Gli Atc (Ambiti territoriali di caccia) sono diciannove e nati in “un contesto sociale, economico e culturale molto diverso rispetto all’attuale”, un contesto “non più attuale”. C’è quindi “necessità di rivederne le caratteristiche strutturali ed organizzative fondamentali”, c’è bisogno “di pensare e operare al più presto una radicale riforma del sistema degli Atc”. E in tutto ciò “non possiamo poi trascurare le dinamiche istituzionali in corso di definizione relative alla tematica Province e alla sorte delle competenze loro affidate tra cui la caccia”. La Regione si pone l’obiettivo “di avviare la riforma del sistema degli Atc toscani”; una riforma che “deve riguardare sicuramente tutti gli aspetti organizzativi e gestionali del settore ed è intenzione della Giunta Regionale avviare il processo di revisione”. È in estrema sintesi quanto contenuto nella risposta dell’assessore all’Agricoltura, che ha competenze anche in materia di caccia, Gianni Salvadori, all’interrogazione presentata dal capogruppo di PT/Nuovo Centrodestra, Antonio Gambetta Vianna.

«La nostra interrogazione – spiega l’esponente del Nuovo Centrodestra – era nata in merito alla malagestione degli Atc in Toscana. Da notizie di stampa, infatti, si è saputo che il presidente dell’Atc 19 è stato arrestato e che la Procura di Arezzo sta indagando su alcuni membri del comitato gestionale dell’Atc 3. Inoltre, ci risulta che la Provincia di Grosseto abbia deciso di comprare un ecografo da utilizzare “per migliorare l’efficacia degli interventi di contenimento di cinghiale”, senza capire bene la destinazione di tale acquisto. La risposta dell’assessore praticamente dà ragione ai dubbi sollevati nell’atto presentato il mese scorso».

Gambetta Vianna, quindi, ha deciso di presentare una proposta di risoluzione «volta alla riduzione sensibile degli Atc toscani. Infatti, visto che le Province, al di là della riforma, sono dieci, non vedo perché gli Atc debbano essere diciannove. Sono sicuro che un minor numero di Ambiti territoriali di caccia consentirebbe un controllo più facile nella loro amministrazione, riducendo sensibilmente i rischi di malagestione. Inoltre, non dimentichiamoci, in nome della spending review, della riduzione di costi che comporterebbe un loro passaggio da diciannove a dieci. Per questo impegno la Giunta a impegnarsi affinché venga modificato l’articlo 14 comma 6 della Legge n° 157 dell’11 febbraio 1992».

Comunicato stampa