”In merito agli articoli giornalistici del 13 e 15 settembre riguardanti dati su performance di
Alia Multiutility ed Hera a firma della giornalista Lisa Ciardi è interessante portare alcune
precisazioni con l’intento di aiutare nella comprensione della reale importanza di tali dati.
Riguardo Alia salta subito all’occhio, e viene perciò riportata come un valore, la capacità
di realizzare investimenti in impianti per 400 milioni in soli 3 anni, a dimostrazione che non
sussiste bisogno di ricorso alla quotazione per fare gli investimenti, le capacità ci sono già
e possono essere aumentate con altre modalità.
Nel caso la discussione è sulla tipologia di impianti da realizzare, per favorire
differenziazione, recupero e riciclo a tutto vantaggio delle bollette e dei cicli biologici, cosa
questa su cui c’è ancora molto lavoro da fare e che purtroppo non avviene, non per
mancanza di risorse, ma per l’indirizzo aziendale che persegue chiaramente una logica
eccessivamente industriale e quindi indirizzata al profitto.
A questo si lega l’altro dato riportato come valore riguardante la crescita dei dividendi, che
nell’impresa privata rappresentano un valore, ma trattandosi di servizi in monopolio
naturale non sono più un valore per i proprietari dell’azienda (i cittadini) ma è bensì sono
un costo aggiunto in bolletta, che impedisce alla società di abbassare le bollette e di fare
ulteriori interventi sui territori a miglioramento dei servizi e che nel solo 2024
ammonterebbero a ben 30 milioni pagati dai cittadini con gli aumenti delle loro bollette e
che così non andranno ne a sostenere il servizio ne a migliorarlo.
Importanti sono anche i numeri sulle assunzioni sui quali c’è una importante
considerazione da fare, in quanto le molte società che sono state incorporate e acquisite
da Alia hanno di fatto portato ad un notevole aumento dell’organico di Alia, anche se
concretamente si tratta di lavoratori e lavoratrici che al momento delle acquisizioni e
conferimenti sono arrivate in Alia, da un’azienda incorporata o acquisita, e che hanno
continuato a fare lo stesso lavoro sullo stesso territorio.
Da qui il passaggio diventa diretto all’altro articolo in cui Fabio Bacchilega, membro del
CDA di Hera risponde ad alcune domande riguardanti Hera sulle quali è nuovamente
interessante portare alcune precisazioni.
Bacchilega afferma che “la presenza in Hera è considerata positivamente sia dagli
amministratori che dai cittadini”, ma ultime notizie riportano un’immagine diversa, ovvero
che l’azienda ha appena ricevuto una multa da 5 milioni per aver attivato contratti non
richiesti dagli utenti e che poche settimane fa ha raggiunto un’accordo per chiudere una
vertenza che aveva portato allo sciopero unitario di tutti i sindacati, in tutte le regioni dove
opera la società, che denunciavano: “Noi vogliamo migliorare le condizioni di lavoro; forse
il Gruppo Hera non riesce a comprenderlo. Noi vogliamo la qualità dei servizi al territorio; il
Gruppo Hera vuole solo interloquire con l’alta finanza.” “Appare evidente la volontà del
Gruppo Hera di continuare a snaturare il proprio indirizzo, originalmente assegnatogli dalle
proprietà, di essere azienda di servizi essenziali per la comunità e trasformarsi in una mera
stazione appaltante, con una esclusiva vocazione finanziaria limitata alla gestione dei
contratti di servizio”.
Esiste quindi un’altra faccia della medaglia rispetto a quella che mostra Bacchilega e che
conferma quello che, analizzandone i dati con le dovute precisazioni, già si rileva anche in
Alia.
La logica industriale e finanziaria sta già condizionando pesantemente la capacità e
l’autonomia decisionale e di governo dei singoli territori, i quali sono schiacciati in un sistema
dove i due soli comuni di Firenze e Prato hanno il potere di perseguire i propri interessi
imponendo decisioni a tutti gli altri in forza del 55,28% di quote possedute anche se
raccolgono soltanto il 36,11% della popolazione. Questo solo dato basta a chiarire quale sia
il reale tema del confronto attualmente in atto tra le varie forze e correnti politiche che
chiaramente rivelano una impostazione della gestione ideologica, personalistica,
antidemocratica e non rispettosa della Costituzione repubblicana.”
Coordinamento Associazioni No Multiutility
Comunicato stampa