In un momento serio come questo, forse leggendo questa matafora, potremmo rasserenarci un pò:
Eravamo ormai giunti ad APRILE e dopo alcuni mesi di estenuanti discussioni il nuovo re non era ancora stato nominato dai BARONI che lasciato i loro CASTELLI si recarono nel MANIERO del CONTE. Alcuni arrivarono da terre lontane come la PROVENZA, da NAPOLI, la CALABRIA e vi era pure un TARANTINO. Nel viaggio attraversarono BORGHI E BOSCHI dove c’erano LUPI feroci e si abbeverarono a una FONTANA d’acqua fresca. Un FRATE GENTILE li ospitò nel suo convento ove mangiarono un TASSO bello TONDO, assai saporito, bevvero il latte appena munto dalla VACCA e assaporarono del buon formaggio che il religioso aveva ben riposto nella MADIA. Dopo un PATERNOSTER i potenti NOBILI sui loro destrieri con i loro DONZELLI si avviarano al Castello e nel percorso trovarono alcuni VILLANI e un CARBONARO con una pesante FASCINA di legna che trascinava con una CORDA, vicino a un FICO dove razzolavano alcuni GALLI. Passato LO MONTE arrivarono al castello del CONTE che era vicino al mare, da dove si intravedeva un FARO, e sulle cui torri volavano alcuni PELLICANI. Passando il ponte levatoio un TOPO con un’OCCHIONERO guardò curioso i cavalieri in arrivo, mentre suonava una CAMPANA che dava loro il benvenuto, e un GRILLO friniva con un’acuto cri-cri sullo stipite del portone. Introdotti nella grande sala il CONTE li accolse sul trono con seduto alla sua destra il CARDINALE, molto devoto a SANGREGORIO, vestito di porpora con sul petto un crocifisso d‘oro e una stola di ERMELLINO. Nel grande tavolo della sala c’era ogni genere di frutta fresca tra cui alcuni bellissimi MELONI che suscitarono l’INVIDIA di alcuni astanti. Aperto in confronto su chi dovesse essere nominato sovrano, certamente il MIGLIORE, nessuno riusciva ad esprimere un nome condiviso. Tra i cavalieri non c’era accordo tra il personaggio da designare come re. C’era chi aveva ricevuto, da uno, un TORTO e chi, dall’altro, era stato messo ai FERRI per alcune critiche che erano state prese per SGARBI e dopo aver ben mangiato dell’ottima cacciagione e bevuto una BOCCIA di buon vino, non trovando un’accordo sul personaggio da nominare Re, dopo alcuni giorni si incamminarono per ritornare ai loro manieri. Sulla strada c’erano alcuni VILLANI alquanto ZUCCONI a cui i cavalieri proposero in BONAFEDE un BARATTO : del vino in cambio di alcune focacce. Prima di lasciarsi seppero che li vicino c’era una famosa casa di piacere dove li attendeva BELLA, come un BIANCOFIORE con una BELLACHIOMA una giovane e avvenente ragazza . Arrivarono alla casa dove trovarono una splendida e giovane BRUNETTA che li accolse con uno smagliante sorriso e dopo aver ben bevuto si appartarono con lei che si tolse la BRAGA in cambio di alcune monete d’oro. Così l’elezione del nuovo sovrano finì a CASINI e poi si sa : al popolo che l’aspettava, per la nota legge del MENGA ”’chi l’ha in …..se lo tenga!”
I cognomi in maiuscolo appartengono tutti a Deputati in carica.
Ilp