Andrea Giuntoli, candidato a sindaco alle primarie del Pd. ha inviato questo documento a difesa dei servizi ospedalieri del Cosma e Damiano :
“Faccio una riflessione politica-amministrativa sulla sanità pistoiese alla luce dell’apertura del nuovo ospedale di Pistoia e di alcuni dati che ritengo significativi.
La provincia di Pistoia è agli ultimi nelle classifiche toscane per le liste di attesa da prestazioni diagnostiche e per percentuale di posti letto per numero di abitanti. Questi fenomeni, peggiorati nel corso degli ultimi anni, hanno portato a intensificare il fenomeno delle fughe di pazienti pistoiesi in altre aziende sanitarie, ovvero cittadini della provincia di Pistoia che vanno a ricercare prestazioni diagnostiche-ospedaliere in altre provincie.
Questo fenomeno ha comportato negli ultimi anni grandi esborsi economici a compensazione da parte della nostra Asl verso le altre aziende sanitarie, solo nel 2012 più di venti milioni di euro ma si raggiungono cifre astronomiche se si prende in esame l’ultimo decennio.
C’e’ oggettivamente qualcosa che non ha funzionato nella sanità Toscana e pistoiese in particolare, se un provincia con tre ospedali non è in grado di rispondere ai bisogni di salute dei propri cittadini che vanno a curarsi in altri territori. Credo che su questo tema la politica e i sindaci, che hanno nell’ambito della conferenza provinciale un potere importante di indirizzo e controllo, debbano riflettere e adoperarsi per invertire la tendenza.
Lo dico in modo chiaro: si è sbagliato a tagliere servizi negli ospedali di S.Marcello e Pescia ricercando un risparmio contingente quando invece bisognava investire in un’ottica provinciale di ospedali in rete che fossero in grado di dare un’offerta di servizi omogenea e complementare. Si è sbagliato doppiamente se penso che i risparmi ottenuti con i tagli non hanno comunque determinato quell’incremento di servizi sul territorio che poteva compensare il taglio delle prestazioni ospedaliere e hanno ulteriormente incrementato il fenomeno delle fughe di cui sopra.
Per questo, anche alla luce di come sta andando a regime il nuovo ospedale di Pistoia, credo che in Valdinievole ci sia bisogno di un ospedale più forte, di un presidio che implementi le sue eccellenze storiche (oculistica, cardilogia, radiologia prestazioni chirurgiche specialistiche, punto nascite) e sia in grado di rispondere alle richieste dei cittadini con qualità e efficienza, come storicamente è sempre stato. Un ospedale dove venga potenziata la parte diagnostica-riabilitativa, dove si favorisca maggiore integrazione con i servizi territoriali dando vita alla cittadella ospedaliera e dove si ripristino servizi e attività ambulatoriali azzardatamente tagliati.
Credo che bisogna favorire una svolta nelle politiche gestionali sull’ospedale di Pescia e della Valdinievole partendo da quadro tracciato sopra.
Per esempio chiudere pediatria è stato un errore e questa decisone ha scontentato i cittadini in un settore così delicato come i servizi all’infanzia e indebolito l’ospedale e una sua eccellenza come l’area materno infantile che attrae utenza da tre province. E’ dunque così che si vuol arginare il fenomeno delle fughe e ridare credibilità alla sanità del territorio?
Penso che questa chiusura vada ripensata nell’ottica che dicevo sopra di ricominciare a investire qualitativamente sul presidio in una logica che contemperi la qualità del servizio sanitario con le necessarie razionalizzazioni economiche. A quest’ultimo proposito comincerei anche ad interrogarmi sui compensi di troppi dirigenti amministrativi che affollano la sanità pistoiese e Toscana in generale.
Così come mi aspetterei da potenziale futuro amministratore e semplice cittadino che il logorato angiografo di Pescia venga sostituito con uno nuovo o con quello seminuovo di Pistoia adeguando i locali del reparto, cosìcchè anche sulla cardiologia potessimo dare un vero segnale di inversione di tendenza.
Da quanto sopra si capirà benissimo che ritengo che i Sindaci del territorio in futuro dovranno occuparsi di più e con competenza della gestione della nostra sanità”.
Comunicato stampa