Dopo il blitz al Brennero per smascherare il falso Made in Italy che entra nel nostro paese a bordo di tir, Coldiretti ha fatto scattare il blitz al porto di Civitavecchia per denunciare l’invasione di olio extravergine straniero che alimenta il rischio di frodi e fa crollare i prezzi del vero prodotto Made in Italy. Gli agricoltori toscani protagonisti di una nuova operazione-verità insieme di duemila colleghi di tutta Italia che hanno atteso l’arrivo dell’ennesima nave cargo carica di prodotto estero con un presidio con cartelli e slogan per chiedere misure immediate e una decina di barche. Un vero e proprio “assalto” pacifico per sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di alzare il livello di tutele a difesa del reddito degli agricoltori e la salute dei consumatori.
Un grido di allarme contro la concorrenza sleale, considerata l’alta qualità del prodotto Made in Italy e il fatto che quello straniero finisce spesso per essere venduto come tricolore, sfruttando il prezzo più basso L’olio tunisino, ad esempio – denuncia Coldiretti Toscana –, viene venduto oggi sotto i 5 euro al litro, con una pressione al ribasso sulle quotazioni di quello italiano che punta a costringere gli olivicoltori nazionali a svendere il proprio al di sotto dei costi di produzione. A favorire le importazioni dalla Tunisia è anche l’accordo stipulato dalla Ue che prevede l’importazione annuale, nel periodo 1° gennaio – 31 dicembre, di 56.700 tonnellate di oli vergini d’oliva, nella cui categoria merceologica sono compresi olio extravergine d’oliva, olio vergine d’oliva e olio lampante, senza applicazione di dazi doganali.
“Una situazione -ha commentato Michela Nieri di che guida Coldiretti Donne Pistoia e Toscana e presente a Civitavecchia insieme ad una ricca delegazione pistoiese- che danneggia pesantemente il nostro settore primario ed in particolare toglie opportunità di realizzarsi ai giovani agricoltori. Nel caso dell’olio, inoltre, il danno è doppio visto che sottrae risorse ai necessari investimenti per ripristinare i nostri preziosi uliveti”.
L’obiettivo di chi acquista olio straniero è realizzare margini sempre più alti di profitto tramite speculazioni che mettono all’angolo i produttori nazionali e inondano i mercati di prodotto di bassa qualità. Un fenomeno che spinge ulteriormente il pericolo di frodi ai danni dei consumatori, contro i quali si sono peraltro intensificati i controlli delle forze dell’ordine, del Masaf e dell’Icqrf.
“Il rischio è che l’immissione di olio extravergine d’oliva a basso costo, spesso di dubbia provenienza e qualità, possa danneggiare gravemente il nostro patrimonio agroalimentare di eccellenza in una regione che vive da sempre di olivicoltura. – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana-. Le preoccupazioni sono fondate, soprattutto quando si pensa alla qualità e alla sicurezza alimentare. Non possiamo permettere che la concorrenza sleale danneggi il mercato dell’olio d’oliva e le nostre produzioni di alta qualità. In Toscana siamo riusciti, grazie alla sensibilità e all’attenzione del prefetto di Livorno, Giancarlo Dionisi, a stimolare la firma di un protocollo che coinvolge l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale ed il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste e dal Ministero del Made in Italy per aumentare i controlli e mettere in trasparenza la provenienza delle materie prime ed i prodotti agroalimentari che entrano in Toscana dentro i container attraverso il porto di Livorno da cui transitano un terzo delle importazioni. Prima di oggi non era possibile. E’ un’azione concreta, un altro tassello da aggiungere agli obiettivi dell’abolizione del codice doganale e della reciprocità negli scambi commerciali per cui ci stiamo battendo a tutela del reddito dei nostri agricoltori”.
Coldiretti – Ufficio Stampa Pistoia
Comunicato stampa
Nella foto: gommoni Coldiretti in azione