«Intramoenia più cara del privato? Crescono le lamentele degli utenti a livello regionale. La Regione, per quanto di sua competenza, deve porre controlli e correttivi per verificare l’assoluto rispetto delle prescrizioni di legge sulle attese ma anche limitare l’attività intramuraria qualora le liste d’attesa superino gli standard previsti a livello regionale». E’ la dichiarazione del consigliere regionale Ncd e membro della IV commissione Sanità, Gian Luca Lazzeri.
«Negli ultimi mesi – sottolinea – abbiamo registrato una crescita delle rimostranze degli utenti toscani, anche a mezzo stampa, dovuti all’allungamento dei tempi d’attesa (nel caso dell’Asl 3 di Pistoia, le ecografie). Rivolgendoci al Cup dobbiamo far fronte a una lista d’attesa spesso lunga, mentre in regime “semi-privato” l’appuntamento arriva nel giro di pochissimi giorni addirittura con lo stesso medico e nello stesso locale. Ma la differenza sostanziale è che si paga di più per prestazione che dovrebbero già essere garantite da tasse e ticket sul sistema sanitario regionale. Un esempio? Per un’ecografia cardiaca (dove nell’Asl 3 di Pistoia per il primo appuntamento si arriva a settembre) in regime intramurario il prezzo va dai 95 ai 130 euro a fronte dei 70 euro di una struttura privata nel distretto pistoiese». Sulla questione interviene anche il consigliere comunale Ncd di Buggiano, Letizia Zei. «Nel distretto della Valdinievole invece – proseguono Lazzeri e Zei – il costo nel privato è di circa 80 euro, cioè dai 20 ai 50 euro in meno rispetto all’intramurario. A far balzare agli occhi l’importanza di un’inversione di tendenza – dicono – sono i dati che a gennaio 2014 abbiamo portato come esempio del “rischio disfunzione” all’interno del sistema sanitario regionale: l’intramoenia cioè rischia di fare guadagni maggiori in presenza di liste d’attesa più lunghe. Basti pensare che nel 2012 il saldo attivo dell’intramoenia dell’Asl 3 è stato di 344.417 euro e i ricavi (cioè quanto speso dai cittadini del territorio dell’azienda sanitaria nel regime intramurario) sono stati di 3.852.629 euro, una cifra in aumento rispetto al 2011 quando i ricavi furono 4.115.458 di euro e il saldo di 204.953 euro. Non ci stancheremo mai di dirlo: i ricavi dell’intramoenia devono essere impiegati più incisivamente per innalzare i tetti di spesa della diagnostica privata e finanziare un piano di rientro sulle liste di attesa che permetta di tenere aperte le macchine pesanti della diagnostica strumentale (tac, risonanze e raggi x) anche in orario serale. Ma la parte maggiore la deve fare la Regione che non deve lasciare sole le aziende sanitarie. Come? Monitorando e regolamentando con norme uniche la proporzione fra prestazioni istituzionali e intramurarie sia a livello individuale che di reparto. Chiediamo inoltre che dove le liste d’attesa sono più lunghe l’intramoenia non superi il 10%. C’è poi una perla – concludono – alcuni istituti convenzionati dell’area dell’Asl 3 hanno un tetto di spesa per i residenti mentre uno diversificato per le prestazioni rese ai non residenti come i fiorentini. Il risultato? Per i non residenti le prestazioni si effettuano subito e i pistoiesi aspettano. Tanto il relativo tetto di spesa si esaurisce comunque e per i fiorentini paga l’Asl di Firezne».
Comunicato stampa