La pesante condanna inflitta dal Tribunale di Firenze a Oreste Giurlani impone delle riflessioni e chiare prese di posizione. Premetto che lui, come chiunque altro, è presunto innocente fino alla condanna definitiva. Non spetta a me comunque giudicarlo sotto il profilo della responsabilità penale. Discorso diverso è il profilo politico. Anche perché va detto che questa sentenza, nella quale lo si condanna per aver sottratto soldi pubblici, segue le due pronunce della Corte dei Conti in cui lo stesso Giurlani è stato condannato, nel 2019 e poi nel 2020, al pagamento complessivamente di oltre 1.600.000 euro per vicende legate all’Uncem. Ricordo che sin dalla campagna elettorale del 2018 mi espressi sulla inopportunità della sua candidatura. E oggi mi pongo il quesito: ma è opportuno che quest’uomo sia sindaco, ancorché sospeso, con questo fardello di condanne, non definitive è vero, ma comunque pesanti?
E allora è opportuno distinguere.
Se questa amministrazione è sua emanazione e comunque se la sua azione è influenzata, come temo, da Giurlani, ritengo di no e quindi dovrebbe farsi da parte lui e tutta la compagnia. Perché la cautela impone che gli si impedisca senza se e senza ma di gestire risorse pubbliche, visto che non ha dato in passato grande prova di sè (ricordo solo un titolo “Uncem affogata di debiti”).
A meno che non si consideri la giunta come un qualcosa di diverso dell’espressione del voto popolare (col quale viene eletto direttamente il sindaco e non gli assessori) che così, è vero, verrebbe tradito, ma la cui sopravvivenza potrebbe giustificarsi solamente con una grande discontinuità rispetto al passato, dissociandosi fortemente e nettamente da molte delle scelte prese da Giurlani.
Anche perché i pesanti giudizi della Corte dei Conti sui nostri bilanci e sulle capacità di questa amministrazione di risolvere i problemi sono sotto gli occhi di tutti. Così come la prospettiva di vedere risolti i grandi nodi di questa città è ben lontana. Su tutti basti ricordare a la vicenda dei parcheggi ospedalieri, con grandi annunci ma con scarsi risultati all’attivo del Comune.
Amministrare questa città richiede una grande consapevolezza dei suoi problemi proprio a partire da quelli di bilancio, lavorare a testa bassa, seriamente, senza troppi fronzoli, senza spettacolarizzazioni. Occorre chiarezza, sincerità, sobrietà. Tutte doti che, almeno sinora, non sono appartenute a questa amministrazione. Perché alla fine è importante la presenza costante di un sindaco ma anche e soprattutto la effettiva soluzione dei problemi.
In ogni caso sulla vicenda processuale, se Giurlani è convinto della sua innocenza, presenti le sue dimissioni e si difenda serenamente nel processo, per poi tornare a governare, solo se assolto in via definitiva.
Ma nel frattempo bisogna porre rimedio a tante storture, partendo da una sana e seria operazione verità su tutta l’azione amministrativa, in un modo o nell’altro. Di questo ha bisogno Pescia.
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Avv. Giancarlo Mandara Comunicato stampa