Presentata mozione per “rispettare la direttiva europea. La Toscana non fa distinzione tra le taglie dei cani e ha praticamente raddoppiato le superfici rispetto alla direttiva europea”

 

«La legge regionale 59/2009 in alcuni punti non rispetta la direttiva europea, la 2010/63/UE. Va quindi rivista soprattutto per quanto concerne le dimensioni dei box per i cani. È impensabile che per la legge toscana un Chihuahua, che normalmente non supera i 3 chili di peso, debba avere lo stesso spazio di un Alano o di un San Bernardo, che arrivano a sfiorare anche i 100 chili. Praticamente è come obbligare per legge un neonato a dormire in un letto matrimoniale». È quanto afferma il capogruppo di PT/Nuovo Centrodestra in Regione, Antonio Gambetta Vianna, che sull’argomento ha presentato una mozione in Consiglio regionale.

«Per la legge toscana – prosegue l’esponente del Nuovo Centrodestra –, la superficie minima per ciascun cane, fino a un massimo di 3, è di 8 metri quadri, che diventano 4 metri in più per ciascun esemplare dal quarto in poi. Ma la direttiva europea dice che, per i cani fino a 20 chilogrammi di peso, le dimensioni devono essere di 4 metri quadri fino a due cani più due metri quadri aggiuntivi per ogni esemplare in più. Per le taglie superiori ai 20 chili, 8 metri quadri fino a due cani e quattro metri quadri aggiuntivi per ogni esemplare in più. Insomma, in alcuni casi la Regione ha praticamente più che raddoppiato (e a volte triplicato) quanto espresso dalla direttiva europea. Per esempio, per la legge toscana una persona con cinque Chihuahua deve avere un box di 32 metri quadri (8+8+8+4+4), quando per la direttiva europea basterebbero 10 metri quadri (4 per i primi 2 cani +2+2+2). La stessa persona con invece cinque Alani per la legge toscana deve avere sempre un box di 32 metri quadri (8+8+8+4+4), mentre per la direttiva europea basterebbero 20 metri quadri (8 per i primi 2 cani+4+4+4)».

Per Gambetta Vianna, «ha ragione la Confederazione Cacciatori Toscani (Federcaccia-Arcicaccia-Anuu). L’arbitrarietà della definizione dei metri quadri fissati dalla Toscana rischia l’intervento sanzionatorio che può colpire indistintamente il singolo cittadino, le strutture di ricovero del volontariato, i canili comuinali e i ricoveri dei cani da caccia. Praticamente – conclude –, tutti i detentori di cani sono a rischio sanzione».

Comunicato stampa