C’era molta attesa per la commissione ambiente che aveva all’ordine del giorno l’audizione del segretario dell’Autorità distrettuale del bacino dell’ Appennino Settentrionale Gaia Checcucci sulla situazione post-alluvionale e, in generale, sulla condizione idraulica e idro-geologica dell’intero territorio regionale toscano.
Il consigliere regionale Alessandro Capecchi di Fratelli d’Italia ha visto confermate le perplessità che sono emerse in queste settimane : ” Le risultanze dei lavori della commissione sono impietose riguardo alla realizzazione dei lavori da parte della Regione Toscana, visto che l’Aurorita, per bocca del suo Segretario, ha confermato che i soldi ci sono ma il completamento delle opere è in ritardo, sopratutto per le casse di espansione e i torrenti secondari, che costituiscono una parte importante di quello che viene definito reticolo idraulico minore ma che è determinante per un corretto deflusso delle acque in caso di precipitazioni sopra la media come nel caso di novembre” .
” Il quadro proposto dal segretario Checcucci – continua l’esponente di Fratelli d’Italia, Vice Presidente della commissione 4-è inquietante perché ha dimostrato che la Regione Toscana è indietro nella messa in sicurezza del territorio, con un quadro non ancora aggiornato sullo stato dei fossi minori, delle gore, e dei tanti (troppi) corsi d’acqua tombati nel corso degli anni, che a suo tempo erano elementi di forza nella gestione idraulica di eventi atmosferici anche intensi , sopratutto a difesa dei centri abitati, ed oggi sono invece elementi di pericolo. Insieme a una mappatura ancora insufficiente, perche il Piano del Rischio Idraulico deve essere aggiornato e implementato con i contributi degli Enti Locali. Oltre a questo, se finalmente la giunta Giani sembra essersi accorta della necessità di contenere gli animali infestanti che possono operare negativamente sugli argini, molto resta da fare sul tema della sicurezza idraulica, anche e sopratutto per quanto riguarda l’attività dei Consorzi di Bonifica, il cui lavoro di manutenzione delegata dalla Regione stessa sembra non essere particolare efficace e degli enti locali, che , in alcuni casi, non hanno provveduto ai censimenti dei corsi tombati e delle altre criticità “.
” Come Fratelli d’Italia riteniamo questi aspetti prioritari, anche alla luce dei recenti fatti alluvionali. Ma vedere ad esempio l’ ulteriore spostamento in avanti dei progetti della cassa di espansione di Pizziconi , nel territorio di Figline Incisa Valdarno, che abbiamo visto inaugurare ma che non è stata completata o del rialzamento della diga di Levane nell’aretino, che potrebbe gestire 8 o 9 milioni di metri cubi di acqua nel suo invaso, ma il cui progetto è fermo al 2015, desta preoccupazione. Per questo condividiamo anche l’idea che forse il ruolo di commissario per la messa in sicurezza debba essere affidato a organismo tecnico e non più politici”.
“In ogni caso-conclude Alessandro Capecchi- mentre restiamo in attesa dell’assessore Monni in un passaggio istituzionale importante come la commissione, ho chiesto lo svolgimento – cartografie e dati alla mano – di una nuova audizione con il Segretario dell’Autorità distrettuale al fine di avere un quadro chiaro del rischio in tutta la Toscana ed in particolare di Firenze e dell’Arno, dove rimangono da stoccare i 35 milioni di metri cubi di acqua dei quali si è più volte parlato e che metterebbero in una condizione di sicurezza il territorio”.
Massimiliano Paluzzi
Nella foto: Alessandro Capecchi
Comunicato stampa