Cinghiali che pascolano ai margini della strada statale, con la carta di identità all’orecchio (il marchio auricolare). Non si tratta di selvaggina autoctona -spiega Coldiretti Pistoia-, ma di cinghiali di allevamento immessi senza autorizzazione sulla montagna pistoiese. Un nostro socio, li ha ripresi sul Lungo Reno, la strada che porta da Pistoia a San Marcello Pistoiese.
Si tratta di azioni di inaudita gravità, in sfregio agli imprenditori agricoli e al loro lavoro. Evidentemente non si temono le conseguenze, anche penali, che subisce chi immette cinghiali o li rifocilla -spiega Coldiretti Pistoia-. Azioni che di fatto ne favoriscono l’abnorme diffusione. Come associazione stiamo raccogliendo elementi utili da portare all’attenzione delle autorità competenti, chiedendo loro di accertare anche eventuali profili illeciti di tali condotte. Occorre perseguire chi, operando al di fuori della legge, crea a Pistoia ed in tutta la Toscana danni a volte irreversibili all’attività degli agricoltori.

Nel video pubblicato sulla pagina FB di Coldiretti Pistoia si vedono grossi cinghiali da 200 chili, con marchio auricolare, una targhetta applicata sull’orecchio degli animali da allevamento per la loro identificazione. La presenza sui cinghiali ripresi della targa, che è una sorta di carta di identità, lascia presupporre che gli stessi siamo cresciuti in un contesto ‘regolamentato’, come sono gli allevamenti. Insomma i cinghiali sembrano ben poco autoctoni, e ‘rufolano’ ai bordi di una strada, rovinando il terreno, come pecorelle al pascolo -continua Coldiretti Pistoia-. Pecorelle che, invece, vengono sgozzate da lupi (o canidi, poco importa), in tutta la provincia, anche a quote basse. Una vita dura per gli imprenditori agricoli che debbono aumentare i costi aziendali per costruire recinzioni, che spesso non servono ad evitare la razzia di allevamenti e dei raccolti. E pure il sistema di risarcimenti, per entità e tempi, non porta sollievo a chi i danni li subisce.

Coldiretti Pistoia è consapevole che il problema dell’eccesso di animali selvatici (anche in zone non vocate) non è di facile soluzione. Ci attendiamo un piano di prelevamento per tutte le tipologie di animali selvatici, che ne riporti il numero nei limiti fisiologici nelle zone vocate alla selvaggina e alla scomparsa nelle zone non vocate.
Occorre però agire anche sul lato delle ‘nuove immissioni’, con controlli serrati da parte di tutte le autorità preposte, per impedire che vengano sprecate le risorse impiegate per tenere sotto controllo la proliferazione di ungulati, lupi ed altri selvatici.
Da parte nostra -ribadisce Coldiretti Pistoia- segnaleremo anche alle autorità competenti chi, in sfregio al lavoro quotidiano degli imprenditori agricoli, immette animali selvatici illegalmente. Sui nostri portali Internet documenteremo i danni e i disagi patiti da agricoltori e cittadini a causa dell’eccesso di ungulati.

 

Coldirett Pistoia

 

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