagricoltura si impegnerà affinché avvenga nel minor tempo possibile, individuato un percorso per portarla nelle aziende. Ma c’è bisogno di strumenti legislativi ad hoc». E sulla sostenibilità ambientale, «a volte si chiede agli imprenditori di fare l’impossibile. Confagricoltura crede nella sostenibilità e anche negli obiettivi impossibili ma la sostenibilità ambientale e sociale non può prescindere da quella economica». Il glifosato in agricoltura? «Se ci saranno prodotti alternativi, saremo i primi a usarli, per noi al momento è uno dei mezzi usati per essere sempre più sostenibili, produttivi e rispondere alle esigenze di un ciclo sicuro. Confagricoltura crede in scienza e ricerca». L’importante è il suo uso corretto e il contenimento e va ricordato che «il 99% dei prodotti alimentari italiani risultano sani ai controlli sanitari», e non sempre si può dire lo stesso per i prodotti esteri. Se poi pensiamo alla produzione vivaistica pistoiese, «ha un bilancio complessivo estremamente positivo in termini di contribuzione ambientale» e il «green new deal delle smart cities» (con i piani di rinverdimenti e forestazione urbana) è un’opportunità storica per questo settore che porterà benefici a tutti i cittadini.
Questi i punti chiave dell’intervento finale del presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti e delle sue dichiarazioni a margine dell’incontro “ConfAgri-Coltura Innovativa – generazione 4.0” tenutosi ieri nella sala maggiore del palazzo comunale. Incontro che si è aperto con l’introduzione del presidente di Confagricoltura Pistoia Roberto Orlandini, che ha rivolto un pensiero a Lidiano Zelari, scomparso nei giorni scorsi, e ha sottolineato l’importanza dell’analisi dei dati forniti dalle tecnologie digitali e del continuo rapporto con le università. Nel suo saluto il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi ha ricordato il lavoro che il Comune sta facendo insieme a Regione Toscana e organi di Distretto per diffondere pratiche sempre più sostenibili in modo da rendere il vivaismo pistoiese un modello da imitare.
L’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi ha rimarcato l’importanza dei settori vinicolo e vivaistico nell’ambito dell’agricoltura toscana, che dal 2008 a oggi ha retto meglio di altri settori, rallentando la perdita di superficie agricola (“solo” -5% negli ultimi 10 anni, contro oltre il 20% negli anni precedenti) e riducendo sì dal 2006 a oggi il numero di aziende (da 80 mila a 70 mila), ma con aumento delle dimensioni medie (da 9 a 10,5 ettari). Sui 3,2 miliardi di valore aggiunto del sistema agroalimentare regionale, la filiera vinicola è al primo posto e il vivaismo toscano, che rappresenta il 54% della produzione nazionale, vanta nel Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia 750 milioni di euro di valore, 7 mila ettari di coltivazioni da parte di 1500 aziende che danno lavoro a circa 5 mila persone. Remaschi ha tra l’altro annunciato che il termine per partecipare al bando sui Progetti integrati di distretto, che intende favorire il rilancio dei distretti rurali dopo il cambio della normativa regionale, è stato prorogato a metà novembre, per dare spazio a tutti e che sta cercando di aumentare i finanziamenti disponibili.
Dopo di lui sono intervenuti i vertici del Distretto vivaistico pistoiese: il presidente Francesco Mati e Luca Magazzini, presidente del soggetto referente distrettuale, l’Associazione vivaisti italiani. Francesco Mati ha detto che «i vivaisti pistoiesi fanno innovazione da anni, ma abbiamo bisogno di ricerca e di supporto sulla ricerca». Inoltre, rivolgendosi idealmente a chi li accusa di inquinare, ha replicato «il 90% dei vivaisti vive nei propri vivai. Appena l’Arpat ci ha comunicato dati negativi di residui sulle acque di superficie, da distinguere da quelle di falda, abbiamo subito preso di petto la questione e la stiamo affrontando insieme alla Regione». Luca Magazzini, dopo aver detto che i vivaisti stanno innovando anche in direzione ecologica assai più di quanto richiesto dalla normativa e che ci sono state accelerazioni incredibili ad esempio sul fronte pacciamature sostenibili (+400% sul 2018 già ora prima della fine dell’anno), ha evidenziato che il Pid “Vivaismo per un futuro sostenibile” portato avanti come capofila dall’Associazione vivaisti sta registrando una partecipazione oltre le aspettative, con un progetto che vale investimenti per 10 milioni dedicati a innovazione e sostenibilità, per cui si spera che i fondi regionali siano all’altezza di tale sforzo.
L’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni ha invece informato che «stiamo andando a sottoscrivere un accordo per la riduzione dell’uso del glifosato. Questo protocollo sarà accompagnato da un manifesto in cui Regione Toscana e Distretto prendono l’impegno di porre la sostenibilità ambientale come una propria base fondante. Non solo, nel manifesto verrà sottolineato il ruolo di interlocutore privilegiato del Distretto vivaistico pistoiese sulle nuove politiche pubbliche per il verde in Regione. Questa è la direzione».
