Il comitato per i cittadini della Valle del Pescia ci invia il seguente comunicato in risposta ad alcuni articoli apparsi sulle testate giornalistiche locali aventi ad oggetto il Comitato ed il Business Park :

“Abbiamo appreso dalla stampa locale dei giorni scorsi una serie di interventi sul tema del Business Park seguiti all’annuncio del Sindaco Giurlani della sua prossima cancellazione, peraltro ampiamente preannunciata durante tutta la recente campagna elettorale e contenuta nel programma di governo dell’attuale amministrazione. Essendo stati anche direttamente tirati in causa, ci troviamo costretti a puntualizzare i tratti salienti per alcune precisazioni opportune.
Il sig. Andrea Tintori, commissario straordinario di Forza Italia, punta il dito sul Sindaco
accusandolo di “privilegiare istanze corporative” dello scrivente Comitato e di “vendita di Pescia per una manciata di voti”. Corporazione??? Mica siamo un’associazione di categoria. I diritti che difendiamo sono quelli di noi cittadini, abitanti della zona a sud di Pescia, che fino a prova contraria hanno uguali diritti di tutti gli altri. Qui non è affatto in vendita “per una manciata di voti” il comune di Pescia. Se c’era qualcuno che lo stava per vendere (e forse lo ha già fatto, letteralmente, e sta dimenandosi per recuperare il recuperabile), questo qualcuno ha avuto a che fare con le due precedenti amministrazioni e tenta ora di inserirsi in una querelle con toni offensivi dell’intelligenza della gente comune, che ha già espresso un giudizio chiaro e inequivocabile nella recente tornata elettorale.
Caro sig. Tintori, la invitiamo a entrare nel merito delle questioni, attenersi ai fatti concreti, ai
problemi reali del territorio. Vogliamo parlare di rischio idrogeologico? Vogliamo parlare di attitudini del territorio di Pescia? Vogliamo parlare dell’elevato livello di pericolosità idraulica che caratterizza l’area a Sud di Pescia? Di tutte queste cose, ed altre ancora, abbiamo già avuto modo di parlare in occasione degli incontri pubblici “veri” da noi organizzati. Lei, che tanto ha a cuore il futuro di Pescia, dov’era in tali occasioni? Comunque, noi rimaniamo a disposizione ogni volta che si voglia dibattere “nel merito” delle questioni. Siamo gente di campagna, che bada alla sostanza delle cose. Ogni battibecco politico non ci interessa.
Riguardo l’intervento del presidente provinciale di Confindustria, sig. Federica Landucci, preme
precisare che nessuno mette in dubbio l’importanza delle attività industriali, artigianali e manifatturiere, ma da qui a darne per scontata la loro “centralità” (usiamo la sua stessa definizione), in particolar modo sul territorio di Pescia, ce ne corre. Dov’è scritto che le attività industriali e artigianali debbano essere necessariamente al centro di tutto, comunque e dovunque, e che tutto debba essere in loro funzione e a loro subordinate? Non è così, semplicemente. Non è così di sicuro per il territorio di Pescia che da
sempre ha ben altra vocazione. Ma non è solo una questione di vocazione. A Pescia, per sua
informazione, c’è tutto un tessuto sociale fortemente radicato sulla propria terra fatto di tantissime piccole imprese agricole (oltre un centinaio nella sola zona predestinata al cosiddetto Business Park ed immediati dintorni) aventi carattere familiare, che continuano ad impegnare nelle attività lavorative centinaia di persone e che, pur in momenti non prosperosi come quelli attuali, continuano in ogni caso a tenere duro e ad andare avanti, sia con nuove idee sia con nuove attività.
Cara sig.ra Landucci, negli ultimi anni, nella nostra zona, abbiamo assistito all’apertura di nuove
aziende agricole spesso su iniziativa di giovani, anche per rimediare alla mancanza di lavoro che anche la “sua” industria, con le delocalizzazioni e quant’altro, oltre allo stato di crisi generale, ha contribuito a generare. Ci risulta dagli atti della precedente amministrazione di centrodestra, che in più riprese ha promosso delle “manifestazioni di interesse” tese a recepire la volontà di imprenditori locali e non ad investire nel territorio pesciatino, che non ci sia stata in ultimo nessuna risposta tant’è che la stessa amministrazione Marchi ai primi di aprile di quest’anno aveva deliberato una variante al Piano Strutturale con drastica riduzione della SUL per insediamenti produttivi dai 125.000 mq iniziali a circa 25.000 mq. Speriamo voglia accogliere l’invito che qui le formuliamo per una visita nel nostro territorio.
Potrà così rendersi conto della follia anche solo di concepire un’intera zona industriale fra due fiumi che in passato hanno esondato in più occasioni, procurando enormi danni. Potrà osservare i numerosi capannoni chiusi che necessitano semmai di un recupero ed una riqualificazione e per i quali gli imprenditori interessati sono i benvenuti (ma, come visto, non c’è nessuno all’orizzonte).
Da parte nostra non vi è alcuna preclusione aprioristica verso le attività che lei rappresenta.
