Da qualche tempo in molti condividono (tardivamente ?) una battaglia per invertire una tendenza che non vogliamo diventi irreversibile e alla quale ci si rassegni : la perdita di funzioni e di attività nei centri urbani e, all’interno di essi, dei centri storici in Italia come in Toscana.
I dati che da giorni fanno discutere sono infatti drammatici : in 12 anni si sono persi in Italia 111mila esercizi commerciali, molti dei quali proprio insistenti in queste precise aree cittadine. A questo si somma l’emorragia dei negozi di vicinato, anche nelle aree interne e montane e il quadro diventa veramente devastante sia per l’occupazione e la qualità della vita di molte famiglie che, in assenza di servizi e minime condizioni di benessere, si spostano altrove, andando ad ingrossare periferie anonime.
Questa operazione “a tenaglia” determina una doppia perdita di identità e funzioni dei centri urbani e storici ed anche delle frazioni collinari e montane.
Il progressivo trasferimento e la razionalizzaIone di uffici pubblici e di altre realtà attrattive (cinema, teatri, gallerie commerciali), oltre ovviamente alle vendite on line con consegna a domicilio, comporta la desertificazione funzionale della città e dei centri urbani, che diventano o grandi dormitori o musei a cielo aperto, dove ci sono le condizioni artistico-culturali per esserlo.
In questo senso a livello culturale la concezione policentrica delle città tanto cara alla sinistra ha quindi generato questa stortura, con l’equivoco di portare le funzioni (e le cose) dalle persone e non viceversa. Con tutto ciò che ne è seguito in termini di traffico e di congestione urbana, un vero e proprio “spappolamento” prima fisico e poi sociale.
Un esempio lampante quella che ho rinominato Giani Tower, ovvero la realizzazione del trasferimento degli uffici del Presidente (e poi del Consiglio Regionale?) in un palazzo di nuova costruzione a Novoli, svuotando palazzi storici di funzioni pubbliche per riempirne un altro dal costo di 100 milioni. Un altro duro colpo per la vita del centro di Firenze che, oltretutto, in 11 anni ha perso 1000 negozi di vicinato, nonostante milioni di turisti, tendenza leggermente compensata dalla apertura di 364 esercizi pubblici, bar e ristoranti, spesso di bassa qualità, che impoveriscono l’ offerta turistica e contribuiscono, in qualche caso, a peggiorare ulteriormente l’immagine della città. Lo stesso avviene per gli artigiani, anch’essi di fatto espulsi con le loro botteghe dai centri storici e sostituiti da rivendite di vario materiale che sono le stesse ovunque e non più caratterizzanti il contesto territoriale in cui si trovano.
Tutto questo concorre a determinare la trasformazione delle città in musei a cielo aperto, senza più cittadini..
Per concludere, credo che il primo obiettivo della politica sia salvaguardare la vita reale dei centri urbani e storici come elementi trainanti dell’economia locale, come motori di una capacità anche aggregativa e sociale che genera benessere non solo economico, riportando funzioni, uffici e servizi, contemporaneamente pensando alla creazione di strutture di connessione, di viabilità e sosta che rendano sempre più agevole e veloce il raggiungimento dei centri e l’uscita dagli stessi.
Alessandro Capecchi, Consigliere Regionale di Fratelli d’Italia
Comunicato stampa