Prezzi alla produzione stabili e margini sempre risicatissimi, ma le vendite stanno andando bene per i crisantemi pesciatini. In prossimità del 2 novembre, giorno della commemorazione dei defunti, “c’è un bel giro di vendite -dichiara Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia-, in tutta Italia. Una buona notizia, anche se i costi energetici per le tante aziende pesciatine rimangono alti”.

Non è ancora operativo, infatti, lo sgravio delle accise del gasolio, manca un decreto attuativo. Il crisantemo cresce nelle serre e necessita di tanto calore “con una tassazione così alta sul gasolio, non si potrà proseguire a lungo”.

I prezzi praticati dai floricoltori nella vendita agli intermediari spaziano, a seconda della varietà, dai 50 ai 70 centesimi di euro a gambo, sostanzialmente stabili, anche se per le varietà più pregiate si è spuntato un prezzo vicino ai 90 centesimi.

Al dettaglio il consumatore spende, naturalmente di più, molto di più! Un crisantemo che i produttori cedono a mezzo euro, può costare al consumatore anche il quadruplo. Chi coltiva, investe e rischia incamera in media un quarto del prezzo pagato al dettaglio per un crisantemo, il fiore d’oro (dal greco chrysòs, oro, e ànthemon, fiore) che è il simbolo di devozione per i defunti.

“Il ricarico può arrivare al 300% -evidenzia Tropiano- il fiore d’oro non è certamente metallo pregiato per i produttori. Il crisantemo in vaso arriva a costare dai 2,5 ai 5 euro, ma a chi produce rimangono briciole”.

Comunicato stampa