Semplicemente, il territorio pesciatino è particolarmente adatto per attività agricole e non è affatto adatto per la realizzazione di insediamenti produttivi. E’ pesantemente condizionato da grosse problematiche di rischio idraulico, è caratterizzato geograficamente e morfologicamente da una conformazione che si scontra sin dalle basi con le esigenze tipiche di qualunque zona industriale (distanze di rispetto dai centri abitati, facilità di accesso veicolare, problematiche di impatto ambientale,risorse idriche, etc.): in buona sostanza, Pescia non è adatta per una zona industriale e la geografia non ce la siamo inventata nè noi, nè Lei.
La pianificazione urbanistica, a livello di previsioni di aree industriali-artigianali, non può che
essere svolta a livello sovra comunale: è inevitabile. Non ha più senso, non l’ha mai avuto in realtà,perseguire la vecchia logica per cui ogni Comune doveva essere quasi autarchicamente autosufficiente, con la propria zona industriale (spesso più di una, come a Pescia…), la relativa viabilità di accesso, etc.
Non ha semplicemente senso che ogni Comune faccia urbanisticamente (e non solo) repubblica per conto suo. Il risultato è lo “spezzatino” che caratterizza un po’ tutto il territorio della Valdinievole (ma anche altrove), ed il caos che ne consegue, veicolare e non, per le persone e le merci che debbono muoversi in tale tessuto.
A parte il fatto che da molte parti (vedasi Altopascio, ma non solo) in cui nel recente passato si è
assistito ad un grosso incremento di fabbricati industriali, molti di tali fabbricati risultano ad oggi dismessi o abbandonati, ovvero che il problema vero del futuro prossimo è il recupero e la
riqualificazione di tale patrimonio edilizio, prima ancora di perseguire a fare ulteriori danni ovvero a “mangiare” ulteriore territorio vergine, gli spazi per insediamenti produttivi devono trovarsi da altre parti, certamente al di fuori del comune di Pescia, in una visione sovracomunale attingendo a logiche perequative fra i comuni stessi.
Cari dott. Pieraccini e Biscioni, non intendiamo certo rispondere noi come Comitato ai quesiti da Voi formulati a mezzo stampa al Sindaco Giurlani. Ci preme tuttavia cogliere l’occasione per
puntualizzare alcuni aspetti della Vs. presa di posizione.
Ritenete davvero che sia una logica sostenibile quella di continuare a edificare, a “mangiare”
territorio vergine per nuovi insediamenti produttivi, con lo scopo di garantirsi così un tot di entrate annue per gli oneri urbanizzazione?
A parte il fatto che continuare a ritenere gli oneri di urbanizzazione delle mere entrate nelle casse comunali e non già dei soldi predestinati alla realizzazione di fognature ed altri servizi essenziali è un perseverare in annosi comportamenti che sa di veramente diabolico, ritenete davvero che una delle soluzioni determinanti per la risoluzione dei profondi problemi economici del Comune, sia quella di continuare a far costruire ad oltranza? Ma dove si pensa di arrivare? Si crede forse che il tutto possa perpetuarsi all’infinito? E dov’è tutto il territorio che sarebbe necessario? Dove sono gli imprenditori che così come le api sul miele sarebbero continuamente pronti a investire sul ns. territorio? E di tutto il patrimonio edilizio già da lungo tempo dismesso e in procinto di essere ulteriormente dismesso che ne
facciamo? Si lascia tutto lì a marcire come già in atto nei numerosi cimiteri industriali sparsi per Pescia (Del Magro, etc…)? Ma in che mondo vivete?
Riguardo le entrate fiscali o fantomatici nuovi posti di lavoro, ci permettiamo di dire che se in
ballo ci sono dei trasferimenti di aziende già dislocate nel territorio comunale, come da Voi asserito (ma non ci risulta dalle recenti manifestazioni di interesse, già citate precedentemente, promosse dalla precedente amministrazione), non vediamo come tali entrate/posti di lavoro potrebbero incrementarsi sensibilmente. Ritenete davvero che il numero di nuovi impiegati, del tutto ipotetici, superi in buona misura il numero di posti di lavoro in ambito agricolo che, questi certamente, andrebbero persi? Dove sta scritto? Da quanto ci risulta, e come dichiarato pubblicamente dalla precedente amministrazione Marchi (della quale anche il dott. Pieraccini era un autorevole rappresentante) nel citato incontro pubblico dei primi di aprile di quest’anno non c’è nessuno che abbia manifestato l’interesse ad intervenire sul territorio.
Cari dott. Pieraccini e dott. Biscioni, delle due l’una: o l’annuncio dei primi di aprile della
precedente amministrazione era totalmente strumentale e bugiardo e svolto esclusivamente con fini elettorali, oppure è strumentale e demagogica la presa di posizione attuale.
Ci auguriamo che sia stato solo un incidente di percorso, perché crediamo profondamente e
perseguiamo il dialogo e il confronto fra le persone.”
Il Comitato per i Cittadini della Valle del Pescia

 

Comunicato stampa