Riguardo agli interventi a carattere tecnico-scientifico dell’incontro, il prof. Marco Vieri, accademico dei Georgofili e docente di “Scienze e tecnologie agrarie” e “Viticoltura ed enologia” dell’Università di Firenze, ha spiegato in che senso l’agricoltura 4.0 sia un’evoluzione dell’agricoltura di precisione in cui si passa dal concetto di massima produttività dei terreni a quello di efficienza orientata alla sostenibilità, come richiesto dalla Commissione europea. Sensori, raccolta dati digitale, droni, flotte di robot, software che aiutano dosare e mirare il consumo di acqua e agrofarmaci (questi ultimi possono essere ridotti anche del 70%). Tutte attività e funzioni che richiedono consulenti preparati nel selezionare quelli utili alle varie aziende e di tecnici (dagli agroinformatici agli agrostatistici fino a tecnici in grado di riparare i sistemi), perché altrimenti gli agricoltori rischiano di essere solo travolti da «tsunami di dati». Un esempio di innovazione? Un progetto a Pistoia, con il supporto dell’Accademia dei Georgofili, portato avanti da Vannucci Piante e ‘Pazzaglia macchine agricole per il vivaismo’ di Pistoia, una delle più importanti al mondo in questo segmento, «per riuscire a fare diserbi e trattamenti con quantitativi minori di prodotti antiparassitari e quindi realizzare delle macchine che riescano a fare trattamenti di precisione con le nuove tecniche di micro dosi e dosaggi mirati».
Domenico Prisa, ricercatore dell’unità di Pescia del Centro ricerche Crea-Of per colture ortive e ornamentali istituito nel 2017 all’interno del Consiglio per la ricerca ed economia agraria, specializzato in Biotecnologie vegetali e microbiche, ha illustrato brevemente alcune linee di ricerca innovative nell’ortoflorovivaismo che stanno portando avanti. Fra queste ricerche sull’uso di droni per il monitoraggio e l’analisi multispettrale degli stress delle piante, su matrici organiche da mettere nei vasi per il controllo delle erbe infestanti, la riduzione della chimica con l’utilizzo di microorganismi, ecc. Inoltre ha parlato di una serra high tech realizzata a Pescia caratterizzata da tecnologie all’avanguardia quali i materiali con cui è costruita, i sensori, i metodi di disinfezione speciali e i sistemi di raffreddamento di cui è dotata, e le tipologie di coltivazioni che consente: fuori suolo, idroponica e vari tipi di bancali speciali. Si può visitare e rivolgendosi alle imprese produttrici di serre che hanno curato il progetto in partnership con il Crea-of si possono richiedere solo i moduli che interessano per la propria azienda.
Le aziende di Confagricoltura Pistoia visitate da Giansanti e Postorino
Incontro che è stato preceduto da una visita del presidente Giansanti e del direttore generale Francesco Postorino nel corso della mattina a 4 aziende associate a Confagricoltura Pistoia, che costituiscono delle vere eccellenze e rappresentano al meglio l’agricoltura pistoiese: tre vivai della piana e un’azienda vinicola con sede centrale nelle colline del Montalbano.
In ordine cronologico, i vertici di Confagricoltura hanno visitato prima Innocenti & Mangoni Piante, azienda innovativa che produce 2 milioni di piante ornamentali di circa 1500 varietà e tipologie su 300 ettari, con cicli produttivi da 3 a 7 anni (che diventano 20 anni per le nuove cultivar) esportando il 95% della produzione.
Poi è stata la volta delle Cantine Bonacchi, con sede centrale nella parte collinare di Quarrata: 3 milioni di bottiglie (tra i 2,9 e i 3,2 milioni) prodotte ogni anno su circa 90 ettari se si considerano, oltre ai 40 ettari di Chianti Montalbano, i siti produttivi a Montalcino e a Castelnuovo Berardenga. Questa azienda ha una densità di viti che supera i 5.000 ceppi per ettaro e dispone di modernissimi impianti di vinificazione e imbottigliamento, destinando la produzione soprattutto ai supermercati italiani e agli importatori esteri.
La terza tappa è stata all’azienda leader del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, Vannucci Piante: azienda che ha tra i punti di forza la capacità di diversificare l’offerta a seconda del cliente e del paese di riferimento, poiché non ci sono procedure standard nella cura del dettaglio. Con i suoi 560 ettari traina il mercato del 40% delle aziende vivaistiche locali, dando occupazione a più di 400 persone. In catalogo oltre 3000 varietà e tipologie di piante. La voce export, verso 60 paesi, vale il 98% del fatturato.
Infine, dopo l’incontro, Giansanti e Postorino hanno visitato l’azienda Mati 1909, che ha come titolari Francesco Mati, il presidente del Distretto vivaistico ornamentale di Pistoia, e i suoi fratelli, e il cui padre Miro è stato recentemente premiato alla Serata del Vivaismo 2019. I vivai di Mati sono tra i più attivi nel ricercare modelli aziendali contemporanei e sostenibili e recentemente hanno fatto misurare il proprio impatto ambientale, con il bilancio C02 risultato nettamente positivo (più anidride carbonica sequestrata di quella generata dai processi produttivi) grazie alle piante da esterno (dato che, secondo le proiezioni del Cesaf, vale per tutto il distretto). Importante anche l’attività di progettazione di spazi verdi.
Comunicato stampa